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Quando Jane ed Elizabeth furono sole, la prima che, fino a quel momento, era stata così parca nel fare le lodi del signor Bingley disse alla sorella quanto lo ammirava.
- È proprio - disse - Come dovrebbe essere un giovane: di senno e sempre di buon umore. Non ne ho mai veduto uno più compíto: disinvolto e allo stesso tempo educato.
- Ed è anche bello - rispose Elizabeth.
- Mi ha molto lusingata il suo secondo invito a ballare. Non mi attendevo un'attenzione simile.
- Non te la attendevi? Ma io, per te, sí. Questo è un gran divario fra noi due. Le attenzioni ti sorprendono sempre; me mai. Niente di più naturale del suo secondo invito. Non poteva non accorgersi che tu eri molto più bella di tutte le altre ragazze nella sala. Non c'è da ringraziarlo della sua galanteria. Però, veramente, è molto simpatico e ti do il permesso che ti piaccia. Te ne sono piaciuti di molto più insulsi.
- Cara Lizzy!
- Oh, tu sei troppo portata a trovare del buono in tutti. Non scorgi mai un difetto in nessuno. Ai tuoi occhi tutto l'universo è buono e caro.
- Ma pure dico sempre quello che penso.
- Lo so; e questo è il prodigio. L'essere, con tutto il tuo buon senso, così candidamente cieca alla mancanza di senso comune negli altri. L'affettazione del candore è cosa assai comune e si riscontra ovunque, ma esser candidi senza ostentazione e senza partito preso, prendere il buono del carattere d'ognuno e renderlo ancora migliore sorvolando sui lati cattivi è una specialità tutta tua. E così ti piacciono anche le sue sorelle, vero? Eppure le loro maniere non valgono le sue.
- A prima vista, no certo. Ma sono molto carine, è una gioia parlare con loro. La signorina Bingley verrà a stare con il fratello e dirigerà la casa; se la mia impressione non è sbagliata, in lei avremo una vicina deliziosa.
Elizabeth ascoltava in silenzio, ma senza troppa convinzione. Il modo in cui quelle signorine si erano comportate alla festa non era il più adatto a garbare tutti; e lei, con uno spirito di osservazione più pronto e un carattere meno arrendevole della sorella e per di più con una lucidità di giudizio non appannata da nessuna particolare attenzione rivolta a lei, era assai poco disposta ad approvarle.
Quelle signorine erano indiscutibilmente graziose; non mancavano di gaiezza quando erano contente e sapevano esser carine quando volevano; ma erano piene di sé e superbe.
Piuttosto belle ed educate alla capitale in uno dei migliori collegi possedevano un patrimonio di ventimila sterline, erano abituate a spendere più di quello che avrebbero dovuto e a mescolarsi con la gente di alto bordo. Si sentivano perciò in diritto di avere un alto concetto di sé e mediocre degli altri.
Appartenevano a una rispettabile famiglia dell'Inghilterra del Nord, circostanza che nella loro mente rimaneva più profondamente impressa di quest'altra: che il patrimonio del loro fratello e il loro era stato messo insieme con il commercio.
Il signor Bingley aveva ereditato un patrimonio di circa centomila sterline da suo padre, che aveva avuto l'intenzione di comperare la tenuta, ma che non era vissuto abbastanza per attuare il suo progetto. Il signor Bingley aveva avuto la stessa idea e ogni tanto faceva la scelta della contea nella quale stabilirsi, ma dato che adesso aveva trovato una bella casa dove poter ospitare degnamente gli amici, molti di quelli che conoscevano meglio l'indolenza del suo carattere pensavano che probabilmente egli sarebbe rimasto a Netherfield, rimettendo l'acquisto definitivo della tenuta a un'altra generazione.
Le sue sorelle desideravano che egli possedesse una tenuta, e anche se per il momento era solo un affittuario, la signorina Bingley non era restia a sedersi a capo tavola, e la signora Hurst, che aveva sposato un uomo più mondano che ricco, non era certo meno disposta a considerare la casa del fratello come casa sua quando le faceva comodo. Il signor Bingley era uscito dalla minore età appena da due anni, quando, per una raccomandazione fortuita, fu tentato d' andare a vedere casa Netherfield. La guardò una mezz'ora, di fuori e di dentro; gli piacquero la posizione e le stanze principali e la prese senz'altro.
Una saldissima amicizia lo legava a Darcy, nonostante la grande diversità dei loro caratteri. Bingley s'era cattivato l'affetto di Darcy con la sua indole spontanea, aperta e malleabile, che pure era completamente in contrasto con quella di Darcy, della quale, d'altra parte, questi non sembrava scontento affatto. Nella solidità dei suoi sentimenti aveva la più grande fiducia e del suo giudizio la massima stima. Come intelligenza, Darcy gli era superiore. Non che Bingley ne fosse scarso, ma Darcy aveva più ingegno. Nello stesso tempo però era altero, sostenuto e sprezzante, e i suoi modi, benché fossero correttissimi, non riuscivano invitanti. Bingley era sicuro di farsi benvolere ovunque comparisse; Darcy invece non faceva che urtare.
Il modo in cui parlarono della festa di Meryton li caratterizzava abbastanza. A sentire Bingley, non aveva mai incontrato in vita sua persone più piacevoli e ragazze più carine: tutti erano stati gentilissimi e premurosi con lui: non vi erano state né formalità né sussieghi e si era presto sentito affiatato con tutta la sala. Quanto alla signorina Bennet, non avrebbe saputo immaginare un angelo più bello. Darcy, invece, non aveva veduto che una riunione di persone tra le quali c'era poca bellezza e per niente eleganza; nessuno gli aveva ispirato il più piccolo interesse; da nessuno aveva ricevuto cortesia né piacere. Che la signorina Bennet fosse graziosa, lo ammetteva, ma trovava che rideva troppo.
La signora Hurst e sua sorella erano d'accordo su quest'ultimo punto, tuttavia la ammiravano e la trovavano piacente. Dichiararono ch'era una soave fanciulla.
La signorina Bennet ebbe perciò la qualifica di soave fanciulla e di fronte a questa lode il fratello delle signorine Bingley si sentì autorizzato a pensare di lei quello che più gli piaceva.

Orgoglio e Pregiudizio - Jane AustenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora