Prologo

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Dopo la guerra, dopo Voldemort, dopo i processi, dopo l'agognato e lento ritorno alla normalità, Draco Malfoy si accingeva a salire sull'espresso per Hogwarts affiancato dall'amico di sempre, Blaise Zabini e da una ragazza che su quel treno non ci aveva mai messo piede prima, dai lunghi capelli neri e i caratteristici occhi blu, la sua ritrovata cugina Lyra. Lyra Black. Perché a quanto pare sua madre gli aveva sempre taciuto di avere una cugina di secondo grado, che aveva sempre vissuto in Germania.

Quando a metà dell'estate, mentre si stavano ancora riprendendo per i processi, sua madre lo aveva avvertito che nel pomeriggio sarebbero arrivati degli ospiti, aveva pensato si trattasse di nuovi funzionari del ministero venuti a ficcare il naso tra le cose di famiglia, o dei Greengrass, che cercavano di trascinare le figlie al Manor ogni volta che era possibile. Invece, le persone che si trovò davanti quando aveva sceso le lunghe scale che portavo al salone principale, non furono né i Greengrass, né gli uomini del ministero.

Erano un uomo di mezza età, ben vestito, con i capelli neri come la notte legati in una coda bassa come spesso li sistemava suo padre, e una ragazza che aveva sicuramente un'età vicina alla sua, e che molto probabilmente doveva esserne la figlia. Sua madre aveva fatto subito gli onori di casa «Prego Orion, accomodatevi entrambi, lei dev'essere Lyra, vi somigliate incredibilmente» aveva detto in maniera posata, appena increspando le labbra in un sorriso alla nuova venuta.

Orion?? Aveva pensato Draco sconvolto. Orion non era il cugino di sua madre? Il cugino di sua madre, fratello di Sirius e Regulus Black di cui nessuno parlava mai, l'Orion che credeva fosse morto? Suo zio??

«In realtà assomiglia più a Elizabeth, ma riconosco che ha ereditato molti tratti dei Black, cugina cara» aveva sorriso Orion. «È stato un lungo viaggio immagino, vi servirà del tempo per riaddattarvi all'Inghilterra, sono certa che mio figlio avrà piacere di fare da guida a Lyra, così avranno il tempo di discutere della scuola» aveva concluso sua madre guardandolo significativamente, ordinandogli implicitamente di accompagnare quella che a quanto pare era sua cugina, nella sua stanza.

Draco aveva annuito, mentre vedeva sua cugina avvicinarsi a lui e fermarsi un momento prima di affiancarlo per rivolgersi a sua madre «Ti ringrazio per l'invito a stare qualche giorno qui, zia Narcissa», poi spostando lo sguardo si era rivolta all'uomo «Padre» gli aveva detto, con un cenno che a Draco aveva ricordato il modo che avevano lui e suo padre di congedarsi l'uno dall'altro, poi si era girata verso di lui e guardandolo senza esitazione gli aveva domandato «Vogliamo andare, Draco?». Draco nemmeno si era chiesto come facesse a sapere il suo nome, evidentemente a lei era stato premurato di far conoscere l'albero genealogico per intero.

«Certamente, seguimi, per di qua» e l'aveva preceduta sulle scale.

Dopo qualche minuto sua cugina aveva spezzato il silenzio «Allora, non ci siamo mai incontrati prima, ma come avrai capito, o come ti avranno già detto, siamo parenti, cugini per la precisione. È possibile in effetti che non ti abbiano mai parlato di me» aveva detto incerta vedendo l'espressione interdetta di Draco, «In realtà io e mio padre abbiamo vissuto in Germania da sempre, per me è la prima volta in Inghilterra» aveva detto soprappensiero. «Non sei mai stata qui? Mai?» la sorpresa di Draco doveva essere stata evidente, perché lei aveva fatto uno sbuffo e aveva sorriso «No, sono nata in Germania, a Düsseldorf, mio padre si trasferì lì dopo la morte di mio zio Regulus e non è mai tornato indietro, diceva di non volerci avere a che fare, con gli inglesi in quel periodo, che era pericoloso. E così conobbe mia madre, una purosangue tedesca a cui non importava che mio padre provenisse da una famiglia di assassini. Si sposarono e nacqui io, mia madre morí di parto poiché al momento della mia nascita era a fare una passeggiata nel bosco vicino alla città, sarei morta anche io, se dei babbani non mi avessero trovata e portata in un ospedale babbano insieme beh, a mia madre, o a ciò che ne rimaneva. Mio padre mi trovò grazie al mio ciondolo» aveva detto rigirandosi tra le dita sottili un ciondolo a forma di testa di lupo che portava al collo «e da quel momento siamo sempre stati io e lui. Ho studiato da privatista tutti questi anni ma quando ha avuto la notizia della fine della guerra ha deciso che tornare in Inghilterra ci avrebbe fatto bene, così ha contattato tua madre, ed eccoci qui. Frequenterò il settimo anno ad Hogwarts anche io» aveva aggiunto alla fine, come se se ne fosse ricordata soltanto in quel momento. «Frequenterai Hogwarts? Pensavo non ammettessero nessuno ad anni diversi dal primo» le aveva chiesto Draco curioso. «E in effetti è così, ma mio padre ha insistito molto con la preside McGranitt e alla fine la questione si è risolta, ma chissà come, ho il sospetto che quella donna mi terrà gli occhi addosso come un falco, quando saremo ad Hogwarts, tu che dici?» «Dico che puoi starne certa» aveva affermato lui ripensando al sospetto che quella donna aveva sempre nutrito nei confronti dei Serpeverde. Gli era venuta in mente subito una cosa a cui non aveva pensato «Aspetta un momento, in che casa sarai? Non ti faranno fare lo smistamento con i bambini!» le aveva detto ridendo. «No, nient'affatto, dovrò solo recarmi nell'ufficio della preside con un testimone poco prima della cena iniziale e il cappello farà la sua scelta» poi si era riscossa «potresti venire tu! Farmi tu da testimone per lo smistamento!» Draco ci aveva pensato su, dopotutto quella era sua cugina, e non sembrava una squilibrata, il che per essere una Black, non era una carta da escludere, quindi le aveva risposto affermativamente «Si, non ci sono problemi, tra due settimane saprò se sono ancora degno di essere il prefetto dei Serpeverde o no» aveva fatto una smorfia. «Oh sono sicura di si!» era stata la replica che gli era giunta alle orecchie.

E da quel primo incontro era passato più di un mese, e lui e Lyra avevano imparato a conoscersi passando moltissimo tempo assieme e diventando, sotto gli occhi di Orion e Narcissa, uniti come se fossero sempre cresciuti insieme. Lyra e suo zio Orion (ancora gli faceva uno strano effetto definirlo zio) avevano comprato una grande proprietà non molto lontana dal Manor, quindi avevano molte occasioni di vedersi. Quando Orion era venuto a sapere dalla cugina che la sua vecchia casa di famiglia era finita nelle mani di Harry Potter prima aveva riso, poi si era adombrato «Sirius non avrebbe dovuto lasciarla al suo figlioccio, io ero ancora vivo e lo sapeva, come sapeva che quella era la casa della nostra famiglia, anche se non sono mai andati d'accordo, tutti loro» Narcissa poi, in privato aveva spiegato a Draco che quando erano tutti dei fanciulli, Orion era solito dover mettere pace tra i suoi fratelli minori, e che aveva cercato di far ragionare Sirius quando era scappato dai Potter, senza successo. «Comunque tutto il mondo magico riteneva Orion morto, me compresa, l'unico che sapeva fosse vivo era proprio Sirius, quindi legalmente la casa era davvero sua» «E ora potrebbe rivendicarla?» aveva chiesto Draco. «In realtà no, ormai quella casa è passata in eredità, Orion non può farci più niente, e non ne era affezionato come potresti pensare, quella dimora non piaceva a nessuno» aveva detto pensierosa. E la conversazione si era conclusa così.

E ora si ritrovava sul treno per frequentare il suo ultimo anno ad Hogwarts con accanto sua cugina, che era diventata la sua unica confidente, le aveva raccontato ogni cosa sulla guerra, il senso di oppressione, il pensiero di star facendo qualcosa di sbagliato, e poi il momento in cui aveva mentito per Potter e aveva capito di star facendo la cosa giusta e infine le aveva raccontato della battaglia, dei morti, del terrore ghiacciato che si era impadronito del suo corpo quando aveva visto il corpo esanime di Harry Potter tra le braccia del mezzogigante, il sollievo quando si era alzato vivo e vegeto e aveva dato via al duello finale sconfiggendo l'incubo.

E lei lo aveva ascoltato, e gli aveva promesso che anche se non era stata vicina in tutti quegli anni, durante quei momenti oscuri, lo sarebbe stata adesso «Anche se verrò smistata a Tassorosso» aveva detto più seria che mai, scoppiando a ridere subito dopo «Ma è impossibile, sono una Black» e aveva riso più forte, scuotendo la testa.

A Blaise l'aveva presentata qualche giorno prima della partenza, e nonostante la diffidenza iniziale, i due erano andati subito d'accordo, per il sollievo di Draco. «Mi va bene tutto, tranne le cruciatus» aveva scherzato Blaise paragonandola a Bellatrix «Forse allora dovresti stare attento a Draco, ha più geni in comune con lui che con me» aveva detto Lyra dandogli un colpetto con la bacchetta sul braccio. E Draco aveva sorriso, perché nonostante si sentisse teso nel tornare ad Hogwarts con le persone che fino ad un anno prima considerava dei nemici, e che adesso avevano vinto la guerra, aveva accanto le due persone che più di tutte gli sarebbero sempre state vicine.

Things we lost in time- La figlia del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora