Capitolo 5: Who are you?

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Ron arrivò in sala grande correndo, dopo aver quasi dimenticato di doversi incontrare con Zabini e aver fatto una figura a dir poco imbarazzante, scambiando le pergamene in tutta fretta e scappando via subito con un patetico «Ehm...la cena».
Si appoggiò al grande portone e recuperò il fiato, per poi andarsi a sedere stancamente sulla panca accanto ad Harry, che lo guardava con uno sguardo interrogativo.
«Cosa ti è successo? Sembra che tu abbia visto un ragno gigante» lo prese in giro.
«Non scherzare amico» impallidì il rosso «ho appena visto un serpente».
Hermione alzò un sopracciglio «Dentro il castello?» chiese, guardando il fidanzato mentre prendeva una fetta di pane.
«Intendo Zabini! Per la cosa di difesa, no?» spiegò spiccio, mentre riempiva il proprio piatto di varie pietanze.
«Non avrete litigato...» insinuò la caposcuola con tono di ammonimento, e Ron alzò la testa di scatto «No! Ci siamo visti per due minuti, poi sono corso qui, ero in ritardo per la cena!» e qui, Hermione alzò entrambi gli occhi al cielo «Pensi sempre a mangiare!» e gli rivolse un sorriso affettuoso ed esasperato, mentre Harry ridacchiava a fianco dell'amico.
«A proposito Harry, sei andato dalla McGranitt?» gli chiese il rosso con la bocca piena, attirando gli sguardi incuriositi di Dean e Seamus.
«Non ancora, non ho fatto in tempo, andrò appena finita la cena» gli altri annuirono, reputando la questione risolta, e tornarono ognuno al proprio pasto.

Al tavolo serpeverde, Lyra cercava di trovare il modo per parlare a Draco della voce sentita la sera prima, ma la conversazione tra lui e Blaise le fece capire di dover rimandare i suoi propositi.
«Ho sentito dire in giro che Smith ha già prenotato il campo per sabato, il maledetto, ti conviene sbrigarti a prenotarlo per domenica» il moro stava dicendo a suo cugino seduto accanto a lei.
«Smith» disse il biondo tra i denti «aspetta che me lo ritrovi davanti in campo» poi guardò il proprio piatto vuoto se non per qualche briciola di dolce che vi si era attaccata, e riportò lo sguardo in quello del compagno di casa «qua abbiamo finito, vado da Lumacorno a farmi dare quella maledetta autorizzazione» e con un gesto elegante, si alzò e si diresse verso l'uscita, lasciando una Lyra insoddisfatta. Avrebbe dovuto rimandare la conversazione con Draco ad un altro momento.

Parecchie ore dopo, Lyra si svegliò di soprassalto, girando velocemente la testa da una parte all'altra.
Cosa mi ha svegliata? pensò.
Tutto sembrava in ordine, le sue compagne di stanza dormivano sonoramente con le tende tirate, ma allora?
E poi la sentì.
«Trovami»
Di nuovo quella voce, quella della sera prima, che fosse un fantasma?
No, nessun fantasma entrava nei sotterranei serpeverde, avevano tutti paura del Barone Sanguinario.
«Tro...va...mi» sembrava che la voce si stesse allontanando, così Lyra si alzò cautamente e prendendo in mano la bacchetta, cercò di seguire il suono.
Uscì guardinga dalla sala comune, e si guardò intorno, cercando qualcosa, qualcuno.
Ma non c'era nessuno, e lei non conosceva abbastanza bene i sotterranei da sapere dove andare.
Pensò di tornare subito indietro ma la voce parlò ancora.
«Seguimi» stavolta proveniva dal fondo del corridoio.
Stringendo le labbra per il freddo -dopotutto quelli erano i sotterranei, non una delle torri- pronunciò un lumos e avanzò con cautela, la bacchetta alzata davanti al viso.
Non sembrava esserci nessuno, ma lei stette in allerta, finché non giunse dinanzi ad una scalinata che scendeva verso il basso.
Era già nei sotterranei, cosa poteva esserci più in basso?
Restando ferma all'inizio della scalinata si assicurò di lanciare un incantesimo per controllare se ci fosse qualche altra persona e, constatando di essere sola, impugnò saldamente la bacchetta e iniziò a scendere i gradini.
Non dovrei continuare, non so nemmeno cosa c'è là sotto, si disse.
Però si strinse nel pigiama leggero, e continuò ugualmente a scendere, notando che la scalinata si restringeva e curvava, diventando sempre più buia.
Finché non ci furono più gradini da scendere.
Quella in cui si ritrovò fu una stanza, un'enorme stanza, piena di cianfrusaglie che sembravano essere state dimenticate lì da secoli, ma non c'era nient'altro.
Nessun mistero, nessun pericolo, solo un sotterraneo pieno di robaccia.
Sbuffò, aveva sceso tutti quei gradini, congelandosi anche il naso, per niente.
«Trovami»
Per poco Lyra non fece cadere la bacchetta dallo spavento, la voce adesso era chiara e vicina.
Ma non c'era nessuno in quella stanza, e allora, un po' scocciata, si azzardò a chiedere «Sono qui! Cosa diamine vuoi da me? Vieni fuori!» ma non successe niente.
O almeno, non successe niente per qualche istante, poi davanti a lei apparve una figura, che la fece indietreggiare velocemente e puntare la bacchetta davanti a sé «Sei un fantasma?» chiese.
«No» ma l'uomo -perché di questo si trattava, era un uomo- non disse altro, e rimase lì a fissarla.
La sua figura era traslucida e un po' trasparente, Lyra poteva vedere gli oggetti dietro di lui come se guardasse attraverso un velo d'acqua, ma non sembrava avere l'aspetto di tutti gli altri fantasmi. Per prima cosa, non era argenteo, anzi, i colori dei suoi vestiti risaltavano parecchio nella stanza semi buia, e per seconda cosa, non fluttuava ma aveva i piedi ben piantati a terra.
«Perché mi hai fatta scendere qui?» ma di nuovo non ottenne nessuna risposta, se non che l'uomo le si avvicinò e prese ad osservarla, facendola sentire a disagio.
«Sei proprio come ricordavo» e continuò a guardarla.
«D'accordo, io mi sto congelando, si trovi un'altra serpeverde da importunare» queste parole sembrarono riscuotere l'uomo, che puntò lo sguardo dietro di sé e ripeté «Serpeverde».
Poi la fissò «Ti chiami Serpeverde?» e il suo sguardo sembrava acceso adesso, come se fosse indispensabile ottenere quella risposta.
«No» aggrottò le sopracciglia Lyra, questo tizio abitava nel castello e non conosceva le case?
«serpeverde è la mia casata, ha preso il nome dal suo fondatore» e avrebbe anche aggiunto dell'altro, se all'improvviso la figura dell'uomo non fosse sparita sotto i suoi occhi.
Ma insomma! pensò la ragazza.
Poi si rese conto di star prendendosela contro un probabile fantasma, e corse su per la scalinata, tornando nella sua stanza in tempo record, quasi col fiatone.
Ancora non riusciva a credere a quello che le era successo, forse era solo uno strano sogno, tutto qua.
Forse stava impazzendo.
Tirandosi addosso le coperte, cercò di scacciare i pensieri, e dopo parecchio tempo passato a rigirarsi nel letto, riuscì finalmente a prendere sonno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 28, 2017 ⏰

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