Isn't she lovely - cap. 1

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Ciao a tutti!

Spero che questa one shot vi possa piacere nonostante la sua immensa mole (4mila parole wow, mi scuso in anticipo, sono prolissa lo so).

Ho riletto più volte, ma sono umana e potrebbe essermi sfuggito qualche errore qua e là, pertanto chiedo venia.

Come si intuisce dall'introduzione e dalla cover, questa è una one shot su Claudio e Mario genitori (Michela capitan ovvio!)

Spero per loro che, se è quello che vogliono, possa presto avverarsi tutto quello che io mi sono solo limitata ad immaginare.

A scanso di equivoci, qui è tutto frutto della mia immaginazione e (ahimè ho controllato) Mario e Claudio non mi appartengono.

Ah, vorrei precisare due cose:

-Claudio ogni tanto dice "cioccolatino", tranquilli non è un errore...è solo un simpatico soprannome e nel corso della storia capirete perché (ma è intuibile anche dalla foto qui sopra! Tra l'altro, è il meglio che sono riuscita a fare giuro)

-la storia è divisa in tre momenti della loro vita con la bambina, separati ognuno da asterischi (quindi sono tre salti temporali distinti tra loro, per capirci)

Il titolo(penso che tutti lo sapranno) è la bellissima canzone che il grande Stevie Wonder ha scritto e cantato per sua figlia.

Ringrazio tutti quelli che hanno deciso di dedicare del tempo alla mia storia.

E ringrazio Giulia per farmi sempre sorridere, è per merito dei Clario se ci siamo "incontrate"!

Mario era seduto nei sedili dietro e scese dalla macchina prima ancora che Claudio avesse avuto il tempo di spegnere definitivamente la vettura, aprendo impaziente lo sportello dal lato del passeggero davanti, dove era agganciato il seggiolino rosso che avevano comprato insieme solo qualche giorno prima tra mille apprensioni e sotto lo sguardo intenerito della commessa alla vista di quei due neo genitori che, emozionati battibeccavano su quale potesse essere il colore più adatto, perché "te prego Clà, il rosa è così scontato" aveva sbuffato Mario sistemandosi meglio gli occhiali da sole tra i capelli e "Mario, mi rifiuto di prendere a nostra figlia un seggiolino nero solo perché tu hai una fissa con questo colore", alzò leggermente la voce Claudio passandosi, per la ventesima volta da quando erano entrati nel negozio, una mano nel ciuffo che non ne voleva sapere di stare sù a causa della leggera umidità nell'aria.

Claudio si era fermato, nel bel mezzo del reparto passeggini e carrozzine, e aveva trattenuto il respiro guardando fisso negli occhi di Mario, quel giorno, se possibile, ancora più neri e profondi.

Nostra figlia

Due parole, così semplici, così banali, talvolta così scontate, ma per loro così importanti e cariche di significato. Due parole che entrambi avevano sempre il timore di pronunciare ad alta voce, due parole che non avevano mai detto a voce alta se non nel silenzio ovattato che si creava sotto il piumone a notte fonda.

Avevano combattuto, pianto e sofferto, avevano lottato, e nei momenti di maggior tristezza e sconforto avevano anche pensato di arrendersi perché la cima di quella montagna sembrava sempre così vicina ma ogni volta succedeva qualcosa che spostava la vetta sempre un po' più in là, la bandierina sempre un po' fuori dalla loro portata.

Avevano scelto consapevolmente la strada più tortuosa, quella più difficile e lunga da percorrere, consci che avrebbero anche potuto uscirne sconfitti e delusi.

Isn't she lovely - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora