AVVISO: questa storia è la traduzione in italiano di una fanfic KaiSoo originalmente scritta in inglese da changdictator e postata su livejournal.
Questa traduzione appartiene invece a changdictator che potete trovare su EFP.
In totale i capitoli sono 3 (escluso il prologo) ma verranno divisi ulteriormente a causa della lunghezza dei capitoli e della loro complessità.I contentuti sono davvero forti e non ne consiglio la lettura a persone troppo sensibili e che empatizzano con i personaggi descritti.
Detto ciò..buona lettura 🌸
___________________________Prologo: Margherite
La luce penetra nel sogno di Kyungsoo, riflettendosi in qualcosa di freddo e salato, e forse compaiono anche dei talloni che scavano nel morbido avvallamento tra l'oceano e la spiaggia. Si volta, e la sabbia umida muta in freddo lino.Quando apre gli occhi, il cocktail di ali di gabbiano e sfumature di blu viene rimpiazzato da un soffitto, troppo basso, da una piccola finestra in fondo a una stanza angusta e da un parquet nascosto da tappetini consumati. È la sua stanza, ma non identica a come era ieri: in ogni centimetro di muro sono stati attaccati dei post-it verdi che lui non ricorda di aver mai messo. Come una seconda pelle di testi colorati e diagrammi, numeri e date. Un leggero venticello alza le tende e smuove quelle note, suonando una melodia simile ad un vivace applauso di carta.
La vista non gli è familiare, ma nemmeno strana. Come qualcosa che deve essere già successo prima e che gli è sfuggito dalla memoria. Forse c'è stato un giorno tra oggi e ieri. In qualche modo, non ha bisogno di leggere quelle note per sapere che gli spiegheranno tutto, quanti giorni sono passati e cosa deve fare oggi.
Ma sono le piccole macchioline di note gialle tra il verde, alcune sul pavimento e sui muri e sul tavolo e sul cuscino accanto al proprio, che lo colpiscono di più. La scrittura è diversa. Non ci sono date. Solo parole.
Kyungsoo si alza lentamente, facendo perno come di consueto sul comodino mentre scivola fuori dal letto. Il tappetino è pungente sotto i piedi scalzi, l'odore del caffè delle sei di mattina che si addensa nell'aria è piacevole all'olfatto. Raccoglie la nota gialla sul proprio cuscino e la legge, "Il tuo nome è Do Kyungsoo. Sei affetto da perdita di memoria a breve termine, una malattia chiamata amnesia antero-qualcosa, per cui non ricordi cosa sia successo ieri notte. Ma lascia che ti aiuti."
E sulla nota sopra il cuscino accanto, "La scorsa notte ho poggiato la mia testa su questo cuscino e le mie braccia attorno ai tuoi fianchi. Il mio nome è Kim Jong-in. Ti chiamo hyung. Ieri mi hai amato. Oggi mi amerai di nuovo."
Fa un passo indietro, gli occhi sgranati e la bocca spalancata. Il suo tallone fa scricchiolare un'altra nota. "Qui è dove mi hai spogliato."
"Qui è dove io ho spogliato te," è scritto sul post-it al muro, attaccato proprio sopra ad una nota verde che dice 'Mijin non serve più le tartine di riso (05/05/2008)'.
Pochi centimetri accanto, un'altra dice, "E qui è dove ti ho spinto al muro e baciato davvero intensamente (era abbastanza buio) e abbiamo pensato che avremmo dovuto fare sesso."
Oltre il tavolo è attaccato: "Qui ti sei seduto, facendo dondolare le gambe. Io ho poggiato il mio palmo sul tuo ginocchio e tu ti sei curvato in avanti per baciarmi."
Accanto al baule in fondo al letto: "Abbiamo parlato di balletto classico. Tu hai iniziato a mormorare una melodia e le mie dita si sono messe a mimare un'arabesque (perché il tuo soffitto è troppo basso e non volevo sbattere la testa, okay?), grand jeté sul pavimento, fouetté en tournant e poi sissonne sul dorso della tua mano. Pas de valse lungo il tuo braccio e tu hai sorriso."
Sul retro della porta della camera: "Mi sono appoggiato qui per leggere le tue note verdi mentre tu pulivi in giro per la camera un disordine invisibile. Mi è venuto in mente che tutto questo verde potesse somigliare ad un prato, e l'erba è noiosa senza margherite. Quindi spero che il giallo ti piaccia."
E, mentre apre la porta, qualcuno gli schiocca un bacio sulla fronte: "E qui, ecco Kim Jong-in. Non mi saluti?"
Kyungsoo guarda verso l'alto, lo sguardo colpisce incerto i contorni delle clavicole sporgenti, la carne abbronzata, una mandibola definita. Un millimetro alla volta. L'impulso di sbattergli la porta in faccia e chiamare la polizia perché 'c'è questo sconosciuto nel mio appartamento' e 'questo sconosciuto mi ha indiscutibilmente scritto delle note raccapriccianti' gli si legge in volto.
Una pulsazione intensa e un capogiro gli alleggeriscono la testa e lo stomaco fa una capriola. Ma tutto si sistema di nuovo – come se così dovesse andare sin da principio – quando gli occhi si posano su un ghigno idiota e su un paio di occhi luminosi.
"Ciao, hyung" dice Jong-in. Quindi i lati delle labbra si abbassano un poco, sebbene il suo aspetto resti comunque sereno. La sua voce è nuova, ne è certo, e Kyungsoo non riesce a capire dove possa averla già sentita – se è mai successo.
Eppure, gli viene davvero naturale riaccendere il sorriso di Jong-in con un debole "Ciao," e in qualche modo quelle sillabe gli suonano perfette sulla lingua, forse perché l'ha già detto un centinaio di volte. Forse perché è così che deve andare ogni volta.
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Anterograde Tomorrow
Fanfiction{KaiSoo - traduzione} « Kyungsoo è bloccato nelle ore mentre Jong-in implora i secondi. Perché il tempo si ferma per qualcuno che non può ricordare e corre per qualcuno che non può sfuggire alla morte. » ___________________________________