ttenta bambina. - Dice Belén, la ragazza che vedo nella parte posteriore della moto, e che adesso mi mostra il dito medio.
È ovvio che non ha prestato molta attenzione alla lezione di educazione stradale quando parlarono della violenza in strada.
-Mi dispiace. - grido perché possano sentirmi da sopra il rumore della moto. - Pensavo che non ci fosse nessuno parcheggiato.
Allora mi rendo conto a chi appartiene la moto. Il conducente si volta... con uno sguardo arrabbiato nei suoi occhi neri ed una bandana rossa e nera... Sprofondo nel sedile del conducente come posso.
-Merda, è Peter Lanzani. - dico facendo una smorfia.
-Cazzo Mariana. - Aggiunge Candela a bassa voce - Mi piacerebbe vivere per vedere il nostro diploma, quindi esci di qui prima che decida di ammazzarci entrambe.
Peter mi fulmina con lo sguardo diabolico mentre abbassa il cavalletto della sua moto. Per caso mi picchierà in faccia?
Cerco la retro-marcia, muovendo disperatamente il cambio da un lato all'altro. Ovviamente, non mi sorprende che mio padre mi abbia comprato una macchina con le marce senza prendersi il fastidio di insegnarmi come usarle.
Peter fa un passo verso la macchina. Il mio istinto mi dice di uscire di lì e correre, come se fossi intrappolata sui binari e vedessi il treno avvicinarsi direttamente a me. Guardo Candela, che è troppo occupata a cercare qualcosa nella borsa.
-Non riesco a mettere la maledetta retro-marcia. Mi serve aiuto. Che stai cercando? - le chiedo disperata.
-Ehm... niente. Cerco solo di non guardare negli occhi i Latinos Blood. Sbrigati, ti va? - Dice Candela fra i denti - Inoltre, io so solo guidare a marcia automatica.
Dopo esser riuscita a mettere la retro-marcia con un forte fragore, le ruote della mia auto stridono mentre faccio manovre corrispondenti e cerco un altro posto per parcheggiare. Dopo lascio l'auto nella zona ovest. Lontano da un ragazzo di gang la quale reputazione terrorizzerebbe il più duro dei giocatori di football del liceo. Cande ed io saliamo le scale che portano al liceo di Fairfield. Per disgrazia, Peter Lanzani ed il resto dei suoi amici ci aspettano all'entrata principale.
-Non ti fermare. - mormora Candela - Fai quello che vuoi ma non guardarli negli occhi.
Quando Peter si mette di fronte a me bloccandomi la strada, so che risulterà molto difficile seguire il consiglio di Candela.
Qual'era la frase che doveva dirsi giusto prima di morire?
-Sei una pessima guidatrice. - Dice Peter con il suo accento latino, adottando una posa da macho iberico.
Il ragazzo ha il corpo muscoloso ed il torso impeccabile, quasi potrebbe passare per un modello di DKNY, ma l'espressione del suo viso è più simile a quelle che appaiono sulle fotografie dei ricercati dalla polizia.
I ragazzi della zona nord non si relazionano con i ragazzi della zona sud. Non è che ci crediamo migliori di loro, ma siamo diversi. Siamo cresciuti nella stessa città, ma in zone completamente diverse. Noi viviamo in grandi case di fianco al lago Michigan, e loro vivono vicino le ferrovie... Noi ci vestiamo, parliamo e agiamo in un altro modo. Il nostro aspetto è diverso. Non voglio nemmeno dire che sia qualcosa di bello né di brutto, ma così funzionano le cose a Fairfield. Devo ammettere che la maggioranza della ragazze della zona sud mi trattano come fa Belen... Mi detestano per quello che sono. O meglio, per quello che credano che io sia.
Lo sguardo di Peter mi ricorre lentamente il corpo, da sopra a sotto, prima di fermarsi di nuovo sul viso. Non è la prima volta che un ragazzo mi guarda in questo modo, ma mai lo aveva fatto come lo sta facendo Peter, così sfacciatamente... e così vicino. Sento che inizio ad arrossire.
-La prossima volta, guarda bene dove vai. - dice con un tono di voce freddo e dominante.
Sta cercando di spaventarmi. È un professionista. Non permetterò che esca con la sua e vinca questo giochino di intimidazioni, anche se lo stomaco non lasci di darmi giri. Raddrizzo le spalle e gli lancio un sorriso di disprezzo, lo stesso che utilizzo per togliermi la gente di dosso.
-Grazie per il consiglio.
-Se qualche volta ti serve un uomo fatto che ti insegni a guidare, posso darti delle lezioni. - I sibili e le esclamazioni dei suoi amici mi danno sui nervi.
-Se fossi un uomo fatto, mi avresti aperto la porta invece di bloccarmi la strada. - dico facendomi valere con la risposta, anche se mi tremano le ginocchia.
Peter si allontana, apre la porta e fa una riverenza come se fosse il mio maggiordomo. Si sta burlando di me, lo sa e anch'io. Tutti lo sanno. Guardo Candela, che prova disperata a cercare niente nella borsa. Che ingenua.
-Matura un po'. - dico a Peter.
-Come te? Lascia che ti dica qualcosa tesoro. - risponde con bruschezza - La tua vita non è reale, è solo una farsa, come te.
-Almeno è meglio di vivere una vita da perdenti. - gli dico, sperando che le mie parole gli facciano male così come hanno fatto le sue - Come fai tu.
Prendo la mia amica per il braccio e la tiro verso la porta aperta. I sibili e i commenti ci seguono mentre attraversiamo l'entrata dell'istituto. Finalmente, lascio scappare il sospiro che stavo reprimendo e mi volto verso Candela. La mia migliore amica mi sta guardando fissa con gli occhi aperti come piatti.
-Cazzo Lali. Vuoi che ti ammazzino o cosa?
-Con quale diritto Peter Lanzani spaventa tutti quelli che mettono sulla sua strada?
-Bene, può essere che aiuti l'arma che porta nascosta nei pantaloni o i colori della sua bandana. - dice Candela, con un tono di voce pieno di sarcasmo.
-Non è così stupido da portare un'arma a scuola. - le rispondo - E non mi farò spaventare né da lui né da nessun altro.
Per lo meno a scuola, che è l'unico luogo dove posso fingere la mia facciata perfetta perché tutti se la bevano. All'improvviso, mi assalta un'idea che sono sul punto di iniziare l'ultimo anno a Fairfield e prendo Candela per le spalle scuotendola.
-Stiamo all'ultimo anno. - ripeto con lo stesso entusiasmo che impiego per i numeri delle cheerleader durante le partite di football.
-E???
-E... inizieremo proprio adesso e tutto sarà p-e-r-f-e-t-t-o.
-Mi assicurerò che tu abbia un funerale p-e-r-f-e-t-t-o, con fiori e tutto.
-Chi è morto? - chiede qualcuno alle nostre spalle.