Capitolo 4

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Era giunto il lunedì mattina. Il weekend passò monotono come tutti gli altri, del resto. Dopo che Evan mi aveva lasciata sola avevo chiamato mia fratello che mi aveva subito riportato a casa.

Mi alzai, piuttosto sveglia, e anche se con poca voglia mi diressi in cucina. Entrai e trovai Nathan intendo a mettersi il suo cappotto nero. Lo guardai e sorrisi. Era l'uomo della mia vita, e non sarei mai stata capace di vivere senza di lui.

Fu la sua voce e il suo sguardo a distogliermi dai miei pensieri. "Buongiorno Elisabeth, sta mattina vado presto, ho una cosa da sbrigare prima di entrare al college." Annuii, anche se la mia curiosità voleva sapere altro, ma lo vidi così di fretta che lasciai perdere.

Lo salutai e tornai in camera. Indossai dei semplici jeans chiari e una felpa grigia, piuttosto grande. Ai piedi semplici converse nere, e un capello con la visiera, nero. Andai in bagno con ancora io cappello in mano e, dopo essermi sciacquata la faccia, afferai un po' di maschara che misi per rendermi più presentabile.

Pettinai i capelli e indossai quell'indumento nero, insieme al giacchetto del medesimo colore.

Presi lo zaino e il mio telefono, ed uscì di casa con un passo piuttosto accelerato, a causa del ritardo notato solo ora.

Appena arrivai, notai che la maggior parte degli studenti erano già nelle loro classi, e che quindi le lezioni erano iniziate. Corsi velocemente verso la mia classe, che aprì con poco entusiasmo. Vidi tutti girarmi a guardarmi e cazzo, non c'era cosa che odiavo da più. Camminai tra i sguardi attenti dei miei compagni e le continua grida del prof, che mi urlavano di sbrigarmi, e chiedermi il motivo del ritardo, ma non gli risposi. Solamente poggiai la borsa sull'unico banco vuoto rimasto, accanto ad una ragazza...indiana? Aveva dei tratti asiatici. Davvero carina. Non l'avevo mai notata quindi immaginai fosse nuova, ma dopo pochi secondi la mia attenzione venne riposta sul professore e quella stra maledetta lavagna.
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L'ultima campanella è suonata. Aspettai fuori mio fratello finché non vidi la sua macchina fermarsi a pochi metri da me. Gli andai in contro e mentre entravo notai che non era solo. C'erano Nash e Rube. Salutai tutti entusiasta, e gli chiesi cosa ci facessero nella macchina di mio fratello, diretti verso casa nostra. "Semplicemente volevamo passare un pomeriggio insieme e visto che fuori fa davvero molto freddo, casa tua è l'unico posto "traquillo" tra tutte le altre case." mi rispose Nash. Annuii e tornai a guardare dritto a me. Non vedevo l'ora di tornare a casa e riposarmi.

Appena arrivati i ragazzi si fiondarono in cucina mentre io afferrai il panino che avevo comprato oggi a scuola e lo mangiai in pochi secondi. Nello stesso momento in cui buttai la carta nel cestino, sentii la porta aprirsi. Mi affacciai leggermente e notai entrare altri ragazzi. Zed, Aiden, Steven, e beh...Evan. Dietro di loro entrarono le due ragazze che avevo visto la prima sera, e poi quella che era tra le gambe di Evan alla festa. Improvvisamente la delusione mi travolse ma con un gran sospiro lasciai che tutto passasse. Tornai in camera e mi ci chiusi dentro.

Studiai per circa 3 ore, e una volta finito, mi buttai a peso morto sul letto. In quell'esatto momento la mia testa iniziò ad insultare colui che aveva appena bussato. Mi alzai e feci fare due giri alla chiave, e notai subito Nash. Gli feci cenno di entrare ma al contrario lui mi prese per un polso e mi trascinò in salone, davanti a tutti, ed iniziai a sentirmi osservata. Dopo pochi secondi accennai un sorriso e mi girai verso Nash per dargli un piccolo pugno sulla spalla. Fece finta di provare tanto dolore per poi scoppiare a ridere. Risi anche io e mi sedetti per vedere e capire ciò che stavano facendo. Oh..stavo semplicemente vedendo un film.

Mi appoggiai al bracciolo del divano e improvvisamente sentii una leggera pressione sulla mia spalla. Mi girai e notai che Evan, si era alzato e mi aveva lasciato il suo spazio. Era davvero un ragazzo gentile. Lo ringraziai ma lui non mi degnò neanche di uno sguardo. Rimasi stranita ma poi lasciai passare.

La serata passò tra chiacchiere e risate. Molly e Viktoria. La prima era estroversa come si mostrava. Era quasi l'opposto della seconda. Non si faceva un minimo di problemi prima di fare una cosa. Mi sembrava così sicura di se, che quasi la invidiai. Viktoria invece era molto timida. Una ragazza piuttosto semplice. La osservai e notai come guardava Rube. Si vedeva da chilometri che le piaceva, avrebbe avuto bisogno solo di una piccola spinta per parlare. Ci demmo appuntamento il giorno seguente per fare una passeggiata, e andare a comprare un vesito per Molly, che la sera seguente sarebbe dovuta uscire con un ragazzo, del quale non ricordo bene il nome.

"Nate esco!" Urlo per farmi sentire da mio fratello da poco tornato da scuola. "Cosa? Con chi?!" Lo vidi correre verso di me. Non era abituato a questa me. Risi leggermente "Tranquillo, solo con Molly e Viktoria." Dissi accennando un sorriso. "Ah va bene. Vuoi che ti accompagni?" chiese. "No tranquillo , voglio farmi una camminata" dico dandogli un bacio sulla guancia girando i tacchi per andarmene. Avevo indossato dei semplici jeans neri, un top, con sopra una delle felpe giganti comprate al mercato qui vicino, e le solite nike bianche.

Camminai per circa 5 minuti e poi le vidi sul marciapiede davanti "Bokers" il negozio di una nostra amica di famiglia. Le salutai da lontano e appena mi notarono, mi vennero incontro.

"Ehi tesoro!" Mi disse Viktoria sorridendo. "Ciao" continuò Molly accennando un sorriso. "Ciao ragazze" risposi abbassando di poco la testa.

"Bene, ora andiamo a prendere un caffè, che ne dite? Non ho nemmeno pranzato. E poi possiamo andare a cercarti il vestito." disse Viktoria riferendosi infine alla rosa. "Mh si va bene" rispose quest'ultima distrattamente, intenta a messaggiare con qualcuno.

Passamo davanti ad una caffetteria, e appena aprì bocca per farglielo notare vidi gli occhi di Viktoria diventare due piccoli cuoricini verdi, e strattonare per il braccio Molly, verso l'entrata. Risi a quella scena e le seguii. Appena entrata potei capire il perché della reazione esagerata di Viktoria. Rube, Evan, Nash e due ragazzi mai visti prima erano ad un tavolo poco distante dall'entrata. Ci video subito e Nash ci fece un cenno con la testa, per dirci di andare da loro.

Salutai tutti per poi crollare in un momento di silenzio. "Allora chi sono queste belle ragazze?" chiese uno dei ragazzi ignoti. "Io sono Molly, Molly Morgan. Loro sono Viktoria Clark e Elisabeth Rush" disse convinta la ragazza rosa.

Il ragazzo ci squadrò una per una per poi rivolgersi a me "Tu mi sei decisamente nuova, su voi due" disse con lo sguardo puntato sulle due ragazze accanto a me "Ho sentito qualche voce, ma niente di che" continuò. "Non sei male per essere una Rush, ma sicuramente per colpa di tuo padre il tuo corpo non sarà una favola, vero?" concluse con una nota di cattiveria nella sua domanda. Lo guardai disprezzante ma allo stesso tempi stupita. "Tu! Come fai a sapere di mio padre? Eh?!" dissi a voce più alta di quanto avrei dovuto. "Le voci girano, si sa in giro bella. Buongiorno" disse prendendomi palesemente in giro. "Scommetto che si vedono ancora tutti i segni, o non è cosi piccola troia?" disse arrabbiandosi senza motivo. Le lacrime erano al limite. Mi ero ripromessa di non mostrarmi mai più debole difronte agli altri.

"Ragazze devo andare, mi sono ricordata che avevo da fare con Nathan. Ci sentiamo sta sera." Balbettai velocemente scappando via da quel posto che man mano si faceva sempre più stretto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2017 ⏰

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