Parte 1

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Settembre 2014

New York era affollata, come sempre. Un ragazzo camminava a testa bassa tra la gente, tantissima gente intenta nei propri affari, da cui non era minimamente toccato. Rabbrividì quando una folata di aria fredda lo investì in pieno e si tirò il cappuccio della felpa sopra i capelli biondi. Non gli piaceva doversi allontanare così tanto da Long Island, significava esporsi e (quasi sicuramente) finire nei guai. Svoltò bruscamente, ritrovandosi in un vicolo stretto e sporco, con sacchi dell'immondizia sparpagliati ovunque e cassonetti luridi traboccanti. Il fetore era qualcosa di orribile, tanto che fu costretto a mettersi una mano davanti alla bocca. Si guardò intorno e ripensò al motivo per cui si trovava lì. Il suo istruttore era venuto a conoscenza di strane attività da quelle parti e aveva deciso di mandare lui a controllare, da solo. Avrebbe tanto voluto portarsi dietro una certa persona, ma avevano deciso che avrebbe attirato troppo l'attenzione. Così eccolo lì. Si inoltrò nel vicolo, che era più lungo di quanto potesse sembrare a una prima occhiata e il rumore delle auto della strada principale si affievolì sempre di più. L'odore peggiorò e un suono lo costrinse a stare all'erta. Estrasse un arco, e incoccò una freccia, prendendola dalla faretra che portava sulla schiena. Avanzò e si trovò davanti a uno strano spettacolo: un grosso essere stava frugando nell'immondizia. Era un serpente attorcigliato su sé stesso di un colore verde fiele con una piuma scarlatta sulla testa. Non aveva dubbi che se si fosse srotolato sarebbe stato lungo almeno sei metri. Mirò alla testa della creatura, che non l'aveva ancora notato. Sembrava diverso da tutti i mostri che aveva incontrato fino a quel momento. Un bagliore attirò la sua attenzione e lo distolse dalla creatura. Un ragazzo di venticinque anni circa si avvicinava, anche lui armato di arco e con una spada scintillante agganciata alla cintura. Aveva i capelli neri ed era parecchio alto. I due si guardarono per un momento e si capirono: volevano uccidere quell'essere, qualsiasi cosa fosse. Tesero gli archi, ma proprio quando stavano per colpire, la creatura si accorse di loro. Sibilò e attaccò il ragazzo con i capelli neri. Questi, preso alla sprovvista, si gettò di lato, evitando le zanne per un pelo.
«Stai giù!» ordinò il biondo e scagliò la freccia.
Il serpente fu colpito e sibilò, ma non si disintegrò come facevano tutti i mostri normali, sembrava solo irritato. Voltò la testa da rettile verso di lui e quegli occhi gialli e penetranti gli provocarono un tremendo senso di torpore. Sapeva di dover incoccare un'altra freccia o di estrarre la spada, che giaceva appesa alla sua cintura (allo stesso modo dell'altro ragazzo), ma le braccia erano rigide, come se fossero diventate improvvisamente di piombo. Il serpente spalancò le fauci, pronto ad attaccare, quando il ragazzo dai capelli neri vi si avventò contro e cercò di decapitarlo con la sua spada, che sembrava fatta di cristallo. La creatura scartò sibilando, evitando il colpo fatale. Parve essere indeciso per un momento, ma quando il ragazzo si rialzò, decise di battere in ritirata. Lo osservarono strisciare via a una velocità impossibile e poi sparire.
«Tutto bene?» domandò il ragazzo mettendo via la spada di cristallo.
«Sì» rispose semplicemente, sentendo il torpore dissolversi «Grazie, quel coso mi avrebbe fatto a fettine».
«Oh, non preoccuparti, direi piuttosto che siamo pari. Come ti chiami?».
«Mi chiamo Will. Will Solace».
«Io sono Alec Lightwood».
Will lo squadrò. Indossava una particolare tenuta da combattimento nera, leggera ma resistente e le braccia e il collo erano tappezzate da quelli che sembravano tatuaggi.
«Allora, da dove vieni?» domandò Alec «Non mi sembra di averti mai visto all'Istituto».
«Istituto?» Will era confuso «Di cosa parli?».
Alec socchiuse gli occhi.
«Aspetta, tu non vieni da un istituto? Non sei uno di noi?».
«Se per voi intendi un mezzosangue allora sì».
«Mezzosangue?».
«Sì, un mezzosangue, un semidio».
Alec sgranò gli occhi.
«Quindi tu...».
«Dimmi, Alec, chi sei tu?».
«Uno Shadowhunter, un Cacciatore di Demoni».
Questa volta fu il turno di Will di sgranare gli occhi.
«Quindi quel coso era un demone? E io che pensavo fosse un banale mostro».
«Non credo che fosse un demone, non ne ho mai visti di simili. Sembrava qualcosa di appartenente a questo mondo. Hai parlato di un mostro?».
«Sì, si formano giù, nel Tartaro e sono decisamente di questo mondo, ma non ne avevo mai visti di simili. E io ne ho visti parecchi».
«Idem con i demoni. Ma se non era nemmeno uno dei tuoi mostri, allora cos'era?».
«Non ci sono miei mostri» puntualizzò Will irritato «Comunque se ti va di darmi una mano non dico di no».
«Ottimo, allora siamo soci?» gli domandò sorridendo.
«Sì, soci» sorrise di rimando Will.

Doom-2. Terrore a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora