Parte 4

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Per la prima volta da quando John l'aveva incontrato, sembrava veramente spaventato, anzi, quasi terrorizzato.
«Marcel, dovete smontare tutto, subito! Se quella arriva qui sarà la fine».
«Possiamo combatterla».
«No, lei no. È inarrestabile. Andiamo» poi aggiunse, guardando il gruppo «Prendete i vostri amici e sparite, se ci tenete alla pelle».
Detto questo, i Dottori si avventarono sul grande cilindro di vetro che conteneva il vecchio lupo mannaro e lo sradicarono, poi lo portarono via di corsa attraverso lo squarcio nel muro. L'Inventore li seguì.
«Andiamo, presto!» esclamò John. Puntò la bacchetta contro i tavoli operatori e disse: «Relascio!».
Will si alzò subito. Era un po' barcollante, ma stava bene. Alec invece scivolò a terra, tossendo. Le rune che aveva sul corpo stavano fumando e la pelle iniziò a tingersi di una sfumatura grigiastra.
«Che cos'ha?» domandò Jace sgomento.
«I Dottori gli hanno tolto il sangue d'Angelo, le rune lo stanno uccidendo» rispose Will.
«No...» fece Roger «Lo trasformeranno in un Dimenticato... È anche peggio della morte».
Il vampiro e lo Shadowhunter sollevarono Alec per le spalle, mentre questo si contorceva e si lamentava.
Nico, stanco di aspettare, si lanciò verso Will e gli diede un lungo bacio sulle labbra.
«Ehi...» riuscì a mormorare il semidio biondo.
«Ragazzi, dobbiamo uscire!» ribadì John.
I due semidei si separarono e il gruppo prese a correre (per quanto fosse possibile con Alec che faceva resistenza) su per il tunnel. Roger li guidò attraverso i cunicoli secondari, dicendo di sentire il rumore del traffico in lontananza. Emersero in una grande stanza, piena di vampiri. La luce del sole filtrava tra le assi che coprivano le finestre. Nessuno badò a loro in modo particolare, quindi si diressero verso la porta, anche quella sbarrata. Nemmeno questa volta l'Incantesimo di Apertura funzionò, quindi corsero su per le scale verso i piani alti. A metà della prima rampa si fermarono. I vampiri stavano trattenendo il fiato e uno di loro disse: «Ci siamo».
Dall'ingresso del cunicolo comparve una figura alta e sottile. Era una ragazza di non più di diciassette anni, con i capelli bianchi e addosso una giacca nera. Brandiva una bacchetta bianca che luccicava. Con orrore John la riconobbe.
«PRENDETELA!» gridò qualcuno.
I vampiri attaccarono e così fece la strega. Il caos fu totale. Urla di dolore, di terrore e spesso anche quelle grida soffocate che precedevano la morte. La ragazza camminava tranquillamente, facendo roteare la bacchetta come una spada e abbattendo chiunque si avvicinasse.
Il gruppo riprese a salire, mentre la giovane uccideva uno dopo l'altro tutti quelli che cercavano di fermarla.
Raggiunsero il secondo piano e lì Nico esclamò: «Fermiamoci qui, ci verranno a prendere».
Reggeva un piccolo disco di bronzo. Si sistemarono alla fine di un corridoio, davanti a una finestra sbarrata, che John riuscì ad aprire con la magia. Nel frattempo i rumori si facevano più vicini e sempre più cruenti. Roger scattò verso le scale e si trovò insieme ad altri cinque vampiri. La strega comparve e vi si avventarono contro. Ne uccise tre in un colpo con un lampo di luce viola e sollevò il quarto senza utilizzare la bacchetta, semplicemente muovendo la mano. Roger la osservava terrorizzato, mentre la ragazza chiuse le dita a pugno e il vampiro smise di muoversi all'improvviso.
John gridò: «Roger!».
La strega alzò lo sguardo su di lui, poi sul suo amico, che nel frattempo era inciampato su un corpo, mentre tentava di arretrare. Si scambiarono una lunga occhiata, poi il quinto vampiro attaccò, distraendo la giovane. Questa ringhiò e con un movimento fluido del braccio, lanciò un incantesimo argentato che lo tagliò in due. Le due metà del corpo caddero a terra con un tonfo sordo. Roger ne approfittò per precipitarsi alla finestra. La strega si voltò verso di loro e per un momento John vide chiaramente i suoi occhi. Erano di una chiara tonalità di azzurro, diversi da quelli di Alec e da quelli di Roger. Alcuni vampiri superstiti la attaccarono da dietro e si voltò per combattere. I corpi cadevano uno dopo l'altro.
«Ragazzi, adesso dobbiamo saltare!» disse Nico.
John si voltò e per poco non gli prese un colpo: fuori dalla finestra si trovava un enorme drago alato di bronzo, cavalcato da un ragazzo magro che cercava di attirare la loro attenzione. La strega si girò nella loro direzione mentre un altro vampiro cadeva tenendosi una mano sul cuore. Gli occhi non erano più azzurri, ma le iridi e le pupille si erano fuse in due piccoli cerchi bianchi luminosi. Sul viso aveva un'espressione di ferocia pura. Iniziò a camminare nella loro direzione, sempre combattendo.
«Non posso, il sole mi ucciderebbe» fece Roger «Andate senza di me».
«Neanche per sogno» esclamò Jace porgendogli il polso «Bevi il mio sangue e poi salta. Fidati».
Roger lo osservò dubbioso per un momento, poi si convinse quando con un grido la strega spezzò tutte le ossa a un vampiro e lo scaraventò via, mandandolo ad abbattere una porta. John osservò il suo amico estrarre i canini e affondarli nel polso di Jace, che non fece una piega. Quando ebbe bevuto abbastanza sangue, il cacciatore si dipinse una runa con un piccolo strumento di cristallo e la ferita guarì.
«Ora aiutami con Alec e andiamo!».
I due sollevarono il corpo semi-svenuto e riuscirono a caricarlo sul drago. John notò che Roger non era bruciato dal sole e dovette notarlo anche lui, perché balzò all'esterno con disinvoltura e si sporse per prendere gli altri. La strega colpì tre vampiri in una volta e i loro corpi si sgretolarono come polvere.
«VAI!» gridò Nico.
Il drago iniziò a muoversi e il gruppo si allontanò finalmente da quel luogo maledetto. John si girò un'ultima volta a guardarlo e vide la giovane strega alla finestra, con gli occhi luminosi e uno sguardo assassino, rivolta nella loro direzione.

Doom-2. Terrore a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora