Si può odiare continuando ad amare.
(Jean-Claude Izzo)
Attorno a lei persisteva l'oscurità totale e un silenzio innaturale. Tentava di scovare la via d'uscita, invano. Si osservò intorno e il cuore iniziò a battere velocemente. Perché, perché era da sola?!
- Mamma, papà, Alya, Nino... Adrien?! -
Appena pronunciò l'ultimo nome, di fronte a sé apparve una figura dai capelli biondi girata di spalle e lei sorrise, correndogli incontro. Lo avrebbe riconosciuto anche tra migliaia di altri ragazzi con lo stesso colore della chioma!
Improvvisamente si fermò e l'euforia svanì. C'era qualcosa che non andava, un macigno le schiacciava la gabbia toracica bloccandole quasi il respiro. Mosse una mano nella sua direzione e lui si voltò lentamente, mostrando un sorriso e frenò a mezz'aria le dita. Poco dopo dovette coprirsi la bocca con le mani per l'incredulità. Gli indumenti del ragazzo erano diventati con lentezza una tuta nera, in testa delle orecchie da gatto e una maschera a celare metà viso, successivamente divennero completamente bianchi. Da lì, il sorriso divenne un ghigno maligno e gli occhi sembravano voler catturare il suo lato nascosto e sfruttarlo a suo vantaggio.
- Chat Blanc! - esclamò impaurita, la voce ovattata.
- Good job, - si congratulò, parlando lentamente. - My LADY. -
Aprì di scatto gli occhi e si mise seduta, afferrandosi la testa tra le mani, il respiro irregolare.
- Marinette? - la chiamò Tikki, sdraiata sul cuscino e lei la guardò.
- Niente. - si strofinò una guancia - Niente. - diede un'occhiata all'orologio sul comodino, che segnava le quattro del mattino e si mise supina, chiudendo gli occhi.
La kwami si avvicinò a lei, cercando di consolarla e Marinette, apprezzandone lo sforzo, le carezzò la testolina, stringendola delicatamente.<< Soffrirete. >>
"Oh, Tikki... avevi ragione.", pensò tra le lacrime, rannicchiandosi sotto le coperte.
Dopo aver fatto colazione ed essersi fatta una doccia, aprì la porta della boulangerie, trovandosi tutti i suoi amici ad accerchiarla.
- Marineeette! - le saltò addosso Alya, facendola ridacchiare.
- Ehi, piano. -
- Dovrei farti una ramanzina per come ci hai lasciati ieri! - si intromise Nino, a braccia conserte e parecchio indispettito. - Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato, - aggiunse avvicinandolesi, per poi abbracciarla. - ma mi sono fidato. -
Alya osservò la scena con un sorriso e con incredulità, come Marinette. Nino non mostrava facilmente affetto per qualcuno, però se lo faceva era in casi eccezionali e quello, a quanto pareva, lo era.
- Hai fatto bene, Nino. Sono viva! - ci scherzò su, staccandosi dall'abbraccio.
- Non ricapiterà, ti avverto! - la informarono all'unisono i due ragazzi, guardandola con serietà e lei annuì.
Chloé sbuffò: - Sentite, noi stiamo qui a perdere tempo quando dovremmo cercare Adrien e se li accadesse qualche cosa, - li indicò - vi giuro che non la passerete liscia! -
- Chloé ha ragione. Rimettiamoci alle sue ricerche, potrebbe aver bisogno di aiuto. - concordò Sabrina accanto alla bionda, seguita a ruota dagli altri ragazzi.
Erano tutti preoccupati per lui, era evidente, tuttavia non si spiegavano come avesse fatto a scomparire nel nulla senza lasciare tracce.
- Possiamo aiutarvi, se volete. - disse Tom, poggiando una mano sulla spalla della moglie.
- Grazie, Tom e Sabine. - benedì la bruna con le mani congiunte.
- Siete davvero dei genitori gentili. - soggiunse il castano, sorridendo e venendo ricambiato.
- Ci siete riusciti? - domandò Nathalie, fermandosi al loro fianco con dietro la guardia del corpo.
I giovani avevano chiamato la scorsa sera la manager e il bodyguard per avere un contributo, ciò nonostante persino loro avevano fatto un buco nell'acqua.
Negarono simultaneamente e la donna abbassò il capo, sospirando.
- Sapete... non ci siamo posti una domanda, in tutto questo. - parlò Alix, un dito sul mento.
- Cosa? - chiese Ivan, aggrottando la fronte.
Arrancò per un po', dopodiché alzò le braccia a mezz'aria: - Perché Parigi è ridotta così? - le spostò verso il basso - Insomma, è quasi un anno che la città è attaccata da persone akumizzate, prontamente riportate alla normalità da Ladybug e Chat Noir. - Marinette si strinse nelle spalle - Per quale motivo, allora, questa volta non è andata alla stessa maniera? - li guardò uno a uno - Chi impedisce agli eroi di ristabilire la quotidianità? Un supercattivo con poteri che eguagliano i loro! -
La mora sussultò alla conclusione della fanciulla. Alix aveva centrato in pieno la questione, solo che non immaginava che il nemico fosse il loro salvatore convertito al male. Prima o poi lo avrebbero scoperto e, di conseguenza, avrebbe dovuto rivelare anche la sua identità. Maledizione ai guai!
- Come puoi pensarlo? - interpellò Juleka, confusa.
- Osservatevi attorno! Certo, potrebbero essere cause naturali... -
- Esattamente. - la interruppe Chloé, battendo un piede a terra. - Vi ho già detto che dovremmo trovare Adrien, invece di ascoltare le fantasie di una ragazzina! -
- Oh là là! State cercando un bimbo sperduto? -
Si voltarono nella direzione da cui proveniva la voce e rimasero stupiti di notare Chat Noir, in piedi e con le mani sui fianchi, sul tetto di fronte alla casa dei Dupain-Cheng. Eppure c'era una cosa non andava...
La sua tuta non era nera.
- Be', una zampa in più non porta dispiaceri. - commentò Chloé, riferendosi al suo stato da gatto, una mano a reggersi il gomito dell'altro braccio, che era piegato al petto.
Chat rise di gusto, afferrando il bastone e prolungandolo, mentre fece un salto e atterrò sul suolo.
Iniziò a farlo roteare al suo fianco: - E se ti dicessi che non ne ho la minima voglia? - osservò Marinette, che mosse un passo indietro, deglutendo. - Che ho qualcuno a cui pensare? -
In seguito si diede uno slancio e corse da lei, portando in alto l'asta, che la giovane evitò con una capriola. Il ragazzo la sfidò con lo sguardo, gli occhi a due fessure, venendo contraccambiato.
- Ehm... o Chat Noir ha solo cambiato il colore della tuta... - rifletté Alya rivolta a Nino, mentre tutti osservavano il biondo attaccare e la mora difendersi.
- Oppure è proprio lui... - continuò il castano, lasciando però in sospeso.
No, non potevano crederci! Nessuno dei presenti voleva credere che fosse lui il colpevole, colui che salvava e non feriva. Purtroppo gli eventi si erano capovolti e non si poteva evitare...
La guardia del corpo di Adrien lo prese tra le braccia, impedendogli di muovere le sue, ma il ragazzo gli diede una testata sul mento. L'uomo mollò la stretta e si toccò la bazza, così Chat gli diede un calcio rotante, mettendolo da parte. Nathalie andò in suo soccorso, spaventata.
Sabine si era coperta la bocca con le mani e Tom aveva sgranato i bulbi per lo sgomento. Cosa c'entrava Marinette?!
- Che vuoi fare a mia figlia? - si infuriò avanzando in direzione dell'eroe, che si girò e fece arrivare un'estremità della verga al collo dell'uomo, un lato della bocca alzato.
- Le conviene non immischiarsi, se non vuole che faccia più del dovuto alla sua innocente bambina. - gli consigliò divertito.
Marinette ringhiò, acchiappò una piccola trave di legno e gliela scagliò, colpendogli la testa e facendogli così fare un movimento brusco con le spalle. Chat si voltò lentamente, digrignando i denti e stringendo la presa.
Fece una lieve pressione sul gozzo e l'uomo venne spinto all'indietro. Urlarono per lo spavento e Sabine corse subito dal marito, ora privo di sensi, terrorizzata.
- Tom, Tom! -
Marinette aveva le palpebre aperte fino all'inverosimile, le sentiva tirare e il suo corpo era percorso da un tremolio rabbioso. L'attenzione del biondo era rimasta su di lei, anche se aveva compiuto quel singolo gesto.
Sorrise soddisfatto e la mora si conficcò le unghie nella carne, per poi portarsi in avanti quando lo vide avvicinarsi velocemente a...
- Attenta, Alya! - l'avvertì correndo.
La citata avvistò Chat Blanc a poca distanza da lei e urlò, mentre Nino le afferrò la mano e la spostò di lato, così il fanciullo arrestò l'attacco a mezz'aria.
Marinette era proprio dietro di lui e aveva tra le dita il bastone: - Non la devi sfiorare nemmeno con un fiore! - sbottò a perdifiato.
La bruna e il castano di fronte a lui videro delinearsi un ghigno sul suo volto che li destabilizzò. Successivamente rise, alzò la verga insieme alla ragazza, che fu presa alla sprovvista, e roteò su sé stesso.
Marinette strizzò gli occhi e rafforzò la presa, che il biondo stava tentando di farle allentare. A quella velocità ci sarebbe sicuramente riuscito, ma lei non voleva mollare, anzi, provò a farsi più vicina muovendo le mani sul bastone.
C'era quasi, un piccolo sforzo e... la stretta venne meno, facendola gridare e si ritrovò sospesa per aria, finché non ruzzolò a terra girando su di sé. Tikki emise un leggero mugolio di dolore e la mora si scusò mentalmente con lei.
- Marineeette! - urlarono terrorizzati e non appena udirono la risata cattiva di Chat si strinsero nelle spalle.
- Cosa ti succede, Bugaboo? - le domandò, arrancando con lentezza. - Se ti trasformassi, avresti una possibilità di battermi. Oh, già, - osservò le persone attorno a loro, dopo essersi fermato. - non puoi farlo. Altrimenti - riportò lo sguardo su di lei, riprendendo il cammino fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. - la tua doppia vita sarebbe a rischio, non è vero? -
La fanciulla provò a mettersi almeno seduta, senza successo. La caduta le aveva causato dolori dappertutto, ciò nonostante riuscì ad alzare lo sguardo per poterlo guardare con occhi infuocati.
Lui poggiò un ginocchio a terra e inclinò il busto in avanti, per poi sospirare: - Ti odio. Ti odio. - sussurrò, scuotendo il capo con lentezza e Marinette sgranò i bulbi a quella dichiarazione.
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[✓] 𝐋𝐄 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓 𝐌𝐎𝐑𝐓𝐄𝐋(ᴍɪʀᴀᴄᴜʟᴏᴜs ʟᴀᴅʏʙᴜɢ)
Fanfic- Mi odi così tanto? - chiese a scatti. - Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento. ---- Due migliori amici con una doppia identità neanche una volta rivelata l'uno...