Incubi - Parte I.

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Ciò che ci teniamo nascosto dentro diventa veleno e ci fa del male: più siamo segreti, più diventiamo malati. 

(Andrea Gasparino)




Canticchiava, camminando per la strada dopo aver fatto la spesa per la mamma. Era un lavoraccio portare quella busta pesante, ma era contenta di poter aiutare. Così aveva anche occasione di guardarsi un po' intorno per i preparativi della festa. Tra pochi giorni era il compleanno di Adrien e aveva deciso insieme ai compagni di classe di fargli una sorpresa che non avrebbe mai dimenticato. Purtroppo ci sarebbe stata Chloé e a nessuno andò giù quella disgrazia, tuttavia non potevano non farla partecipare. Era pur sempre un'amica del ragazzo. Sbuffò. Davanti a sé vide di spalle un tipo dai capelli biondi e, grazie alla sua andatura, comprese chi fosse.
Sorrise e corse nella sua direzione: - Adrien! - lo chiamò, posandogli una mano sulla spalla.
Lui si girò e il sorriso di Marinette si spense. Il fanciullo aveva delle orecchie sulla testa, una maschera a coprirgli metà viso e una tuta aderente nera. Ma che diamine...? Non era Adrien!
- Chat Noir? -
Improvvisamente il paesaggio iniziò a svanire con lentezza, costringendola ad osservarsi in giro, spaventata, finché non fu circondata dal nero più totale.
- Che cosa sta succedendo? - lo guardò - Chat Noir! - sgranò gli occhi di fronte al ghigno che il biondo stava mostrando e il suo corpo fu percosso da brividi di terrore. - Perché stai ghignando? -
Lui ridacchiò: - Prova ad indovinare. - disse, mostrando il suo bastone, che allungò. - Perché non mi hai mai detto niente? - inclinò il capo di lato - Non ti fidi di me? -
- Che stai dicendo?! - gesticolò con le mani - Basta scherzare e troviamo una modo per uscire di qui! - gridò, indicando con la mano la zona completamente oscura. - Le tue battute da gatto provocatore non ci aiuteranno a risolvere questo inconveniente problematico! - si prese la testa tra le mani - Cerca di essere serio, una volta ogni tanto! Perché non ci riesci? - si scompigliò i capelli.
- Così mi offendi. - sussurrò divertito.
- Sei frustrante! - urlò, battendo un piede sul suolo. - Ora vieni qui e dammi una mano. - gli ordinò, girandosi.
Chat scosse la testa, con una lato della bocca alzato: - Quindi non hai capito, eh? - la mora lo guardò e lui portò in alto l'asta, facendole sgranare gli occhi. - Sei una bugiarda. Una bugiarda! - urlò le ultime parole, trascinando in avanti il bastone.
Marinette gridò, riparandosi il volto con gli avambracci e udii forte e chiaro il rumore dell'oggetto che cozzava contro essi.



Aprì di scatto gli occhi e si mise seduta, afferrandosi la testa tra le mani, il respiro irregolare.
- Marinette, che cos'hai? Stai bene? - domandò velocemente la kwami, guardandola preoccupata.
Strizzò i bulbi, digrignando i denti: - Niente, Tikki. Solo... Solo un brutto incubo. - si alzò lentamente, sospirando e guardando fuori dalla finestra.
- A me non sembra. Ti ha scossa molto, - la seguì, mettendosi poco dopo al suo fianco. - ti sei agitata nel sonno per tutto il tempo. Puoi dirmelo, Marinette. - la ragazza sorrise e scosse la testa. - Perché? - si rattristò.
- Te l'ho detto: è stato solo un incubo. - fissò il cielo stellato, seria. - Uno stupido... incubo. -

- Allora, allora, allora! - iniziò Alya emozionata, dandole un colpo d'anca. - Che piano malvagio dobbiamo architettare per farlo cadere dritto nella nostra trappola? - Marinette ridacchiò e Nino scosse il capo. - Cosa c'è? -
- C'è che provo pena per te: così giovane e ci sono già tanti problemi. - alzò gli occhi al cielo - Eh, quanto mi dispiace. -
La bruna mise il broncio: - Sempre a criticare e poi non vuole essere tirato in ballo. Non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te stesso. - mentre parlava, il castano imita con la mano sinistra il becco di una papera, muovendo in sincronia la bocca.
- Blah, blah, blah! Quanto sei noiosa! -
- Ma vai all'inferno! -
Marinette poggiò le mani una sulla spalla dell'altro, allontanandoli: - Su, su, non litigate. Dobbiamo pensare ad organizzare la festa a sorpresa per Adrien e scegliere i regali. -
- Hai ragione, Marinette. - risposero all'unisono.
Si trovavano seduti su una panchina del parco, di domenica mattina per capire, infatti, come dar vita al party per il loro amico. Avrebbe compiuto diciotto anni e volevano che fosse indimenticabile! Avrebbero reso le loro idee delle bozze che poi avrebbero messo insieme a quelle dei compagni di classe, scegliendo alla fine la vera creazione.
- Che ne dite di farla qui? -
- All'aperto? Non farà freddo di sera? - proferì scettico Nino, a braccia conserte.
- Però è il suo posto preferito. Chissà come mai? - Alya guardò Marinette, ammiccando e quest'ultima, sentendosi osservata, ricambiò lo sguardo con un sopracciglio alzato. - Non è qui che vi siete dati il regalo di San Valentino, - iniziò ad elencare sulle dita - Natale, al tuo compleanno... -
- Quindi? -
- Mmh. Hai ragione, Alya. - concordò il ragazzo con un dito sotto il mento.
Marinette sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Si parlavano in codice, per caso? Chi li capiva era bravo!
- Comunque, per ideare l'allestimento possiamo chiedere aiuto a Nathanael: è bravissimo nel disegnare e grazie ai suoi schizzi possiamo vedere quale si adatta meglio allo stile di Adrien. Aggiungendo anche me possiamo mettere insieme qualcosa di carino. -
- Sì, sono d'accordo. - annuì Alya, seguita da Nino.
Il cellulare della mora iniziò a squillare e lo prese tra le mani: - È Adrien. Shh! - disse e si mise un dito davanti alla bocca. - Pronto? -
- Ehi, Marinette, dove sei? -
- Ehm, sono con Nino e Alya. Perché? -
- Che cosa state facendo? - domandò, aggrottando la fronte. - Come mai non mi avete chiamato? -
- Ehm... - i due seduti ai rispettivi lati della ragazza gesticolarono con le mani e mossero la bocca. Lei li guardò come se fossero matti, saettando gli occhi da uno all'altra.
- Marinette? -
- Sì, sì, sono qui. Dimmi. - parlò velocemente e si morse il labbro inferiore, poi schiaffeggiò le mani degli amici, facendoli smettere.
- Scommetto che quei due stanno facendo strane mosse da idioti come ogni volta che parliamo al telefono. -
- Ehi, babbione! Idiota lo dici solo a Nino, io sono una ragazza per bene! - la voce di Alya lo raggiunse irritata.
- Tu, una ragazza per bene? Puah! Quanto sei comica! - Adrien rise, accompagnato da Marinette.
- Che ridi tu?! -
- Scusatemi ma... siete troppo buffi! - si giustificò la mora, facendo sorridere il biondo.
Era inutile, la risata di Marinette gli calmava i sensi. E lui quietava lei? Scosse la testa. Ma che pensava? Fu attratto da Plagg, che ridacchiava sotto i baffi e ridusse gli occhi a due fessure. Con l'indice e il medio lo acchiappò e si ritrovarono faccia a faccia: Adrien lo guardava male e l'esserino sorrideva innocente.
Il ragazzo sapeva perfettamente cosa passava per la mente del suo piccolo amico e... non le dispiaceva affatto. Lui e Marinette sembravano davvero una coppia? Peccato non lo fossero sul serio. Ah! Ecco di nuovo quei pensieri! Maledizione ad Alya, Nino, Plagg e a tutti coloro che esponevano quelle opinioni fraintendibili!
- Comunque aspettatemi lì, - Marinette sgranò gli occhi, smettendo di ridere. - arrivo subito. -
- No! - urlò lei, spaventando i tre ragazzi. - In senso... Ci siamo incontrati per caso ed ora stiamo ritornando a casa. - rise nervosa, grattandosi la nuca.
Alya sospirò, scuotendo il capo e Nino si strofinò gli occhi, facendo attenzione a non far cadere gli occhiali.
"Marinette rovinerà tutto.", constatarono i due, guardandola mentre tentava di convincere Adrien, per poi chiudere la chiamata con un Devo andare, ciao!
Sospirò: - Dobbiamo fare attenzione. Adrien da un un paio di giorni sembra un falco a caccia di prede. Sto iniziando persino a preoccuparmi. -
- Per la questione di Ladybug? - Marinette annuì.
- Sinceramente sono preoccupato anch'io. - disse Nino - Insomma... da quando è così fissato di Ladybug? - alzò le spalle, curioso.
- Su questo hai ragione. Lo so perfettamente che vi somigliate. - la mora la guardò.
- Cosa... intendi dire, Alya? - chiese agitata, deglutendo.
- Be', i capelli, gli orecchini... ma quante persone ci sono al mondo con le stesse cose? Non si possono nemmeno contare. -
Marinette emise un leggero sospiro di sollievo. Questo piccolo dettaglio le stava salvando la vita e si sentiva davvero fortunata. Forse troppo.
Sorrise: - Ne sono a conoscenza anch'io. Infatti ho perdonato Adrien per essersi accanito così tanto. -
Alya rimuginò, un dito sotto al mento: - Ti ricordi il giorno in cui abbiamo fatto l'audioconferenza e ci hai descritto lo strano comportamento di Adrien? -
La mora guardò la bruna, tornando indietro di quattro giorni.

[✓] 𝐋𝐄 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓 𝐌𝐎𝐑𝐓𝐄𝐋(ᴍɪʀᴀᴄᴜʟᴏᴜs ʟᴀᴅʏʙᴜɢ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora