Me la ricordo vagamente, la mia mamma intendo, mi ricordo solo che era bella, tanto bella ed elegante, nonostante le numerose ferite.
Ferite inflitte da tanti anni di corse.
La mia mamma, era un greyhound, come me del resto.
Era una stupenda grey brindle, il suo mantello fulvo tendente al rossiccio striato di marrone, credo...
Si credo, perchè io la mia mamma non la vedo da tanto, tanto tempo.
E' morta ormai, il nostro trainer gli ha sparato, quando io ero ancora un cucciolo, ha detto che lei non serviva più, era un peso, un'altra bocca da sfamare.
Sfamare poi...non mangiamo quasi mai, ma siamo tutti dei pesi per loro, quindi non mi stupisco più di ciò che vedo.
Però la mia mamma mi manca, a volte la sogno, sogno ancora di essere un piccolo cucciolo, di essere ancora tra le sue zampe e prendere il latte da lei, il suo odore neanche me lo ricordo più.
Ormai è solo un ricordo sfuocato la mia mamma, persa nei meandri della mia mente, persa perchè io ricordo poco, del resto per tanti sono solo un cane...
ANGOLO AUTRICE
Bene bene, non so chi e in quanti avranno la voglia di mettersi a leggere una storia che non tratta di tematiche adolescenziali, romanticismo ecc...
però era un pò che pensavo di scrivere qualcosa, così ho voluto cominciare con un argomento che mi sta particolarmente a cuore...
in questa storia vi racconterò la vita di un greyhound, si la vita di un cane, vista in prima persona...
come vive un grey che corre in un cinodromo, come vive un cane sfruttato per la sua velocità
perchè nascere levriero in questo mondo avido è una condanna, ma, c'è sempre un ma...
P.S. non pretendo like, voti o commenti... non ciò che m'interessa io voglio solo lanciare un messaggio perchè per me è giusto.
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Li chiamavano figli del vento
Short StorySono nato "figlio del vento" e questa è stata la mia condanna... Tutti i diritti sono riservata all'autrice con copyright registrato. Questa storia è tratta da un'idea dell'autrice ed i nomi citati sono puramente frutto della fantasia della medesima...