Scusa Mamma

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Mi misi sul bordo dell'edificio.
C'era una tranquillità infinita su quel tetto, in quella notte, dentro di me.
Come se fosse la cosa giusta.
Non mi interessa degli altri. Non mi interessa di me. Non mi interessa di nulla.
So solo che non sono fatto per stare qui, in questa terra dei fuochi.
Non sono mai stato fatto per stare qui.
Come non lo era la mia mamma.
Mi manca tanto.
Mi mancano le sue carezze, i suoi baci, i suoi abbracci.
Per questo, l'unico addio che mi sento di fare, è rivolto alla mia mamma.
Ho scritto una lettera, così che ogni qual volta si voglia ricordare di me, la legga e sorrida.
"Scusa mamma.
Scusa per tutto quello che è successo. Non doveva andare così, ma niente va per come dovrebbe andare.
Il fatto è che, non ce la faccio più.
La mia non è vita, è solo un momento, nel lungo passare del tempo, insignificante e ingiusto.
Per tutto questo tempo ho sempre pensato che io e te ce l'avremmo fatta sempre e comunque. Io ho risollevato te, e non mi importa se tu non sei riuscita a risollevare me. Uno dei due si doveva sacrificare.
Ma non prendertene colpa, è una vittoria questa per me.
Vittoria contro tutti quelli che mi hanno sempre ferito e calpestato, contro tutti quelli che si sono presi gioco di me. Ho vinto io, perché ora sono tranquillo. Tranquillo dalle continue botte e insulti, abusi, umiliazioni.
Tranquillo.
Ho sempre sognato la tranquillità, mai provata fin dalla mia tenera età, quando papà mi picchiava e tu avevi paura. Mai provata, nemmeno da ragazzino, preso di mira da tutti e tutto. Ma adesso, ora che sono semplicemente un' anima come tante altre in bilico sopra un palazzo, sono tranquillo. Hai visto? Non era così difficile trovarla.
Scusa mamma, per tutte le volte che ho preteso che tu mi capissi, quando ero il primo a non farlo con te. Quando bevevi e mi dicevi che andavi a lavorare, quando piangevi e mi dicevi di andarmene, quando mi abbracciavi e mi dicevi di non abbandonarti.
E mi dispiace, mi dispiace così tanto averlo fatto.
Ma non ce la faccio più, mamma.
Troppo dolore, troppo vuoto, troppo buio.
Dicono che quando muori, si veda una calda e forte luce, e che ci si avvicini ad essa, abbandonandoci alla sua dolcezza.
E io, mamma, voglio provare finalmente a tuffarmi nella luce.
Mi hanno sempre fatto paura le ombre, e conviverci non è mai stato facile.
Scusa mamma, se quando te ne sei andata, io non ti ho cercata.
So che anche tu soffrivi tanto, so che io non ti aiutavo, e ti capisco.
Capisco perché mi hai lasciato solo, e lo accetto.
L'avrei fatto anche io, se avessi dovuto vivere sotto lo stesso tetto di un mostro e di uno sbaglio, quali eravamo papà e io.
Scusa mamma, se non asciugavo le tue lacrime e non ti dicevo che io c'ero e ci sarei stato sempre.
Non avrei mantenuto la promessa, ma comunque ci avrebbe inondato quella rara sensazione di amore e calore, che sentivamo troppo poco per continuare a vivere insieme.
Scusa mamma, se non ho mai reagito, a papà, ai miei compagni, a Louis.
Già, quel ragazzo che credevo mi amasse, ma era tutto un gioco.
Ti ricordi il mio diciassettesimo compleanno? Lo sai perché non volevo festeggiarlo neanche con te?
Louis mi ha violentato.
Nello stesso modo in cui lo faceva papà.
Ho rivissuto tutto, mamma.
E non sai quanto questo mi abbia distrutto. Il suo tocco sul mio corpo, rude e viscido come quello di papà.
Non sono riuscito a fare l'amore nemmeno una volta, mamma.
Com'è farlo? So che sei stata davvero innamorata del tuo ultimo fidanzato, prima di papà.
Ti sentivi sporca e usata quando lo facevi? Ti faceva male ogni parte del corpo? Pregavi di morire in quel preciso istante?
Io si.
Louis sapeva il mio passato.
Da quel giorno non ci siamo mai più parlati.
Lui rideva e scherzava con i suoi amici, ed io ogni giorno che passava mi sentivo sempre più morto dentro.
Mi ha tolto le ultime cose che avevo, senza scrupoli.
Scusa mamma, se non sono il figlio perfetto che tanto desideravi.
Mi dicevi sempre :'Insegui i tuoi sogni, non lasciare che qualcuno li spezzi. Crea il tuo piccolo universo, e decidi chi far stare in mezzo.'
Nonostante fossero fasi fatte, dette e ridette, da te sembravano parole sagge e indiscutibili, con un grande valore.
È come se il mio piccolo universo fosse stato chiuso in un barattolo, per non farlo uscire,facendolo morire piano piano.
Scusa mamma, se ho permesso a qualcuno di uccidermi.
Ma come ti ho già detto, ho vinto io.
Che vadano tutti a farsi fottere. Papà, i miei compagni, Louis.
Sono tutti dei futili ammassi di cellule andate a male, senza alcuna materia grigia.
Il male che riescono a fare è potente, ma non invincibile.
Ci sono tanti modi per sconfiggerlo, io ho scelto il più drastico.
Ma se ho scelto di vincere in questo modo, è solo perché nulla ha funzionato.
Non vince sempre il bene, ma può vincere anche un compromesso tra bene e male.
Una via di fuga, una scorciatoia.
Ed è quella di far vincere noi stessi.
Contro tutti e tutto.
Scusa mamma, se non potrò mai più sentire le tue carezze, i tuoi baci, i tuoi abbracci.
Ma è venuto il momento di agire, di seguire il proprio istinto.
Non ho mai avuto la sensazione di essermi adattato al mondo, e mai ce la potrei avere.
Accetto la mia morte per quello che è, senza più indugiare.
Scusa mamma, ti voglio tanto tanto bene.
Il tuo dolce e piccolo Harry."

Ero tranquillo.
Non c'era più nessuno in quel momento.
Solo me, me stesso ed io.
Guardai il cielo violastro.
Strano che a Londra non piova proprio nel bel mezzo di Dicembre.
Forse mi ha dato spazio, così che il mio corpo possa cadere senza essere sporcato dalla pioggia, testimone di tante mie lacrime.
Sorrisi un ultima volta.
Era arrivato il mio momento.
Gli ultimi tre secondi, e finalmente avrei vinto.
Uno.
Due.
Tre.

"Caro figlio mio.
Nulla è stato colpa tua.
Nulla di ciò che hai fatto mi ha ferito. Nulla di ciò che sei mi ha mai delusa.
Sono io, ingrata meschina creatura, a chiederti scusa.
Non ti ho aiutato quando avevi bisogno di me, non ti ho protetto dal mondo intero, non ti ho difeso dagli altri.
Una mamma deve amare e proteggere il proprio figlio, perché io non l'ho fatto?
Non ti meritavo, eri troppo per me.
Non incolparti di quello che siamo noi semplici schifezze, di quello che è il mondo.
Non incolparti della mia fuga, della mia imprudenza e del mio disinteresse.
Non incolparti se tutti ti hanno calpestato e odiato.
Sei il mio dolce e piccolo Harry, il mio bambino.
Non faresti del male a nessuno, nemmeno in punto di morte.
Ti amo più della mia stessa vita e di chiunque altro.
Eri troppo per me, il mio cuore aveva troppo amore, e non sapendo che farne l'ho buttato via.
Ho buttato via dalla mia vita te.
E no, non me lo perdonerò mai.
Mi manca quando ti accarezzavo, ti baciavo, ti abbracciavo.
Mi manca ogni tua singola cellula, ogni tuo singolo respiro, ogni tuo singolo sorriso.
Tutto.
E non riavrò mai più nulla di te.
Sei bellissimo, bambino mio.
Mi ricordo ancora quando, da piccolo, ti stringevo al grembo, cantandoti una ninna nanna e facendoti addormentare.
Mi ricordo quando ti guardavo incantata, con un sorriso sulle labbra, a pensare a quanto eri bello, il più bello del mondo.
Il mio dolce e piccolo bambino, che ora non c'è più.
Ed è brutto parlare di te al presente, perché ti ricorda sempre che non ci sei più.
Voglio chiederti un ultimo favore, prima di raggiungerti.
Posso stare accanto a te, lassù?
Mi potrai perdonare?
Ti amo bambino mio, non vedo l'ora di accarezzarti, baciarti, abbracciarti.
Infinitamente dispiaciuta, ma anche finalmente tranquilla,
La tua mamma."

Fine.

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