ore 17:45
Due ore al primo contatto
Siamo davanti al bar Giotto e stranamente Federico ancora non arriva, provo a chiamarlo, ma non risponde alle telefonate.
-Flavio, faremmo meglio a cominciare ad andare... tra pochi minuti inizia il film.-
Suggerisce Silvana.
-Va bene, andiamo...-
Paghiamo il conto e ci avviamo. La salita che porta verso il cinema è una strada a doppio senso con ai lati piste ciclabili e subito dopo marciapiedi. La prima cosa che si nota appena arrivati all'inizio della salita, è la schiera di alberi di pino ben trattati disposti parallelamente lungo i margini esterni dei marciapiedi. Arriviamo davanti al cinema ed entriamo. L'odore dei popcorn ci dà il benvenuto, compriamo i biglietti, ci dirigiamo verso la sala del film e prendiamo i posti a noi assegnati. Per tutta la durata del film guardo lo schermo come fossi uno zombie ed ogni tanto do un'occhiata al telefono per vedere se Federico mi ha risposto, ma niente, sembra che sia scomparso. Il film finisce ed usciamo dal cinema, poi Lavinia mi domanda.
-Flavio, ti ha risposto Federico?-
-No, nemmeno gli arrivano i messaggi.-
-Che strano...-
Il telefono squilla.
-Eccolo, mi ha risposto, è al parco andiamo.- Comando.
Prima di mettere il telefono in tasca vedo l'ora. Le 19:32. Ormai si è fatta notte e quando arriviamo al parco non riusciamo quasi a vedere niente, i lampioni sono stranamente spenti. Lo chiamo e sentiamo a malapena la sua suoneria proprio nel cuore dell'immenso parco. Percorriamo, facendoci luce con le torce dei nostri smartphone, la stradina che ci porta verso il punto in cui sentiamo il suono e troviamo per terra il suo telefono. Preso il telefono, ci accorgiamo del silenzio tombale che ci circonda. L'aria si fa più fredda e il vento comincia a soffiare fortemente orchestrando con gli alberi percossi, una sinfonia inquietante di scricchiolii e tormentanti ululati. Un secondo dopo l'altro l'aria diventa cosi fredda che le cortecce e le rocce stesse cominciano a congelarsi, mostrando chiaramente il ghiaccio che poco a poco li cinge. Ci illuminiamo intorno con le nostre luci e vediamo il meraviglioso spettacolo a bocca aperta, increduli. Il ghiaccio sembra quasi abbia vita propria, si espande e si arrampica sempre più velocemente, si muove quasi stesse cercando qualcosa. Ricopre il terreno, ricopre i lampioni, ogni cosa presente nel parco si congela, tranne noi. A chiudere lo spettacolo è una fitta nebbia di cristalli ghiacciati che si avvicina spedita. La strana nebbia è accompagnata da strilli e versi che non riesco a riconoscere. Passi veloci si odono, un grido assordante si impone fra gli altri e rabbrividisco come mai mi era successo, lasciandomi pietrificato.
Qualcosa sbatte contro gli alberi, qualcosa sbraita, qualcosa si sta avvicinando e non è un animale.
Guardo le mie cugine e noto l'immenso terrore che si è annidato nei loro occhi, le prendo per mano e le costringo a correre via con me.
-correte!- Urlo.
Ma la nebbia diventa ancor più veloce e sta per raggiungerci. Tutto ad un tratto riconosco il grido di Federico, mi giro e riesco ad intravedere la sua sagoma nella nebbia, rallento senza fermarmi per vedere meglio, per accertarmi che non mi fossi sbagliato.
E poi li vedo.
Enormi belve bianche simili per forma a degli orsi polari, il doppio più grandi, il triplo più paurosi. La prima cosa che noto sono i loro terribili occhi che emanano una luce celeste e i loro denti, aguzzi e luccicanti. Sono cavalcati da delle strane figure che la nebbia non mi permette di distinguere.
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La storia delle tre anime
Mystery / ThrillerFlavio è un ragazzo di diciotto anni con il massimo dei voti a scuola, una famiglia che lo adora ed un migliore amico e due cugine di sedici anni con cui passa la maggior parte del tempo. Ogni mattina è costretto a sentire le solite assillanti conve...