September.

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Era il primo di Settembre, lì a Holmes Chapel.

Quel giorno sarebbero iniziate le lezioni nella scuola in cui ogni mago aspira a studiare per tutta una vita: Hogwarts.

Sicuramente tutti sarebbero stati in enfasi, per l'inizio di un nuovo anno scolastico in quel castello. Io, invece, mi ritrovavo seduto sul mio letto, appoggiandomi con i gomiti sulle mie cosce per sostenermi il busto, osservando il panorama di cui potevo godere dalla finestra di camera mia.

Non ch'io mancassi di quello spirito di eccitazione per il fatto che finalmente me ne stessi andando di casa, probabilmente di quello ne avevo persino troppo. Ma provavo quasi un senso di malinconia al dover tornare per il mio ultimo anno in quella scuola che aveva accompagnato la mia vita per sette anni.

Gli alberi ancora verdi dell'ampio giardino di casa dei miei erano leggermente mossi in modo armonioso dal fresco vento che stava ad indicare la fine ormai imminente dell'estate, rendendo l'aria molto più rinfrescante dopo il caldo quasi afoso di fine Agosto. Il fruscio delle foglie riusciva a farmi rilassare in modo inspiegabile. Il sole, sorto ormai da qualche ora, penetrava attraverso la finestra e le tende bianche poste difronte ad essa all'interno della stanza, toccando ora la punta delle mie converse ormai consumate che portavo ai piedi, variando la sua posizione in base al movimento delle foglie degli alberi.

Sospirai leggermente, socchiudendo solo per qualche secondo gli occhi, prendendo ora un respiro poco più grande degli altri.

Feci per alzarmi dal letto, ma la mia vista venne richiamata dalla piccola figura di Lily, che stava entrando nella stanza con il sorriso in viso, dirigendosi verso di me.

Quella bambina dai capelli rossi, quasi simili alle fragole, e dagli occhi verde smeraldo come i propri, era l'unica ragione per cui continuava a tornare in quella casa.

A Harry lei ricordava molto Ginny, sua madre. Aveva preso tutto da lei: intelligenza, carisma, quegli attimi sfuggenti di timidezza e quel sorriso dolce, che riusciva a far sciogliere una personalità come la propria.

-Sei pronto fratellone?- chiese la bambina, inclinando leggermente il viso e portando le piccole mani dietro la schiena, alzandosi leggermente sulle punte guardando il ragazzo riccio in viso una volta davanti a lui, mostrando le piccole fossette che le facevano da cornice al sorriso.

Noi potei fare a meno di accennare un sorriso, a quella vista.
Avvicinai una mano al corpo della piccola, lasciandole ora un piccolo pizzico sul fianco, facendola ora ridere leggermente, poiché sapeva quanto lei soffrisse il solletico in quel dato punto.

-Certo, arrivo di sotto tra qualche secondo.- risposi, osservandola in viso con un leggero sorriso.

Lily annuí leggermente, prima di tornare verso la porta della propria camera camminando velocemente, andando poi in corridoio scomparendo dietro l'angolo.

La seguí con lo sguardo, tornando poi leggermente più serio di prima. Sospirai leggermente, per poi alzarmi definitivamente dal letto.

Il momento era arrivato.

Mi avvicinai così al baule in cui avevo messo tutto il necessario, sollevandolo poco dopo per poterlo portare di sotto.

Attraversai il lungo corridoio del piano superiore di casa, e mentre scendevo la grande scalinata marmorea con un lieve movimento del labbro verso l'interno della bocca lasciai fuoriuscire da essa un fischio sordo, abbastanza elevato. Era il richiamo che avevo insegnato a Zeus, il mio lupo albino dagli occhi di un rosso scarlatto.

Mi era sempre stato fedele, lui.

Infatti nel giro di pochi secondi, mentre arrivai alla porta di casa, sentì uno zampettio sul pavimento della casa, e nel girarmi lo vidi arrivare con passo elegante e calmo, come era suo solito.

The fear won't kill us. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora