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Riccardo era un ragazzo diverso, quasi strano, forse per questo anche l'unico amico che Felisja avesse, così era anche per lui. Lei e Riccardo si conobbero un'estate di 10 anni prima: Felisja stava giocando negli enormi androni delle scale, l'unica cosa che lei apprezzasse di quel posto, a quell'età, era perdersi a giocare da sola in quei confusionari labirinti, nonostante la puzza di muffa e di piscio lei aveva solo quello e solo in quei momenti di svago poteva non pensare agli spari sentiti durante il giorno e la notte. Suo padre aveva convinto la piccola che i rumori e i fasci di luce improvvisi fossero fuochi artificiali, e lei affascinata da ciò pregò suo padre per anni per vederli da vicino, e lui, a quelle richieste, non poteva fare altro che fare una lieve carezza sulla fronte della figlia e sperare mentalmente, che non potesse mai averne prove ravvicinate, ma almeno così, la sua bambina smise di averne paura. E fu proprio mentre Felisja correva su e giù per le scale che cominciò a capire realmente dove vivesse... Correva e correva trascinando al vento la sua scimmietta di peluche, ma correre veloce e non guardare avanti non le giovò, sentii un suono sordo e poi un tonfo, vide le stelle per alcuni secondi, finché non si rialzò, raccolse la sua scimmietta, si mise a posto la bandana che la mamma le aveva accuratamente legato ai capelli e cercò di capire cosa avesse provocato quel bernoccolo che ora pulsava in testa. -Devi guardare dove vai, invece di guardare una stupida scimmia- uscì quasi troppo crudelmente dal bambino paffutello ancora per terra, si massaggiava anche lui la testa, Felisja rise, cominciò a ridere e la risata aumentò dopo che anche il bambino dopo essersi alzato e scosso un po' la polvere di dosso, cominciò a ridere con lei. I due bambini dopo aver smesso di ridere si presentarono -Non ti ho mai visto qui, sei nuovo- chiese la piccola con curiosità -Mi sono trasferito ieri, mi chiamo Riccardo- di risposta si diedero la mano, come i grandi -Benvenuto Riccardo, ti piacerà qua, si conosco tutti, sono gentili- la faccia serena di Felisja rilassò anche il viso di Riccardo -Tutti i giorni fanno i fuochi artificiali, li ho solo visti da lontano ma mio padre un giorno mi porterá a vederli da più vicino -Il viso del bambino da sereno ci mise poco ad incupirsi -Sei proprio una stupida, come puoi credere ancora a queste cose?- Felisja non capì, non capì nemmeno il giorno dopo e nemmeno tutti gli altri giorni, quando nascosta da Riccardo negli angoli più sudici dei palazzi cercava di sfuggire al suo amichetto, ma ogni tanto si perdeva e si chiedeva il perché il suo nuovo amico le avesse detto che erano stupidaggini. Ma un giorno, finalmente, o per sfortuna, capì... Felisja stava cenando, solo con sua madre, il padre non era mai a casa prima di tarda sera, la mamma le aveva preparato la pasta al sugo, lei la adorava, e nel mentre che gustava quel piatto sentì un botto -Mamma, ancora i fuochi!- gridò entusiasta, la madre le vece un breve e vibrato sorriso, finché non si sentì un pianto e la porta di casa che sembra dovesse venire giù da un momento all'altro, la madre fece cenno alla bambina di stare seduta dov'era, come al solito Felisja non ascoltò e appena la madre aprì alla porta, vide il volto del suo amico, rosso dal pianto -Riccardo, possibile che tu abbia ancora paura dei fuochi d'artificio?- il bambino smise di piangere, guardò la sua amica e come se le avesse parlato mentalmente, Felisja capì. La madre di Riccardo morì quella sera, capì anche che i fuochi tanto amati da lei e il suo papà provocarono questo, capì che i pianti dopo i botti non erano della gente che ne aveva paura. O forse sì, ne avevano paura, ed era giusto averne, dopo quella notte i due bambini con il mignolino si promisero protezione a vicenda e così fu, e mano nella mano si addormentarono, insieme al suono delle sirene.

•Spazio autrice•
Non so in quanti seguano ancora questa storia ma se vi va.. Può darsi che aggiornerò abbastanza costantemente, bella per voi, fatemi sapere. ☝

Quei palazzi e quei ragazzi•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora