CAPITOLO 3

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Resto impietrita dinnanzi a quelle parole che mi risuonano nella testa. "Anche tu" grida il mio cuore, eppure mi sembrano così poco sincere. Vorrei seguire il mio cuore, dirgli che per me non è cambiato nulla, che sono qui per lui, di nuovo, ancora. Ma non posso dimenticare ciò che è stato, quanto male sono stata, e quanta forza ho dovuto tirar fuori per andare lontano da lui. Ci siamo conosciuti 3 anni fa, siamo sempre stati "amici", per modo di dire. Ha sempre avuto la testa per altre, mai per me. In poche parole, un giorno casualmente ci siamo ritrovati nello stesso bar, si è offerto di accompagnarmi alla macchina e, probabilmente un po' brillo, si è avvicinato a me e mi ha dato un bacio. Ciò che è venuto dopo è molto semplice da immaginare, lui continuava ad avere la testa per le altre, ed io l'avevo solo per lui. Tornava da me quando aveva bisogno di un'amica, di confidarsi; tornava da me quando si sentiva solo, quando non aveva nulla da fare, o semplicemente per gioco. Lo amavo con tutta me stessa, ma essere la sua bambolina, presa soltanto quando le altre non c'erano, mi annullava, mi faceva sentire piccola. E una come me, che dava amore tanto grande, voleva sentirsi altrettanto grande. Così dissi basta, dissi addio a quell'amore che tanto volevo, e sono andata via. Ma lui non mi ha mai cercata, mai un messaggio, una chiamata, mai nulla che potesse spingermi a pensare che queste sue parole, adesso, potessero essere davvero sentite. Così, ascoltando la testa, gli ho semplicemente risposto: "Sparire per circa 3 mesi non è un buon modo per dimostrarlo".
Probabilmente le mie parole lo avevano spiazzato, era abituato alla me che pendeva dalle sue labbra. Ma la sua assenza mi aveva cambiata, ora non ero più così fragile.
Neanche tu mi hai cercato – risponde – so che non sono stato buono con te, spesso sono stato un perfetto stronzo e lo riconosco; ma ammetto che mi sei mancata, ho capito di aver bisogno di te nella mia vita.
"Ho capito di aver bisogno di te nella mia vita", perdo un battito. Per un attimo il mio cuore si ferma, per un attimo per me esisteva solo lui, e quelle parole che avevo bisogno di sentirmi dire da tanto tempo..
Mi prendo un attimo per rispondere. Sto cercando la risposta giusta, quella che gli faccia capire che mi è mancato tanto anche lui, ma che non sono quella di prima. Che non voglio più star male, che non posso più essergli amica perché adesso che è qui, davanti a me, capisco quanto ancora sia grande l'amore che provo nei suoi confronti.
Vorrei rispondergli, ma la cameriera si avvicina: "Volete ordinare?".
E' strano che abbia detto "volete" dato che continua a guardare solo ed esclusivamente Will. Mi trattengo dal dirle due parole.
Tassoni per me, e un the a limone per la signorina – dice Will.
Grazie Will, ma sono capace di prendere la mia ordinazione da sola – dico quando la cameriera è ormai passata ad un altro tavolo.
Finiamo di bere le nostre bibite, Will mi guarda e dice: "Forza andiamo, ti riaccompagno a casa."
In macchina noto che non è cambiato nulla; lo stereo canta ancora le mie canzoni preferite, e noto che nel cassetto a lato dello stereo c'è ancora un mio elastico. Mi chiedo come ci sia finito lì.
Will è silenzioso, la situazione è imbarazzante, ma devo capire perché è tornato, perché è di nuovo qui.
"Will, perché sei qui? Perché mi hai cercato?"

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