La sveglia suonò per la terza volta di fila. Controllai l'ora nel cellulare.
7:32
O porca miseria, sono in ritardissimo!Mi alzai di scatto, sbattendo il mignolo del piede con lo spigolo del comodino. Cacciai un urlo per il dolore, così iniziai a zoppicare per il bagno ed ogni volta che appoggiavo il mignolo a terra, imprecavo contro il comodino.
Quando arrivai in cucina, mia madre mi lanció un occhiataccia. Quello sguardo significava solo una cosa: ho perso il pullman.
"Buongiorno Cara, hai notato che ore sono?"disse mia madre, marcando la parola 'cara'.
"Si, ho visto... devo farmela a piedi" dedussi, sbuffando.
"Papà è nel suo ufficio e Chase è al college, io non ho la patente, quindi, buona giornata, tesoro."disse.
Presi lo zaino e salutai, per poi uscire di casa.Casa, distava da scuola, venti minuti, circa. Un paio di passi a piedi non faranno mica male. Presi il cellulare dalla tasca sinistra della felpa.
Avevo 10 minuti prima dell'inizio delle lezioni e sono consapevole del fatto che non arriveró puntuale.Attraversai sulle strisce pedonali e raggiunsi l'edificio scolastico.
La 'Stuyvesant High School' era una delle scuole più 'popolari' in città, dato che forniva un'ottima istruzione.
Varcai il cancello, notando che il cortile era vuoto. Merda.
Corsi verso l'aula del professore di storia, ma andai a sbattere con qualcosa, o meglio qualcuno."Scusa" dissi per poi voltarmi per vedere chi era.
"Oh, ehy ciao, Crystal, scusami, stavo cercando la segreteria ma mi sono perso, dovevo andare a prendere l'orario." Mi disse.
"Beh, sei proprio fuori strada, la segreteria è dall'altro lato dalla scuola, ti ci accompagnerei volentieri, ma sono in ritardissimo per la lezione." Gli risposiÈ davvero un bel ragazzo. Indossava un paio di jeans neri ed una felpa rosso, con delle vans dello stesso colore.
Mi chiedi come facesse a non aver freddo, essendo a dicembre."Dai, non fa niente se salti una lezione. Poi, guarda che ore sono! Sono le 8:30, le lezioni sono iniziate mezz'ora fa."
Misi una mano sul mento, come per pensarci su.
Allora, scusami tanto eh, tu stai ci stai pure pensando? Un gran figone come lui, ti sta chiedendo di andare in segreteria, sarà una passeggiata romantica, immagina gli uccellini che cantano, gli angioletti con l'arpa.
Eccola, la mia coscienza, ne hai messo di tempo ad arrivare, e comunque, ho un fidanzato, che amo.
Tutte così dicono, ora muoviti a dare una risposta."Va bene." Accettai infine.
Lungo il corridoio, riecheggiava il silenzio, al quanto imbarazzante. Entrambi non sapevamo che dire.
"Come mai sei in questa scuola?" Ruppi così il silenzio.
"Beh, la mia famiglia si è trasferita a New York da poco, anche per questioni lavorative, tuo padre e mio padre sono soci. Abbiamo comprato una villetta, non tanto distante da casa tua." Rispose. "Poi sai com'è, no? Mio padre vuole il meglio per il suo unico figlio, quindi mi hanno iscritto qui." Concluse.
"Ho capito" dissi.Arrivati in segreteria, lui prese il suo orario e notai che avevamo Matematica insieme.
Guarda caso!
Zitta tu! Non hai meglio da fare? Tipo, che so, andare a mangiare il gelato alla villa?
Tesoro, vai a fare un culo! Detto proprio delicatamente. Ah, ora te la puoi pure vantare, mandata a quel paese dalla tua coscienza.Avanzai verso la classe, quando il telefono mi vibró in tasca.
"Come mai non eri a lezione oggi?"
Il messaggio era da parte di Nicholas, risposi che avevo avuto un forte mal di testa, così non entrai."Chi è?" Mi chiese Josh.
"Nicholas, il mio ragazzo." Risposi
"Il tuo ragazzo? Perché tu hai il ragazzo?" Mi guardó confuso.
"Sì, stiamo insieme da un anno e mezzo" dissi.
"Ah" mormorò "scusami, se lo sapevo prima, non ti intrattenevo, ora vado, quella biondina lì sotto mi sta fissando, credo di sapere cosa voglia" Indicò con lo sguardo la bionda, con a dosso il suo vestitino striminzito, che le metteva in risalto le forme.Forme che tu sogneresti d'avere!
Potresti sparire?
Ma anche no"Ah, allora scusami se ti ho intrattenuto, se ti avessi lasciato andare prima, avresti avuto più tempo per quella ragazza" risposi "vedo che ti lasci incantare con poco, non ti facevo così" continuai.
"Gelosa?" Un sorriso comparve nel suo volto.
"Gelosa, io? Ma per favore" risposi.Arrivammo in aula, o meglio dire, io entrai, lui invece entró nel bagno delle ragazze. Roteai gli occhi al cielo.
Era fatto così, anche se lo conoscevo a malapena da due giorni, lui è il classico stronzo, di cui tutte le tredicenni vanno pazze.
Mi sedetti nel penultimo banco e mandai un messaggio a Nicholas, chiedendogli dov'era. La risposta non tardó ad arrivare. Mi disse che sarebbe arrivato in classe in cinque minuti, circa."Stai bene?" Mi chiese, non appena mi vide. Annuii, improvvisando un mal di testa. Si sedette accanto a me, finché la campana non suonó e il professor Powell fece il suo ingresso, iniziando a spiegare.
Bussarono alla porta e quando il professore disse 'Avanti', Josh fece il suo ingresso, con i capelli più disordinati del solito, la cerniera dei jeans abbassata.
Abbassai lo sguardo. Si era veramente fatta quella ragazza in bagno!
Che ti aspettavi? Che pensava 'alla povera ragazzina ingenua'?
No, solo che non pensavo fosse realmente così."Scusi il ritardo, prof. Ho avuto un imprevisto e sono arrivato in ritardo." Disse entrando.
Mi lanció un'occhiata, che non ricambiai ed iniziai a seguire la lezione."Sai, stavo pensando, che stasera potremmo uscire, è da tanto che non facciamo un'uscita tra ragazze." Mi disse Samantha, mentre entravamo in mensa.
Samantha è la mia migliore amica, la conosco dalla terza elementare. Ha gli occhi azzurri ed i capelli scuri. È molto più alta di me ed un fisico da fare invidia alle modelle. In confronto a lei, mi sento una cacchetta."Non sarebbe una brutta idea" risposi.
Presi il vassoio verde, come il colore della scuola, mettendomi in fila.
Feci un cenno alla signora della mensa, Meredith, mettendomi una manciata di maccheroni nel vassoio."Quindi, stasera, alle 9, a casa tua?" Chiese.
"Alle 9 a casa mia" confermai_____________
Ecco il secondo capitolo. Non sarà di certo lunghissimo, però spero vi piaccia.
Non sono una scrittrice professionista, farò certamente un sacco di errori.
Detto ciò ci sentiamo al prossimo capitolo😘
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Miss you
RomanceCrystal, quando aveva un anno, perse i genitori, a causa di un incidente stradale. I servizi sociali, decisero, quindi, di portarla in orfanotrofio. Dopo due anni, una famiglia molto nobile di New York, l'adottò, così lasciò il suo migliore amico, J...