La serata con Samantha passó molto velocemente. Vedemmo ben due film, e avendo casa libera, facemmo molto casino, tanto che la signora Brown, ci rimproverò almeno sei volte, minacciando di chiamare la polizia.
Mandai la buonanotte a Nicholas. Ultimamente l'ho sto trascurando. Non ci vedevamo più come prima. Okay, ci vediamo a scuola, ma non fuori, come fa ogni singola coppia.
Ma vedevo anche, che lui non metteva molto interesse, manco mi cercava.
Ricordo ancora quando ci eravamo conosciuti, suo padre lavorava in un'azienda di commerci, quindi, collaborò molte volte con il mio. Quella sera, le nostre famiglie, cenavano in un ristorante di lusso ed è stato proprio lì, il nostro primo incontro.
A primo impatto, potrebbe sembrare un po' secchione, con l'aria da nerd, a causa degli occhiali, ma era veramente simpatico.Sentii la porta dell'ingresso aprirsi, per poi chiudersi. Controllai chi era, notando Chase, avanzare verso le scale.
"Hey, come mai così tardi stasera?" Chiesi. Erano le 2:45 del mattino.
"Perché ancora sveglia tu? E poi fatti gli affaracci tuoi" sbottó.
Alzai le mani in aria, per poi salire in camera, dando la buonanotte a Chase.Non capivo molto il suo comportamento, da un bel po' era diventato abbastanza strano. Era più chiuso in se stesso, non parlava con nessuno.
Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui. Quando mi avevano adottata- lui aveva sette anni, mentre io tre- ci eravamo subito legati. Anche se non avevamo nessun legame sanguigno, lui per me è sempre stato, come un fratello vero.
Qualsiasi ragazzo si presentasse sotto casa nostra, lui faceva il suo 'test per vedere se era idoneo. Sue testuali parole.La sua risposta mi scombussolò e non poco. Non l'ho mai visto così scontroso. Io sono sempre stata la sua cara e amata sorellina e qualsiasi ragazzo male si avvicinava, rompeva una gamba, per poi spedirli il più lontano possibile.
Da un lato mi piaceva questo suo comportamento tanto protettivo, ma era troppo appiccicoso, capisco che mi voglia bene e che voglia il meglio per me, ma allontanando ogni ragazzo che camminava a tre metri di distanza, non era poi così piacevole.
Ricordo ancora quando gli dissi di Nicholas. La sua faccia era da Oscar. Era sconvolto.
Gli disse che se avesse semplicemente provato a sfiorarmi, dove aveva i piedi, metteva la testa e viceversa.
Poi ha semplicemente capito che era una persona per bene ed ha accettato pian piano la cosa.Quando arrivai in stanza mi precipitai sul letto, addormentatandomi in fretta, era già tardi, non come mi sarei svegliata domani.
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A scuola
"Quindi il risultato della prima uguaglianza equivale esattamente..."
La professoressa di matematica non fa altro che parlare. L'unica ad ascoltare sarà sicuramente Julia.
È sempre stata l'alunna preferita di tutti i professori, quella che sapeva sempre tutti gli argomenti, che ad ogni compito in classe prendeva il voto più alto.
Andavamo alle medie insieme, non avevamo un grande rapporto di amicizia, anzi, non la sopportavo, ora mi sta ancora più antipatica."Stasera sei libera?" Nicholas mi affiancò.
Mi sedetti al tavolo.
"Penso di sì, perché?" Risposi.
"Ti passo a prendere alle 8" annunciò.
Accettai immediatamente.
È da un bel po' che non passiamo del tempo insieme."Ma guarda un po' chi c'è qua! La coppietta dei due sfigatelli!" Rebecca avanzò fino al nostro tavolo.
Lei è la solita ragazza che nessuno vorrebbe avere nella propria a scuola. È una delle ragazze più popolari, essendo la capitana delle cheerleder.
Ha i capelli di color biondo cenere -tinti, ovvio- e gli occhi color nocciola. È abbastanza alta e magra, con le forme, molto più grandi della norma.
Rifatta."Sfigata ci sei tu e quel cervello che ti ritrovi. Oh scusami, dimenticavo che non ne hai" Risposi.
La vidi diventare rossa in faccia per la rabbia. Si intonava con il vestito -o per meglio dire, stoffa messa alla come capita prima- rosso.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua? Prima parli e ora scena muta?" La provocai ancora.
Nicholas mise la sua mano sulla mia coscia, per farmi stare zitta. Ma non me ne curai molto.
So che, così facendo, mi caccerò nei guai, perché è la figlia del preside, suo padre è il suo 'schiavetto'."Tu non puoi parlarmi così! Tu non sai contro chi ti stai mettendo." Disse sbattendo un piede per terra.
"Chi sei sentiamo? La figlia del preside? E con questo?" È arrabbiata, le si legge in faccia.
"Tu, non sai in che guai ti sei cacciata ragazzina." Disse per poi girare i tacchi e andarsene.Brutta gallinella dei miei stivali, ma chi ti credi di essere?
Ma sei scema o cosa?
Perché?
Ora racconterà tutto a suo padre, che contatterà la tua famiglia dicendo tutto quello che hai fatto!
O porca merda!
Poi, conoscendo Rebecca, aggiungerà, un sacco di cose false.
E vabbè, me ne faró una ragione.
Contenta tu..."Quindi tutto confermato?" Chiese
"Tutto confermato" Risposi annuendo.Le ore passarono in fretta, così in fretta che non me ne resi nemmeno conto.
Quando arrivai a casa, pensai di essere sola, ma quando salii le scale uno strano rumore catturò la mia attenzione.Singhiozzi.
Avanzai fino alla sua stanza, era lì e piangeva.
"Chase? Che è successo?" Mi avvicinai lentamente.
"Crystal, vattene, subito." Urlò.
Feci un balzo indietro, per lo spavento.
Non sono mai stata una tipa che 'costringeva' le persone a raccontare le cose, ma vedere mio fratello in quello stato, faceva male.
"Non me ne vado. Tu stai piangendo, perché?!'' Chiesi di nuovo, ma stavolta alzai un po' la voce.
"Non sono affari tuoi, ora esci da questa stanza." Disse freddo. Non piangeva più, il suo tono era forte, deciso.
"Tu ci sei sempre stato per me, io voglio esserci pure per te." Dissi.Si passò una mano tra i capelli, frustato.
Qualcosa non andava, anche un cieco lo capirebbe!"Senti, non è ora di parlarne, poi ne riparliamo, te lo giuro, ma ora non è momento." Disse.
Annuii poco convinta e andai in camera mia.Mancano due ore e Nicholas sarà qua.
Dove mi porterà? Metto i jeans? Oppure gonna? Sarà una cena? E se mi vesto sportiva e andiamo al ristorante, che figura ci faccio?
''Pronto, Crystal dimmi"
"Samantha, ho bisogno di aiuto, stasera esco con Nicholas, cosa metto?" Chiesi appena rispose
"Sono da te tra cinque minuti." Disse e attaccò.Il campanello suonò e una Samantha, piena di buste, fece irruzione in camera mia.
"Allora, la situazione è molto grave. Hai solo due ore, vai in bagno e fai la doccia, anche lo shampoo, muoviti." Mi ordinò.
"Okay capo" dissi, andando in bagno.
"Corri!" Urlò.Mi aspetta una bellissima serata.
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Scusate l'attesa, ma come avevo già detto prima, ho avuto un lutto in famiglia, spero capiate.
Cosa ne pensate della storia? Fatemelo sapere con dei commenti e delle stelle.
Al prossimo capitolo😘
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Miss you
RomanceCrystal, quando aveva un anno, perse i genitori, a causa di un incidente stradale. I servizi sociali, decisero, quindi, di portarla in orfanotrofio. Dopo due anni, una famiglia molto nobile di New York, l'adottò, così lasciò il suo migliore amico, J...