LA MIETITURA

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Guardo mia sorella che si è appena vestita per al mietitura. I suoi capelli sono raccolti in due trecce che le ricadono sulle spalle e il vestito bianco che indossa le sta benissimo. Poi mi osservo allo specchio: indosso anch'io un vestito, blu e rosa, con delle farfalle che spiccano il volo. I miei capelli castani e lisci sono sciolti e sugli occhi grigio perla ho una linea di matita. Beh, qui nel Distretto 2 è facile vestirsi così.

Ripensandoci non vedo davvero l'ora di questi Hunger Games, i 73esimi...mi sono allenata tutta la vita ed è da tre anni che il mio nome non viene estratto. Ma so che questo è l'anno buono...

Esco di casa e vado fin davanti al Palazzo di Giustizia. Quando sono lì mi metto in coda per essere registrata e adocchio Clove, una mia amica che sarebbe capace di infilzare la serratura del Palazzo anche a 50 metri di distanza. Le faccio un cenno di saluto e lei mi fa segno di avvicinarmi. "Allora Rachel, sei pronta?" mi chiede sorridente. "Si dai! Speriamo sia l'anno buono" le rispondo "è da tre anni che aspetto!" aggiungo.                                                                               A questo punto veniamo interrotte da Andrew, l'uomo che ci chiama ogni anno. "Benvenuti e benvenute a tutti! Felici Hunger Games e possa la sorte essere sempre a vostro favore!" esordisce. Dopodiché inizia a leggere la storia di Panem, che io e Clove ripetiamo a memoria scimmiottando le espressioni di Andrew. Poi chiama i vincitori di ogni anno. "E ora" proclama alla fine "chiamiamo i nostri tributi!". Si avvicina alla teca delle ragazze e la mia mascella scatta involontariamente in tensione. Estrae un foglietto ben ripiegato.                                                                   "Rachel Madison" esclama leggendo il MIO nome.                                                                                                 Soffoco un grido di gioia mentre Clove mi abbraccia, poi mi incammino verso il palco. Arrivata là sotto Andrew mi dice "Mmm, pare che questo tributo se l'aspettava, vero Rachel?". "Si" confermo io.                                                                                                                                                                             "E ora il tributo maschio!" si avvicina alla teca dei ragazzi e ripete l'estrazione del foglietto.            "Uriah Linwood" legge, e io sento la rabbia invadermi il corpo. No, non lui.                                              Un ragazzo della mia età, con i capelli castani e gli occhi color nocciola si avvicina al palco spavaldo. E' muscoloso e sicuro di sè, ma io lo odio perché è uno dei ragazzi della mia scuola che se la tirano. Una volta aveva provato a picchiarmi ma io gli avevo quasi spaccato il naso. Beh, sarà un vero piacere ucciderlo. "Ci sono volontari?" chiede Andrew, ma nessuno si offre. Ci conoscono tutti  per l'episodio del naso e pensano che sarà più che divertente vederci scannare a vicenda. "Bene, i nostri tributi si stringano la mano" ci invita Andrew. Io stringo la sua più forte che posso e lui mi guarda con aria di sfida. Poi il sindaco legge il Trattato del Tradimento, viene suonato l'inno e noi veniamo scortati all'interno del Palazzo di Giustizia.

i 73esimi Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora