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«Dovrà prendere dei farmaci che la aiuteranno.
Nel frattempo resterà qui con noi per dei controlli.»
Mi consegna una scatolina ed una bottiglietta d'acqua. Le prendo, saluto e vado in quella che dovrebbe essere la mia nuova stanza.
Sento bussare. Apro la porta ma non c'è nessuno.
Ora sento un fracasso, nel girarmi noto un tale che sta entrando nella mia stanza, dalla finestra che ha appena aperto non so come, dato il fatto che era chiusa.
L'uomo si gira e noto che è Jack.
Non l'avevo ancora visto nei dettagli, anche perché la prima volta che l'ho conosciuto non c'era una buona vista.
Noto che è davvero muscoloso e che ha dei occhi marroni, ma hanno quel tocco non so ché di unico.
Mi abbandono nel suo sguardo, nessuno dice niente.
Una risata rumorosa ci distrae.
Jack sorride, mostrando i suoi denti stupendamente bianchi. Indica alla sua sinistra.
«Ma che..?»
«É la ragazza che è accanto a questa stanza. Ogni tanto si mette a ridere per non so quale motivo.» dico ricambiando il sorriso.
Si avvicina e mi accarezza il viso.
«Ciao» dice in un sussurro. Ricambio il saluto.
«Ti va di fare una passeggiata?» mi domanda divertito.
«E come, non posso uscire da qui...» rispondo facendo spallucce.
«Si, ma "qui" è un manicomio, e tu, dovresti essere pazza, no?» mostra la sua mano e fa segno di appoggiare la mia sopra.
Eseguo.
Sorride.
Imito i suoi movimenti calmi e dolci, ed arriviamo alla finestra. Scavalca prima lui e, sempre tenendomi la mano, mi aiuta a venirgli incontro.
«Ora reggiti forte» dice in tono serio.
«Cosa vuoi fa...» non finisco la frase, che mi prende a cavalluccio sulla schiena ed inizia a scendere, aggrappato non so dove.
Una volta a terra, mi fa scendere, mi prende per mano, mi manda uno sguardo profondo, poi mi sorride, ed io ricambio.
Iniziamo a correre verso il bosco. Corriamo fino a quando non siamo abbastanza lontani ed incontriamo un bel prato verde vicino ad un lago.
Ci sdraiamo sul prato, vicini, rimanendo a piedi scalzi. C'è buio ma non troppo perché la luna ed il suo riflesso nel lago fanno abbastanza luce da riuscire a vedere praticamente tutto.
«Hai visto che bello qui?» mi domanda interrompendo il silenzio.
«Molto» rispondo sincera.
«Qui ci vengo quando ho bisogno di riflettere» mi confessa.

Ad un certo punto si alza e noto che inizia a togliersi i vestiti. Nella sua muscolosa e più totale nudità e bellezza, mi guarda e sorride.
«Bhe, che aspetti, un invito scritto??!!»
«Cos'hai in mente?» domando curiosa.
«Mi sembra ovvio, con questo panorama, il lago, la mia nudità ed il fatto di essere soli... Ho intenzione di fare un bagno con te, no?!»
«Ah beh certo...» rido.
«Sappi che se ti spoglio io faremo il bagno in un altro modo...» dice in tono malizioso.
Alzo gli occhi al cielo, però forse l'idea non mi spiace... Sorrido.
«Nuda tra tre...» lo guardo sorpresa.
«Due...»
«Fai sul serio?» domando ancora più sorpresa.
Ad un certo punto si mette sopra di me, mi fissa profondamente negli occhi ed in un sussurro poco udibile sento "Uno".
È fermo, mi fissa negli occhi in modo profondo, come se volesse leggermi dentro, i miei pensieri, le mie emozioni.
Ad un certo punto si avvicina lentamente alle mie labbra, e mi dà un bacio, è un bacio tenero, indescrivibile. Sorprendentemente bello e calmo.
Poi si ferma, mi guarda ancora negli occhi e si alza, seguo con gli occhi i suoi movimenti. Prende il mucchio dei suoi vestiti e inizia ad indossarli. Esegue dei movimenti incerti, per ricevere delle risposte a tutte le domande che ha creato nella mia mente e delle motivazioni del suo comportamento continuo a fissarlo. I suoi movimenti sono a tratti lenti e a tratti frettolosi. Io non capisco. Cos'è successo??!!
Mi alzo e vado verso di lui. Cerco i suoi occhi ma evita il mio sguardo.
«Cosa ti è preso adesso??!» domando tra il nervoso e la delusione.
«Lasciami stare.» risponde sgarbato, in tono severo, ma noto un pizzico di tristezza.
«Io non capisco e continuo a non capire. Mi spieghi cosa sta succedendo qui??!» domando esasperata.
«Io... Io non voglio... Io non posso... Non doveva succedere... Non può succedere... Non doveva andare così... Non..» lo interrompo prendendogli una spalla. Si calma, alza lo sguardo e finalmente i nostri occhi si incrociano.
Noto che ha gli occhi rossi, esageratamente rossi.
«Cosa c'è che non va?» chiedo in un tono il più calmo possibile, accarezzandogli la guancia col pollice.
Nasconde il suo volto nel mio collo, senza dire niente.
Mi circonda i fianchi ed io il suo collo e la sua schiena, ancora nuda (dato il fatto che gli mancava indossare la maglietta per poi, molto probabilmente, andarsene e lasciarmi lì, sola.)
Non so per quanto restiamo in questa posizione, ma ad un certo punto si stacca, senza guardarmi afferra la maglietta tra le mani e se ne va.
«Quindi hai fatto tutto questo per lasciarmi così?!» dico praticamente urlando, in modo che mi possa sentire.

Un sentimento proibito 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora