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DEAR FRIEND,

WELCOME TO THE GAME OF MASTER AND SERVANT


Dean se ne stava seduto al tavolo della sua caffetteria preferita con la faccia, tremendamente annoiata, poggiata sui palmi delle mani mentre aspettava di vedere Hayden, o come diavolo si chiamava, arrivare. Lo aveva telefonato solo poco prima per dargli appuntamento ed essendo solamente le nove di domenica mattina non poteva nemmeno biasimarlo troppo per quel ritardo mostruoso. Non capiva ancora fino in fondo cosa lo avesse spinto ad accettare quel compromesso che lui, in partenza, non aveva alcuna intenzione di rispettare costringendo se stesso – tra l'altro controvoglia – a dover avere a che fare con un altro essere umano.

Forse lì per lì aveva pensato che fosse una buona idea ricattare quel disastro con le gambe per farlo diventare il suo schiavetto personale, un modo alternativo alle umiliazioni pubbliche, ma altrettanto divertente; un passatempo meschino di quelli che piacevano a lui, però la verità era che non aveva la più pallida idea di come quel marmocchio potesse anche solo lontanamente rendersi utile ai suoi scopi. Forse invece era stata semplicemente la determinazione che Hayden aveva dimostrato ad incuriosirlo o, forse, ancora vibrava la necessità di scoprire qualcosa in più sull'autore di quella lettera che continuava a martellargli il cervello. Per la prima volta in vita sua pensava di provare seriamente un insensato interesse per qualcuno che non fosse lui stesso. Fatto stava che ormai si era trascinato da solo in quel ballo e, seppure gli costava parecchio ammetterlo, voleva vedere fin dove sarebbe arrivato e cosa ne sarebbe venuto fuori.

Dovette comunque aspettare altri dieci minuti buoni prima di sentire la campanella del locale tintinnare e osservare quello spaventapasseri affacciarsi nel locale muovendo la testa a destra e a manca per cercarlo. Dean inarcò entrambe le sopracciglia sbuffando coprendosi contemporaneamente il volto con una mano, mentre in faccia gli si dipingeva un'espressione che urlava "perché proprio a me!?". Aveva quasi vergogna di fargli segno affinché si avvicinasse al tavolo. Più lo guardava e più non riusciva a concepire come certa gente fosse del tutto carente di quello che si definisce senso estetico. Hayden oltre a essere decisamente troppo magro per i suoi gusti, aveva sempre una certa aura troppo... imbranata ad aleggiargli intorno, il che serviva solo a mettere di più in risalto tutto ciò che proprio non andava. Non capiva sul serio come facesse ad andare in giro con quei vestiti così indescrivibili e scialbi accozzati insieme senza un minimo di logica. Nemmeno se avessero chiesto a qualcuno di bendarsi e pescare abiti a caso dall'armadio questo sarebbe riuscito a replicare quel miscuglio informe e abbondante di almeno tre taglie! Poi quegli occhiali così ingombranti e quei capelli che non andavano di moda nemmeno negli anni di sperimentazione più feroce erano quello che lui amava definire un pugno in un occhio. Ultimo, ma non da meno, la parlata era un disastro. Troppo aulica, forbita e intelligente. Chi mai gli si sarebbe avvicinato se metà della popolazione manco capiva quello che diceva? Figuriamoci farci un discorso e Dean poteva già sentire il mal di testa aumentare di intensità.

Violentando se stesso agitò una mano attirando l'attenzione del ragazzino vedendolo avvicinarsi con fare quasi scocciato... quando teoricamente quello scocciato doveva essere lui! Lo vide sederglisi proprio di fronte con faccia interrogativa e l'aria di chi doveva ancora svegliarsi del tutto.

«Ciao.» biascicò Hayden ancora assonnato afflosciandosi letteralmente sulla seduta.

«Buongiorno!» rispose energico l'altro ridacchiando leggermente soddisfatto di vederlo ridotto in quello stato.

Dopo un breve momento di silenzio imbarazzante, il più piccolo alzò gli occhi in quelli di Dean sbadigliando e decidendosi finalmente a chiedere il motivo per il quale era stato tirato giù dal letto all'alba di quella che doveva essere una tranquillissima domenica mattina. «Ok... beh, ti dispiacerebbe illuminarmi sul perché siamo qui?»

Love LetterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora