CI COMPLETIAMO A VICENDA

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Naruto si fermò sul ciglio della porta a osservare la scena sorridendo. Ormai erano tornati tutti e tre a casa già da un po', ma vedere Sasuke alle prese con Menma restava pur sempre una scena strana e interessante, ma soprattutto tenera.
Lo teneva poggiato sul braccio sinistro, adagiato sulle gambe, mentre con la mano destra reggeva il biberon con il latte, attento a osservare ogni singola variazione nel viso del piccolo mentre succhiava pigramente.
Il biondo si era avvicinato in silenzio, trovandosi presto alle spalle del compagno, sotto la vista del bambino, che nel riconoscerlo sgranò gli occhi, fino ad allora socchiusi, e mollò la tettarella emettendo qualche piccolo verso.
Sasuke si voltò per guardarlo con fare di rimprovero.
-Dobe, lo stai distraendo!- Gli fece notare.
Naruto li guardò entrambi e non poté fare a meno di pensare, per l'ennesima volta, che non fosse affatto giusto che dopo la bellezza di nove mesi nel suo corpo e i dolori strazianti per il parto, fosse uscito moro con gli occhi neri! Poi a volte, nonostante fosse ancora così piccolo, aveva delle espressioni similissime a quelle di Sasuke. Come in quel momento che, neanche avesse capito il rimprovero dell'Uchiha, sembrava guardarlo come se sapesse che fosse in torto.
Sbuffò andandosi a sedere sulla poltrona, fuori dalla vista di Menma.
-Sono stanco morto!- Disse portandosi una mano alla testa.
-Ma se hai dormito tutta la notte!- Rispose Sasuke mentre sorrideva al piccolo che si era riattaccato al biberon.
-Guarda che mi sono alzato due volte a controllarlo!-
-Io tre!- Lo informò l'Uchiha guardandolo con aria di trionfo.
-Bugiardo! Ti ho sentito alzarti una volta sola!-
-Certo, perché dormivi!- Rispose per poi tornare a guardare il piccolo: -Chiedi a Menma!- Sgranò gli occhi nell'appurare che il neonato si era addormentato.
-Beato lui!- Commentò il biondo -Lo mettiamo nella culletta?-
Sasuke guardò con apprensione il latte rimasto nel biberon e disse: -Mancano venti millilitri!-
Naruto alzò un sopracciglio davanti a quel poco liquido rimasto.
-Lo sveglio e glielo faccio finire.- Concluse l'Uchiha.
-Ma no, lascialo dormire! Non essere così fiscale!-
-Non è questione di essere fiscali! In queste cose la precisione è necessaria!-
-Ma non esagerare! Quando non ha fame lascia che mangi di meno e quando ha più fame dagliene di più! Che sarà mai?-
Sasuke poggiò il biberon sul tavolino davanti al divano e si alzò, seguito da Naruto.
-Dobe, tu prendi tutto con troppa leggerezza! Con il latte in polvere bisogna fare attenzione!-
-Se è per questo, teme, tu prendi tutto troppo seriamente!-
Si diressero a passi leggeri verso la camera da letto, e Sasuke mise il piccolo dentro la culla con movimenti decisi, riuscendo a non svegliarlo.
Naruto gli portò le braccia intorno al collo, appoggiandosi a lui mentre entrambi guardavano Menma con occhi colmi d'amore.
-Eppure ci completiamo a vicenda!- Disse il biondo posandogli un bacio sulla guancia.

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-Non lo lasciare!- Intimò Sasuke mentre cercava di combattere contro l'istinto di avvicinarsi per essere pronto ad afferrare il piccolo all'occorrenza.
Naruto gli teneva entrambe le manine paffute, sostenendolo nei passetti incerti.
-Si sta tenendo da solo! Secondo me ce la fa!- Disse tentato di scoprire se riuscisse davvero a farcela.
-È troppo presto! Non lo lasc...- L'Uchiha non fece in tempo a finire la frase che il compagno, ignorandolo bellamente, lasciò la presa, restando comunque con le mani quasi attaccate al corpo del bambine per evitare che cadesse.
Sasuke alzò gli occhi al cielo mettendosi a contare fino a dieci per evitare di ucciderlo.
-Guarda che bravo!- Disse Naruto con enfasi.
L'Uchiha rassegnato si avvicinò per poi accucciarsi a circa un metro di distanza da loro e tendere le braccia.
-Vieni da papà, Menma!-
Anche il bambino tese le braccia verso di lui e piano piano si avvicinò finché non fu fra le sue braccia. Sasuke lo prese e si alzò, venendo subito affiancato dal compagno euforico.
-I suoi primi passi!-
-Già.- Commentò l'Uchiha sorridendo.
Il piccolo emise dei versetti per inserirsi nella conversazione, finché all'improvviso dalla sua boccuccia non uscì un suono più definito che fece scattare entrambi sull'attenti.
-Pa...- Naruto e Sasuke si zittirono, concentrandosi al massimo su di lui -pa... paaaah!-
I due si guardarono finalmente negli occhi estasiati e dissero all'unisono: -Mi sta chiamando!-
Il piccolo agitava le manine oltre le spalle di Sasuke verso chissà che cosa.
-Ha chiamato me! Non mi vedeva perché gli stavo dietro, poi quando mi sono messo vicino a te ha detto "papà"!- Spiegò Naruto.
-Non credo proprio: è venuto in braccio a me, per questo l'ha detto! Si riferiva a me!- Ribatté il compagno.
Il dubbio rimase, così come le versioni contrastanti, ma se entrambi fossero stati più attenti si sarebbero accorti che il bambino indicava il tavolo con sopra l'omogenizzato alle loro spalle.
-Andiamo a fare la pappa!- Disse Naruto quando ormai si erano rassegnati entrambi a essere in disaccordo.

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L'ennesimo grido disperato penetrò con prepotenza nel cervello di Naruto, che non sapeva davvero più che cosa fare.
Menma si avvinghiò alla sua gamba, affondando il visino paffuto nella stoffa del pantalone, che si bagnò a contatto con quell'esagerata quantità di lacrime.
-Papà!- Chiamò implorante fra le urla -dammelo!-
Il biondo guardò il kunai che gli aveva ingenuamente mostrato e si maledisse.
-Menma, non è un giocattolo, ti puoi fare male!- Provò a spiegargli.
Il piccolo lasciò cedere le gambe in un gesto teatrale, restando attaccato con le mani alla sua gamba.
-È mio!- Dichiarò quasi in preda alle convulsioni.
-No, è di papà!- Seguì un urlo ancora più straziante.
Si guardarono per un momento negli occhi, e in quelli neri del bambino si accese una scintilla di speranza a cui seguì un nuovo approccio: -Per favore- fece con una vocina dolce e disperata, poi aggiunse con prepotenza: -dammi subito il coltello!-
Naruto alzò gli occhi al cielo: secondo lui il "per favore" gli dava il diritto di richiedere qualunque cosa.
In quel momento la porta di casa si aprì e Sasuke fece il suo ingresso. Notò immediatamente che Naruto aveva una faccia esasperata e rassegnata, mentre Menma era praticamente sfinito dal tanto piangere.
-Che succede qui?- Chiese togliendosi le scarpe prima di raggiungerli.
-Papà non mi dà il coltello!- Si lamentò il bambino raggiungendolo speranzoso.
Il biondo gli fece vedere il kunai con un'espressione abbattuta. Per lui era quasi impossibile imporsi sul bambino: ogni volta che lo sentiva piangere cercava di accontentarlo e dargli quello che voleva, semplicemente perché sapeva cosa volesse dire piangere a vuoto, senza nessuno pronto a consolarti, e si era ripromesso che suo figlio non avrebbe mai provato una cosa del genere. Quando però arrivava il momento di dire "no", il tutto finiva in tragedia: il piccolo era abituato ad averla vinta da lui, e percepiva la sua esitazione, quindi non mollava, e Naruto non riusciva a dare motivazioni o spiegazioni che lo facessero rassegnare, il massimo che riusciva a fare era nascondersi dietro a un "perché no", che a Menma non bastava assolutamente.
Sasuke, al contrario, non si era mai fatto impietosire, passando la maggior parte delle volte per quello cattivo, quello della minaccia che calmava le acque: "lo dico a papà Sasuke" era spesso un buon modo per convincere il piccolo a fare il bravo.
-Quello è un kunai Menma, non un coltello. Non puoi averlo, è un oggetto pericoloso, ti faresti male.-
Il piccolo sembrò rifletterci un attimo su, poi si sedette a terra e ricominciò a pingere disperato. Ora che tutti e due avevano detto "no", non aveva più speranze.
Sasuke si chinò su di lui e lo prese in braccio, stringendosi al petto il corpicino piccolo e scosso dai singhiozzi.
-Abbiamo sonno, vero Menma?- Fece con voce più dolce mentre il bambino affondava il volto nella sua spalla. Superò Naruto ed entrò nella cameretta, dove adaggiò il figlio sul letto, mettendosi subito vicino a lui e accarezzandogli la testa. Menma aveva smesso di gridare come un ossesso ma ancora piangeva con un'espressione arrabbiatissima.
-Domani ne andiamo a comprare uno di gomma, così ci puoi giocare.- Assicurò Sasuke. Il bambino lo guardò sorpreso, poi tutte le lacrime svanirono e sfoderò un sorriso di gratitudine enorme, tanto che chiuse gli occhi mentre mostrava tutti i dentini da latte. Il padre sorrise intenerito nel riconoscere nelle espressioni e nei lineamenti la somiglianza con Naruto.
Ormai del tutto tranquillo, Menma si addormentò quasi subito.
Sasuke raggiunse il compagno che aveva assistito alla scena ammiranto.
-Ti prego, devi insegnarmelo perché io proprio non ci riesco!-
L'Uchiha gli cinse le spalle con un braccio ed entrambi si avviarono insieme verso la loro camera da letto.
-Sei troppo buono usurantonkachi!-

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