9- Loretta

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Fu un attimo.
Loretta fumava in pace la sua sigaretta suo balcone di casa sua, come soleva fare ogni mattina dopo il caffè, e un bel venticello caldo di fine luglio le accarezzava il volto e i biondi capelli.
il suo fidanzato, dietro di lei, le diede un bacio sulla nuca prima di andare a lavoro.
Poi, però, non ricordò più nulla.
Si ritrovò distesa per terra, in mezzo alla strada, quattro piani più sotto, circondata da una calda e densa pozza scarlatta.
Respirava a fatica, il dolore di mille spilli incandescenti le invadeva il corpo.
La vista le mancò, prima per qualche secondo, poi definitivamente.
E allora capì.
Lei non aveva nessun fidanzato, viveva da sola.
La sua sigaretta mattutina...
No, lei prendeva sempre qualche grammo di cocaina, al mattino.
Subito dopo, andava ad uccidere.
Amava il sapore del sangue delle sue vittime sulle labbra.
Amava le loro urla, sentire le loro ossa frantumarsi, le calde viscere che scendevano giù per la gola.
Evidentemente, però, uno dei suoi giocattolini era ancora vivo.
E sì, aveva avuto la sua vendetta.
Nonostante tutto, però, sorrise. Era comunque celestiale, il sapore del proprio sangue sulle labbra...

Attenzione: questa storia l'ho scritta io, è dunque protetta da copyright ⓒ. Ditemi che ne pensate, se vi piace o meno, cosa devo cambiare, e mettete qualche ⭐️. Ma soprattutto commentate 💬!
Vi voglio bene,
La vostra Cam.🍃

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