Mayra
Suona la sveglia.
Mi sento stanchissima nonostante abbia dormito più di dieci ore.
Mi alzo dal letto a fatica e mi sento cedere su schiena e gambe. La mia malattia. La odio, non è una malattia grave, ci posso convivere, ma non ci posso vivere. Certe volte vorrei che sia pericolosa, perché finché non è grave i dottori se ne fregano, tanto non rischio niente.
Crollo della colonna vertebrale con cedimenti. In poche parole ho la schiena che mi si sbriciola, ho varie fratture, non mi posso affaticare, non posso saltare, correre e cadere. Non posso fare niente , altrimenti finisco in sedia a rotelle, e questo mi ha fatto sprofondare in uno stato di stanchezza che mi permette a malapena di tenere gli occhi aperti durante la giornata. Voi vi chiederete come faccio a essere stanca se non pratico sport e posso muovermi in maniera limitata, beh dovete sapere che questa non è stanchezza procurata dalla fatica ma dalla vita, perché io sono stanca di vivere così, ma non ci posso fare niente, ed inconsciamente cado in uno stato di insensibilità a tutto che mi porta a voler estraniarmi il prima possibile da ciò che mi circonda.
Mi spiego meglio: più dormo meno tempo vivo, anzi, meno tempo sopravvivo.
Quando dormo non sogno e non faccio incubi, semplicemente stacco da tutto, divento solo un corpo incosciente, non esisto più. E a me piace.Vado in bagno, mi lavo e mi vesto. Indosso un maglioncino bianco con dei leggings neri. Mi trucco, metto fondotinta chiaro sulla mia pelle quasi bianca, una linea di eye-liner e mascara che apre di più i miei occhi marroni. Mi guardo allo specchio e aggiungo un po' di fard che mi dona del colore al viso, un lucida labbra e un ombretto lilla che si intona con le punte tinte dei miei capelli castani.
Se mi immaginate come una di quelle ragazze magre, belle e senza alcuna imperfezione, beh, vi sbagliate. E anche di grosso. Non sono per niente magra, ho un po' di pancia, non tanta ma più delle altre mie compagne e di conseguenza ho le braccia che hanno più carne del dovuto, un viso rotondo e le cosce...beh le cosce no, non so come ma quelle più o meno sono scampate ai miei chili in eccesso. Ho il viso con delle imperfezioni, non si vedono tanto ma se guardi da vicino il mio viso noti qualche punto nero o brufoletto. Eh già non sono molto bella, ma sinceramente non me ne frega niente, non mi trucco per sembrare più carina ma semplicemente perché la mia faccia somiglia troppo a quella di mio padre. E questo mi nausea.
Su mio padre ho da dire molto ma allo stesso tempo poco, cercherò di essere breve, non mi ha mai voluta, più avanti vi racconterò tutta la storia ma non adesso, bisogna scoprirmi passo per passo.
Scendo di corsa le scale e saluto mia mamma che mangia la sua colazione. Io non mangio, a quest'ora non riesco a mandare giù niente o rischio di vomitare.
Mia mamma ha sempre fatto tanto per me, ha lavorato moltissimo, più di qualsiasi altra sua collega per mantenermi, questo mi ha portato a non vederla molto da piccola e passare la mia infanzia con i nonni, che sono stati dei genitori per me.
Poi mia madre si è resa conto che avevo bisogno di lei e così ha lasciato il suo lavoro per stare più tempo a casa. Dopo qualche mese ha incontrato un uomo, Henry, e con lui ha provato a ricominciare. Io avevo sei anni quando ci siamo trasferiti da lui, e dopo un anno si sono sposati. Dopo aver compiuto nove anni sono nati i miei due fratellini, gemelli, David e Matthew.Tornando al matrimonio di mia madre, è finito qualche mese fa, dopo otto anni. Lui ci alzava le mani, noi in realtà non volevano fare niente, o meglio mia madre non avrebbe fatto niente, ma lui dopo che ha scoperto che avevano tagliato un limone quando ce n'era un altro aperto in frigo è uscito di testa e io, coprendo mia madre, sono finita in ospedale, da lì lei ha deciso di lasciarlo. Non si è fatto più vedere se non per prendere i bambini per il weekend.
Non lo abbiamo denunciato principalmente per loro, so cosa vuol dire crescere senza una figura maschile al proprio fianco, e ne sto pagando le conseguenze tuttora. Poi secondo me lui può ancora cambiare e ricominciare la sua vita.La mia scuola è dietro casa e la raggiungo in cinque minuti.
Davanti al cancello vedo Alessia, Eleanor, Assia e Sere. Mi aggiungo a loro. Sono mie amiche, l'unica cosa che mi distrae un attimo da tutto e mi permette di ridere."Ehy May" mi saluta Ale. Lei è sempre la prima a salutare tutti, è la ragazza più allegra e piena di vita che abbia mai incontrato, ed è la mia vicina di banco.
Tutte le altre ragazze mi fanno un cenno con la mano e io ricambio. Non che mi stiano meno simpatiche di Alessia, ma a quest ora è davvero difficile anche solo parlare. Dico davvero.
Eleanor è la più tranquilla tra tutte noi, ma anche la più pazza.
Poi c'è Assia, lei è una mamma chioccia per tutte noi, ti metti contro una di noi? Ti metti contro tutte noi, ma lei ha un istinto di protezione per tutte.
Serena è una ragazza particolare, è simpatica, esperta di ragazzi e se hai un problema è la prima persona a cui rivolgersi.In questo momento mancano Aly e Amber, loro sono migliori amiche da una vita, sono anche le due ragazze che prendono la scuola più seriamente, rispetto a noi... sono gentilissime e le vedi sempre col sorriso in volto. Sinceramente non so neanche come fanno a sorridere così tanto, ma vederle felici rende felice anche me.
Suona la campanella ed entriamo tutti. Dopo aver fatto l'appello si inizia con la lezione di matematica.
A me piace matematica, gioco coi numeri, è tutto calcolato, niente può essere diverso da ciò che calcolato. 2+2 fa 4, non potrà mai fare un altro numero. Qualche volta farebbe bene sapere come va una determinata cosa.Dopo due ore di questa materia così odiata da tutti ma intrigante per me, suona l'intervallo.
Usciamo tutti dalle aule e ci mettiamo in corridoio, io mi metto in un angolo tra il calorifero e il muro, ed inizio a leggere. Leggere mi fa sconnettere da tutto, ma più che altro è un modo per aspettare la notte, di notte sì che posso davvero staccare da tutto.Poi passa lui, il Dio della scuola, colui che ha tutto, il ragazzo più popolare, il più bello, il più forte, il più ricco, il più ambito tra le ragazze... insomma il più coglione. Caleb Jones. Un esemplare di giocatore di football, anzi, il capitano, con un metro e ottanta di altezza e tanti muscoli, capelli neri e occhi azzurri. Beh con qualcosa deve pur aver compensato la mancanza di cervello.
Passa davanti a me e mi tira un occhiata disgustata. Tranquillo tesoro, anche tu non sei tra le mie persone preferite.
Credo che se sapesse cosa penso di lui mi squarterebbe viva, anche perché ho sentito che alza le mani facilmente il cretino. Poi penso di essere l'unica ragazza a non sopportarlo. Insomma può essere bello quanto vuole, e anche ricco, ma quando uno è scemo è scemo, i soldi e la bellezza non riescono a compensare. Ma forse penso così perché con me si comporta male e con gli altri no... non ne ho idea ma non me ne frega, ne di lui ne di nessun altro, voglio solo dormire.
E così faccio, mi addormento nascondendomi dietro il termosifone e coprendomi il più possibile con uno scatolone.Spazio autrice
Questo è il prologo, i capitoli all'inizio saranno corti più o meno come questo, poi mano a mano si allungheranno. Chiedo scusa per gli errori (soprattutto virgole) ma sinceramente non sono molto attenta ultimamente, spero vi piaccia😘M.
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Debole (sospesa)
Teen FictionMayra, una ragazza timida, insicura, una ragazza che si lascia sottomettere. Una ragazza debole. Non riesce a mandare giù la sua vita, cerca di estraniarsi dalla realtà quando possibile, di guardare la sua vita da fuori. Poi arriva lui. Caleb. Colu...