capitolo 6

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Capitolo 6

Quando Patty si svegliò, era pieno giorno nella camera dell'ospedale militare di Verona. Candy, seduta accanto a lei, si raddrizzò e chiuse sbattendolo con forza, il libro in cui era immersa.

- Candy?... - disse Patty tendendo una mano debole nella sua direzione.

- Sono qui, amica mia - rispose lei prendendole la mano - Stai tranquilla. Va tutto bene adesso. Riposati, è la sola cosa che sei autorizzata a fare…

- Cosa… Cosa mi è successo? Io…Io mi ricordo di aver provato un dolore atroce al ventre nella notte, poi mi è sembrato di sentire una sirena di ambulanza. Ma faccio fatica a ricordarmi il seguito…

- Ah Patty! Puoi dire di avermi fatto prendere un maledetto spavento!!! - disse Candy stridendo nervosamente - hai avuto una crisi di appendicite folgorante che necessitava di un'operazione d’urgenza. Abbiamo dovuto far fermare il treno a Verona, perché era la città più vicina che disponeva di un ospedale. Sei stata operata nella notte. Il chirurgo mi ha confidato in seguito, che se si fosse aspettato un po’ di più, saresti potuta morire di una peritonite! Hai avuto molta fortuna! Un vero miracolo, così che sto per accendere il mio decimo cero nella cappella dell'ospedale!...

- È il curato che dev’essere contento di questa manna provvidenziale - fece notare Patty sul tono dello scherzo. Malgrado la sua debolezza, ritrovava la sua comicità impertinente e questo rallegrava Candy.

- Beh forse! Ed io sono anche disposta ad acquistarne casse intere come ringraziamento! - replicò allora la giovane bionda ridendo. Ma, prendendo un'aria seria, aggiunse, la voce tremante:

- Sai Patty, ho avuto molta paura, proprio molta paura di perderti!... Tutte le persone che ho amato nella mia vita mi sono state tolte, ed io ho creduto, ancora una volta che questo succedesse di nuovo. Sono talmente sollevata, se sapessi!

Una lacrima cocente andò a schiacciarsi pesantemente sulla sua guancia, e anche gli occhi di Patty si inumidirono. Prese la mano di Candy e la strinse molto forte. La gola annodata dall'emozione, sforzandosi di dominare la sua agitazione, riuscì a pronunciare:

- Tsss, tssss! Bel tentativo, ma non ti sbarazzerai tanto facilmente di me, mia cara! Ne ho visti altri, e non avere false speranze: non sono pronta ad abbandonarti. Starò così appiccicata a te che finirai per non sopportarmi più!

- Sei veramente spietata con me! - disse Candy ridendo, asciugando la sua lacrima - Ma voglio tentare l'esperienza.

Queste effusioni melodrammatiche furono di breve durata, abbreviate da un breve colpo alla porta della camera, seguito dall'irruzione di un uomo in camicia bianca che Candy riconobbe subito. Era Alessandro Biazinni, il chirurgo che aveva operato Patty.

- Signorine, buongiorno! – disse lui salutandole con audacia.

Di una trentina d’anni, questo imponente bruno, slanciato, dai capelli riccioluti, sembrava molto diverso dal ricordo che ne aveva conservato Candy. Quella notte, troppo preoccupata per lo stato della sua amica, non aveva affatto notato fino a che punto fosse seducente. Ma ora che aveva le idee chiare, si affrettò a far passare discretamente i suoi occhiali a Patty che, dopo averli calzati, non poté che constatare con forza l'evidenza. Agitata, sentì le sue guance imporporarsi ed i suoi occhiali si ricoprirono di condensa. Il chirurgo si divertì interiormente della piccola commedia che si svolgeva davanti a lui, ma non lasciò trasparire nulla. Prese un documento che era sospeso alla fine del letto e chiese, arcuando il sopracciglio, in un inglese quasi perfetto,:

- Come vi sentite ora, signorina Oh' Brien? Noto che non avete febbre, cosa che è un buonissimo segno. Avete male?

- Mi tira un po’, ma è sopportabile. - biascicò Patty, provando sempre più difficoltà a nascondere la sua agitazione. Lui aveva per di più un leggero accento italiano dei più affascinanti…

Lettere a Giulietta (Traduzione de Olyvia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora