Capitolo 2 - Nuova vita

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«Sicura che non vuoi che ti accompagni fino a scuola?» mi chiede per la ventesima volta mia madre.
Stufa di stare a sentire le sue continue proposte decido di accettare un passaggio in macchina.
Mi preparo velocemente, scendo nel piazzale e salgo su quell' orrenda smart rosa.

Da quando ci siamo trasferiti nella nuova città, non fa altro che sorvegliarmi e prendersi cura di me come se fossi una bambina di due anni. Capisco che l' incidente abbia fatto scattare in lei il suo lato più protettivo ma nonostante io abbia perso la memoria sono ancora in grado di badare a me stessa.

Sono passati 2 mesi da quando mi hanno dimessa dall'ospedale e durante questo arco di tempo io e i miei genitori ci siamo trasferiti nella cittadina di Portland per essere più vicini ad una delle migliori cliniche di tutta la nazione.
Il mio psicologo si chiama Edward ed oltre ad essere il mio medico è anche il mio unico amico. Insieme stiamo scavando all interno della mia mente per cercare di trovare qualche ricordo, anche se minimo.
Mia madre non è molto d accordo con questa idea ma a me non importa, voglio sapere come è stato il mio passato e soprattutto chi erano i miei amici.
Ho discusso parecchie volte con i miei genitori a riguardo della mia vita prima dell incidente ed entrambi continuano a ripetermi che è meglio che io non sappia.
Ogni giorno aumenta la mia voglia di scoprire chi ero ed anche se loro cercano di non permettermelo arriverà quel momento in cui io saprò tutta la verità.

Appena arrivata di fronte al cancello della mia nuova scuola scendo dalla macchina e mi incammino verso l entrata.
Guardami intorno noto che ci sono pochissimi studenti nel cortile.
"Sono in anticipo" penso tra me e me e non sapendo cosa fare decido di entrare nell istituto per chiedere alla segretaria delle informazioni.
Esco dall'ufficio con un orario delle lezioni e subito gli do un occhiata: "prima ora filosofia nell' aula n°205".
Non sapendo cos altro fare decido di dirigermi subito verso la classe.
"202,203,204,205...eccola"
Appena mi avvicino alla soglia sento dei singhiozzi provenire dall' interno e incuriosita entro dalla porta.
Subito noto che in fondo alla stanza è seduto un ragazzo con la testa posata sul banco.
"Oh merda..." penso tra me e me e lentamente mi avvicino a lui.
«tutto apposto?» gli chiedo non sapendo come comportarmi.
Sentendo la mia voce si alza di scatto e dopo essersi asciugato le lacrime si scusa, anche se non capisco per cosa.
«sei di questa classe?» gli chiedo cercando di alleviare un po l atmosfera.
«ehm si. Sei nuova? Non ti ho mai visto in questa scuola...»
«sono arrivata quest anno. Scusa se te lo domando ma cosa ci facevi già qua a quest ora?»
«problemi con il mio ragazzo» mi rispose cercando di abbozzare un sorriso.
«ah okay capisco. Comunque piacere Jessica».
«piacere Christopher. Puoi chiamarmi Chris».

Decido di sedermi vicino a lui e pochi minuti dopo iniziano ad entrare nell aula altri studenti.
Non sapendo cosa fare resto di fianco a Chris fino a quando entra il professore.
«buongiorno ragazzi, io sono Aaron Jhonson e sarò il vostro insegnante di filosofia per quest anno».

Dopo svariate presentazioni arriva l' ora di tornare a casa e decido di prendere l' autobus con Chris, che abita vicino a casa mia.
Ci scambiamo i numeri e durante il tragitto mi racconta della sua storia con Nathan, il famoso ragazzo di cui parlava sta mattina. Si frequentavano quotidianamente e Chris pensava che realmente poteva esserci qualcosa di serio ma in realtà Nathan lo usava soltanto come valvola di sfogo.

Appena arrivata a casa mi sdraio sul letto.
"Non è andata poi cosi male" penso tra me e me.

Ciao a tutti questo è il mio secondo capitolo di "living in the past" spero che vi piaccia.
Se avete qualche consiglio da darmi lo accetto volentieri.
~bea💕

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