Capitolo 1 - Il risveglio

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Bip... bip... bip... bip... bip...
Questo rumore mi sta assillando da un paio di minuti e credo abbia intenzione di continuare ancora per molto. Non riesco ad aprire gli occhi e sento il mio corpo pesante, come se qualcuno mi avesse investito con un tir. Riconosco le voci preoccupate dei miei genitori ma non faccio in tempo a capire di cosa stiano parlando che improvvisamente sento un gran baccano provenire da lontano. Un suono maschile che mi sembra familiare si avvicina sempre di più a me. Nell' aria riesco a percepire della rabbia e allo stesso tempo della tristezza. Mentre cerco di ricordare e di capire cosa stia succedendo la mia testa va via via diventando sempre più leggera fino a quando mi perdo in quello che posso definire un sonno profondo.

Ho la gola secca ed ho molta fame. Apro gli occhi e noto che mi trovo all interno di una camera dell ospedale. "Cosa ci faccio qui?" penso tra me e me. Non ho neanche il tempo di riflettere che subito irrompono nella stanza i miei genitori accompagnati da un infermiera.
«per l amor del cielo non riesco a credere che ti sia svegliata!» esclama tra le lacrime mia mamma.
Mio papa, invece, sembra in uno stato di shock avanzato.
L infermiera si avvicina ed effettua svariati controlli per verificare la mia salute.
«hai bisogno di qualcosa?» mi chiede gentilmente.
«un bicchiere d'acqua grazie»
Dopo aver rinfrescato bene la mia gola iniziai a cercare di ricordare cosa fosse accaduto ma la mia memoria non mi diede alcuna risposta.

«cosa è successo? perché mi ritrovo qua?» chiedo ansiosa a mia mamma.
«pultroppo sei stata vittima di un grave incidente stradale, stavi attraversando le strisce pedonali quando d un tratto un un uomo ubriaco alla guida di un auto ti investì. È stato lui a portarti in ospedale ma subito dopo scappò via e ti lasciò qua, dove sei rimasta 2 settimane in coma.»
Il mio cervello non mi dice nulla, vuoto più totale. L ultima cosa che ricordo è... cazzo non mi viene in mente niente.
Sono stanca. 14 giorni a dormire non mi sono bastati quindi decido di riposarmi un altro po sperando al mio risveglio di ricordare tutto.

Sogno feste e grandi occhi verdi. Ritornata alla realtà tutto è come prima. La solita stanza, la solita infermiera e il mio solito cervello con la memoria interna rotta.

È mezzo giorno e mi portano un vassoio con sopra una minestrina e una bustina di grana confezionato. Che merda...
Mentre mangio l infermiera inizia a parlarmi.
«hai avuto un trauma cranico e per ora la tua memoria, come avrai notato, non ricorda più niente.»
«quanto tempo ci vorrà?» gli chiedo ansiosa.
«voglio essere sincera con te. I medici non sono sicuri sul fatto che il tuo cervello tornerà come prima.»
Non so più cosa pensare. I miei amci che fine faranno? Ma avevo degli amici? Se si dove sono ora? Perché non si fanno vivi?

Appena uscita l infermiera mia mamma si avvicina.
«ascoltami Jessi,dato che per ora non ricordi più niente io e tuo padre abbiamo deciso che ci trasferiremo in una nuova città e ricominceremo tutto da capo.»
Rimango spiazzata da questa notizia, non riesco più a collocare quello che sta succedendo. L incidente, la memoria e ora anche il trasferimento. Quello che è rimasto della mia vita, se si può ancora chiamare così, è andato a pezzi.



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