Uno.

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flashback
«La solita noia, giorni che scorrevano tutti uguali. I ragazzi di Firenze erano propensi ad uscire tutte le sere, ad ubriacarsi e a tornare a casa barcollando. Eppure, c'è chi aveva altro da fare o chi doveva fare altro.
Federico, uno studente dell'ultimo anno, faceva parte della seconda categoria.
Non era mai andato bene a scuola e ritrovarsi indietro in tutte le materie l'anno della maturità non era proprio il massimo.
Sentiva l'ansia salire ogni giorno che passava e, per questo motivo, si era deciso a mettersi in pari e affrontare l'ultimo esame al meglio (sì, insomma, c'avrebbe provato).
La sua compagnia era esattamente come lui, scansafatiche e con la voglia perenne di divertirsi. Erano pazzi? Forse.
Federico veniva da una famiglia molto benestante, villa, auto a sfare e servitù.
Chi lo vedeva da fuori non poteva far altro che credere che avesse una vita perfetta. Ma era davvero così?
I suoi genitori erano sempre stati molto duri con lui, in casa loro si dovevano rispettare delle regole ben precise. Ad ogni sgarro corrispondeva una punizione.
Non avevano mai accettato la compagnia del figlio e, se non fosse stato già maggiorenne, probabilmente l'avrebbero rinchiuso in casa pur di non farlo incontrare con 'quella gente là', come li definivano.
Ormai si erano rassegnati al fatto che Federico fosse uno scansafatiche cronico, con la voglia solo di uscire e con lo spirito ribelle, ma vedendolo così impegnato nel recuperare si stavano pian piano ricredendo.
Quel che non sapevano era che la sera stessa, il caro Federico, aveva fissato di andare in un locale. Con la stessa compagnia. Ancora.

Erano le nove di sera, quando Federico uscì dal bagno dopo essersi fatto bello per la serata che lo attendeva. In quell'ultimo periodo si era concentrato troppo sulla scuola (a parer suo, s'intende) e doveva rimediare. Cosa c'era di meglio di una sbronza e magari una bella scopata? Niente, pensava.
Alle dieci in punto suonarono al campanello della casa che condivideva con i suoi genitori e il biondo (in realtà era moro, ma aveva deciso di sciuparsi la sua chioma con tinte su tinte bionde) si precipitò ad aprire, mostrando il suo migliore amico Alex alla porta.
"Ehi alex!" Disse squadrandolo "ti sei fatto bello stasera" continuò con fare ironico.
"Sempre il solito, sei pronto?"
"Prontissimo, aspetto da fin troppo. Andiamo!"
Neanche il tempo di salutare che uscirono e salirono in macchina.
Il locale distava circa un'ora da casa di federico e verso le undici e mezza arrivarono.
Le sere di Marzo erano ancora piuttosto fredde e il vento fece venire i brividi ad entrambi che si affrettarono ad entrare.
Era pieno zeppo di persone, l'odore di fumo misto a quello dell'alcol era ben evidente, ma nessuno sembrava farci caso.
Seguito da Alex si avvicinò al tavolo dove li aspettavano gli altri ragazzi che, precedentemente, avevano già ordinato drink per tutti.
Sarebbe stata una serata movimentata.

Erano ormai le una passate e federico aveva bevuto fin troppo, la sua lucidità era andata e se ricordava il suo nome era già tanto.
Si avvicinò al centro della pista da ballo e adocchiò una ragazza bionda, alta e con un vestito assai attillato.
Se fosse stato in se avrebbe pensato che era una poco di buono, ma non poteva negare l'evidenza, era bellissima.
Iniziò a strusciarsi su di lei e lei fece lo stesso, ballarono per minuti che sembravano interminabili finché la biondina non parlò.
"Andiamo in bagno, tesoro"
"Dove vuoi andare?" La riprese federico, ridendo.
"Di certo non puoi scoparmi qui, resisti fino al bagno." E gli lanciò un'occhiata carica di malizia.
"Guarda che io preferisco i ragazzi, carina" disse non sicuro delle sue parole.
La ragazza gli rivolse uno sguardo di fuoco e iniziò a sbraitare.
"Cosa? Ti sei strusciato su di me e adesso vieni a dirmi che lo prendi nel culo? Ma cosa vuoi?"
Il biondo, che stava pian piano riacquistando un po' di lucidità, ci mise tutta la buona volontà per non risponderle a tono, ma non ce la fece.
"Io non ho detto proprio niente! E, tesoro" disse marchiando bene l'ultima parola "vestita così sembri proprio una puttana!" disse, e la ragazza girò i tacchi e lo lasciò solo.

Era tardi e Alex doveva riportare il biondo a casa sua, fortunatamente lui non aveva bevuto e poteva guidare tranquillamente. Il problema era un altro; dove si era cacciato federico?
Provò a chiamarlo ma, ovviamente, non rispose.

Federico, intanto, si era rifugiato in bagno per sciacquarsi il viso e cercare di riprendersi.
Di colpo la porta si aprì e un ragazzo lo affiancò, sembrava avesse bevuto quanto lui.
Il biondo ne rimase affascinato, lo scrutava in ogni minimo dettaglio e seguiva i suoi movimenti ogni qualvolta passava la mano bagnata sulla sua fronte.
Si girarono entrambi a guardarsi e il moro in questione gli sorrise, uscendo.

Federico era rimasto ammaliato e, quando trovò Alex e tornarono a casa, non poté far a meno di descrivergli questo incontro meraviglioso.»
fine flashback

"Alex, fermati, è lui!"

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