2 | Crawlin' back to you

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Have you got color in your cheeks?

Do you ever get that feelin' that you can't shift the tide

That sticks around like summat's in your teeth

Ah, there's some aces up your sleeve

Have you no idea that you're in deep

I dreamt about you nearly every night this week

How many secrets can you keep?

'Cause there's this tune I found that makes me think of you somehow

When I play it on repeat

Until I fall asleep

Spilling drinks on my settee




Ian Gallagher si poteva definire come una persona risoluta. Certo, i momenti in cui era spaventato in maniera inverosimile erano molteplici, come sul lavoro.

Ma di solito deglutiva e passava tutto. Scacciava i cattivi pensieri quando la persona in questione tornava a stare meglio, quando aveva la consapevolezza di aver contribuito a salvare una vita.

Insomma, niente di che. Ma, almeno stavolta, non c'erano vite da salvare.

Solo la sua.

Quel dannato sabato stava arrivando a una velocità impressionante. Si sentiva come se gli stesse arrivando un treno addosso e non potesse spostarsi.

In parole più semplici, era combattuto.

Da una parte c'era tutto quello che aveva a Chicago, la famiglia, il lavoro. Quell'apparente stabilità che rischiava di sgretolarsi ad ogni sferzata di vento.

Quel vento aveva le sembianze di Mickey, ed erano raffiche intense. Era un vento che sapeva di sigarette e whisky scadente e che, se anche solo chiudeva gli occhi, lo riportava indietro.

Lo riportava a vedere un Ian diverso. Un Ian che, nonostante ci fossero stati prima Caleb e poi Trevor a "occupare il suo tempo" , finiva sempre per informarsi su visite alla prigione che non avrebbe mai fatto.

Un Ian che passava davanti a quella casa in particolare a testa bassa. Un po' per non vedere e non essere visto, un po' per non illudersi da solo.

Un Ian che , ogni volta che vedeva Svetlana di sfuggita, nonostante tutto, non poteva fare a meno di chiedergli di Yev.

Lo aveva visto al parco con lei, qualche giorno prima. Era più alto, più grande.

Il broncio aveva i tratti distintivi dei Milkovich e assomigliava talmente tanto a suo padre da spezzargli il cuore.

Nella sua mente si stava già incamminando verso di lui, per il violetto di ghiaia. L'avrebbe preso in braccio e se lo sarebbe coccolato, come faceva un tempo.

"Non ti preoccupare, piccolo mio" gli avrebbe detto "Vado a riprendermi papà"

Ma i suoi piedi rimasero saldi là dov'erano. Si strinse nella sua felpa grigia e continuò la sua corsa fino a casa.

Sotto la doccia, però, non poté fare a meno di piangere. Fu quello a farlo decidere una volta per tutte.

Quel bambino era stato come un figlio per lui, gli era anche piaciuto fare il papà.

Ma ora stava crescendo senza di lui, senza nemmeno Mickey al suo fianco.

Non poter nemmeno toccarlo lo distruggeva , ma non si fidava di se stesso quando era solo con lui. Non ancora, per lo meno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2017 ⏰

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