Capitolo III Il frammento

13 1 0
                                    

«No cazzo questa non ci voleva!» Esclamò il nonno.

«Ma ora come faccio?»

«No, dovrà esserci un’altra soluzione…»

«E invece no, è l’unico modo»

«Devo andare a Nilak, e devo farlo subito!»

Se ne era proprio dimenticato, e doveva fare in modo che Masaki non entrasse in contatto con ciò che gli avrebbe fatto ricordare tutto, no, prima doveva essere pronto, e lui non lo era.

Al nonno non restava altro che il teletrasporto, ma prima doveva avere una copertura che gli permettesse di passare inosservato, così ebbe l’illuminazione, alzò le mani all’altezza del petto e prese i lembi della giacca con l’indice e il pollice, poi li tirò in avanti e subito i suoi abiti, da semplici vestiti da vecchio pensionato divennero un elegante divisa da guardia di sicurezza del museo.

Ovviamente doveva anche cambiare identità ma non era questo il momento, avrebbe preso le sembianze di una guardia non appena sarebbe arrivato al museo in modo da prenderne il posto.

[…]

«Buongiorno ragazzi…» Cominciò la prof. Estario «… siete tutti?»

«Sì prof. siamo tutti!» Rispose Jenny.

«Perfetto allora forza, la guida ci sta aspettando nella hall del museo.»

[…]

Nagi si preparò al teletrasporto, chiuse gli occhi e pensò intensamente a dove doveva andare poi alzò il braccio destro portando la mano accanto l’orecchio, lo portò ancora indietro e la buttò in avanti schioccando le dita e migliaia di piccoli luccichii si accesero su tutto il suo corpo e lo illuminarono per poi spegnersi facendolo sparire.

Di nuovo altrettanti bagliori si illuminarono e si spensero ricreando il nonno.

«Okay, ora, dove acciderbolina sono?»

«Merda» Imprecò il vecchio «Sono al cesso del personale, che schifo, che puzza!»

In quel bagno vi era un odore che risaliva le narici dell’anziano, tanto acre che pure una puzzola si sarebbe scandalizzata, la fonte di tanto orrore proveniva da una porta dei bagni, un agente era bloccato con la cagarella alla tazza del water.

Il nonno non ci pensò due volte e capì che doveva prendere l’identità di quella guardia per non destare sospetti, così fece un atto fra i più coraggiosi mai compiuti da un uomo, aprì la porta e con uno sguardo fece svenire la guardia e con le lacrime agli occhi dal fetore mise i suoi pollici sulla fronte dell’uomo e si trasformò nella sua copia identica.

«Perfetto, ora devo solo capire dove hanno messo quel frammento…»

«Allora, ovviamente dovrò fare in modo che non si accorgano che il frammento è sparito, quindi mi converrà sostituirlo con uno falso, ma qui sulla Terra non esisto minerali simili…»

«Ci sono! Un sasso di Mocrae dovrebbe mimare il frammento di Gemma perfettamente e comunque stiamo parlando di umani, evoluti sì ma non abbastanza per aver sviluppato un sistema visivo dotato di spettroriflessi»

Il nonno si preparò, si deodorò e una volta eliminata quella puzza di merda si avviò alla reception per consultare la mappa.

«Mi scusi… Franc-» (Per fortuna aveva il cartellino) Pensò il nonno.

«Ehi Marco! Senti, il capo della sicurezza è di pessimo umore oggi, tieni, oggi sei di guardia alla sala X, quella del frammento, cerca di stare attento e soprattutto di non beccare il capo!»

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Dec 08, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

The GuardianWhere stories live. Discover now