"Fai la tua mossa, non avere paura"-"non ti temo sto solo cercando una tattica vincente"
-"muovi un pedone e racconta"
"va bene diamo inizio a questo ballo sfrenato
sulla scacchiera del caos, partiamo dal risveglio."il ridondante suono della sveglia turba il mio sonno, privandomi delle poche ore di riposo. Le coperte mi invitano a soffocare il desiderio di osservare, come ogni mattina, la nascita del sole. Mentre nella mia testa le idee ballano l'incerto valzer dell'inquietudine, mi avvicino alla porta-finestra del terrazzo per osservare l' alba. Esco, ed ecco che a est avviene il quotidiano miracolo, il carro del sole solca le nuvole riscaldando il globo. Adoro vedere le sfumature del cielo che riprendono il colore delle rose che ho sul davanzale, mi fa pensare che Alba nell'antichità dipinse la tele celeste tingendola con un petalo di esse, adoro sentire l'odore della notte che si dilegua ed essere dolcemente accarezzato dal soffio di Zefiro; poi riprendono le mie angosce e prego il sole di illuminare almeno per un giorno l'ombra del mio essere, non so perché prego, comprendo che non serve a nulla, ma una parte di me sa che il solo pensiero che qualcuno possa sentire e curare le mie ulcere esistenziali calmi in parte la tempesta che tormenta la navicella del mio ingegno. Forse sarebbe stato meglio restare a letto e saltare per un solo giorno il red-carpet della sfera di fuoco, ma come sempre succede nella mia vita l'idea di fare qualcosa rimane tale, non riesce a cucirsi un abito con la stoffa della realtà e uscire dalla mia testa. Non riesco mai a chiudermi a chiave nel sonno e gettarla via. Ma cos'è un sogno? Un'altra vita o un semplice riposo della mente? Perché amo sognare ma la notte non riesco ad addormentarmi?Non so rispondere a tali quesiti, però più osservo le nuvole, più osservo l'orizzonte, più osservo il rossore del cielo più ci penso. Fin dalla mia infanzia ho sempre avuto molti problemi a prendere sonno, sentivo come un demone che punzecchiava i miei occhi ogni qual volta li chiudessi e mi giravo nel letto avvolto nell'ansia, la mia psicologa aveva detto che col tempo sarebbero passati questi demoni, ma in ogni materasso, in ogni doga nel letto, in ogni mio pensiero. Penso che siano dovuti alla mio problema con la morte, chiudere gli occhi per dormire è un'incognita, non sai se ti risveglierai il giorno dopo, chiudere gli occhi vuol dire lanciarsi nell'oscuro baratro dell'insicurezza. Con il tempo ho trovato vari rimedi, primo fra tutti la poesia, ci sono notti in cui dormo un'ora perché illuminato forse da una luna storta, passo tutta la sera a scrivere fino a quando la mia musa non si stanca e si tuffa nel lago della mia ispirazione. Altri rimedi sono gli infusi della buona-notte, o le letture complesse, a volte mi addormento invece perdendomi nel buio. Finalmente quando si chiudono le palpebre si spalancano quelle della psiche, e così inizia il mio viaggio. Viaggio nel firmamento, infinita e claustrofobica stanza del tempo, culla dei pianeti e madre delle stelle, generate dal caos umano, raggiungo l'estasi divina di chi comprende l'incomprensibile: sento i leggiadri bisbigli dei ruscelli, specchi di vanità come l'uomo, ascolto i vecchi proverbi degli alberi che francano indarno vitalità, ascolto il pianto delle nuvole riversato in fredde lacrime che affogano il mondo. Poi le futili palpebre si riaprono spronate dallo stridio del gallo tecnologico. Quanto vorrei perdermi in un sogno e danzare per sempre con le stelle, smarrire il sentiero del risveglio così da perdermi nella solitudine dell'infinito dove però mi sentirei più in compagnia che nel mondo "reale". Ormai è tutto finito, l'ho vissuto per un breve periodo e mi sveglio puzzando d'amarezza, un profondo vuoto ineffabile soffoca la mia stanza, è palpabile solo l'odore di una insolcabile mancanza, è la tristezza di una fittizia vita che è terminata il mio pensiero si getta senza più nessuna armatura in quella asciutta acqua che fa semplicemente parte dell'insoddisfacente mare dell'universo. Ma sognare è così diverso da vivere? Io ho sentito quegli odori e visto quelle cose ma soprattutto provato quelle sensazioni, la mente mi ha fornito le scale per arrivare ad un piano sensoriale che si fonde con la realtà però ogni mattina levano quella scala mi lascia appeso nel sottile spago fra realtà e finzione.Allora è vero che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
-"non avrei mai pensato che questa giornata sarebbe finita così."
-"Tranquillo non temere, non tremare, fai un bel respiro e continua".
-"Va bene, va bene, proseguo a raccontare".
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IL GIORNO DELLA FARFALLA
General FictionSe vi dicessi che la felicità non è la compiuta esperienza di ogni appagamento, ma l'opposto, la conquista del dissidio interiore. In questo giorno coronato da una strana partita a scacchi contro un'avversaria molto ostile, il nostro caro artista us...