Il mio nome è Allison Argent e sono morta.
Lo ripetei ancora una volta, più forte, o almeno pensando che fosse ad alta voce. Ripeterlo aveva reso più facile ricordare quanto le cose fossero confuse. E, più tempo passava dalla mia scomparsa, più le cose diventavano confuse.
Il mio nome è Allison Argent e sono morta.
Era sempre difficile dire se, effettivamente, i pensieri nella mia testa avessero mai lasciato le mie labbra. Davvero, era difficile dire qualcosa di più, ma l'unico fatto lampante in tutto ciò era la mia morte. Non importava quanto viva mi sentissi, che fossi morta tra le braccia del mio primo amore, proteggendo i miei amici. Ero morta, ma non me ne ero mai andata del tutto.
Avrei dovuto sapere che la morte a Beacon Hills non sarebbe stata semplice come vedere una luce bianca e luminosa, ma almeno era tranquilla. Non ero mai stata abbastanza sicura del luogo in cui mi trovavo quando ero nella mia tomba, ma sapevo che era caldo e protettivo, proprio come le braccia di Scott.
Sospirai. Qualcosa di non sfocato c'era. I ricordi della mia vita erano rimasti forti. Era il concetto di tempo e di luogo che di tanto in tanto mi confondeva.
Forse era questa città o forse il mio cognome, ma non ero riuscita a lasciarmi tutto alle spalle. Almeno non in modo permanente . Anche provando a ipotizzare il motivo per cui il mio spirito era rimasto a Beacon Hills, conoscevo già la risposta. I miei amici. E mio padre. La mia battaglia era finita ma la loro imperversava e avevano ancora bisogno di me.
"Hey Allison."
Stiles. Il mio visitatore più frequente, dopo mio padre, naturalmente.
Stiles giocherellava con l'anello del portachiavi, blu come la sua camicia di plaid, scossa e gonfiata dal vento che soffiava dietro di lui. Si schiarì la gola. Con l'altra mano stringeva le dita intorno ad un mazzo di fiori bianchi. Mentre li sistemava alla base della mia lapide, piccoli ciuffi di terra caddero dai gambi, lasciando intuire il fatto che fossero stati chiaramente strappati. Si alzò bruscamente e si pulì la mano sulla camicia.
In primo luogo, sembrava sempre a disagio quando arrivava qui, non importava quante volte mi avesse già fatto visita. Non nervoso, però, più triste e colpevole. E portava sempre dei fiori.
"Li ho presi dal coach" disse a bassa voce con una risatina. "Ha piantato un giardino, riesci a crederci? Difficilmente riesce a badare a sé stesso...e sì, se me lo chiedi, ho fatto un favore a quei fiori."
Grazie Stiles.
Infilò le chiavi nella tasca anteriore dei jeans e si sedette sull'erba umida di rugiada.
"Allora, ehm. Tuo padre sta bene. Lui è- ehm... sta davvero bene. E, che tu ci creda o no, sta uscendo con la madre di Scott." alzò un sopracciglio. "Spero che non sia strano per te. Voglio dire, lui sembra felice. Entrambi lo sembrano in realtà, fanno sul serio."
Mi sorrise. Ottimo. Meritano di essere felici.
Rivolse lo sguardo alla mia lapide, senza parlare per un po'. Erano questi momenti di silenzio che mi avrebbero fatto male per tutta la vita. Aveva bisogno di conforto, ma tutto quello che potevo fare era ascoltare.
"È questo fine settimana." annuì mentre stuzzicava l'unghia del pollice con l'indice.
Che cosa?
"La cerimonia del diploma. Sì, il liceo è finito". Fece una pausa. "Lydia è andata a comprare un nuovo abito. Personalmente, non ne vedo il bisogno, tanto sopra dovremo indossare la toga. Ma conosci Lydia..." Aveva un sorriso luminoso. Sorrideva sempre in quel modo quando nominava Lydia. Emise un lungo sospiro, felice.
Si portò la mano alla tempia, come se avesse appena ricordato qualcosa.
"Oh, e mi dispiace...non venivo qui da tempo. È una lunga storia, sono stato via per un po'. Me ne sono andato e pensavo che non sarei mai più riuscito a tornare, ma ce l'hanno fatta. Scott, Lydia e Malia. Hanno trovato un modo." disse Stiles. "So che non è proprio la stessa cosa che è successa a te, ma ora so cosa vuol dire sentirsi persi e voglio solo che tu sappia che non ti dimenticheremo mai, Allison. Okay?
Lo sapevo.
"E Scott non ne parla, ma so che lui pensa a te ogni singolo giorno. Solo che per lui è difficile venire qui e affrontarti." spiegò Stiles. "Scott non riesce ad affrontare l'argomento morte molto bene, non che qualcuno ne sia capace, ma ti giuro che non ti ha dimenticata. È solo che, io sono venuto in questo cimitero per così tanto tempo... ormai è quasi una cosa normale. Ma questo vale solo per me."
Lo sapevo.
La verità era che Scott non era mai stato qui dopo il mio funerale. Si fermava davanti alle porte del cimitero molte volte, ma non entrava. Lo capivo.
"È difficile. Lui ti ama ancora, Allison." Stiles fece un mezzo sorriso, attorcigliando un filo d'erba tra le dita. Lo faceva sempre.
Due lacrime sfuggirono dai suoi occhi, ma mantenne lo sguardo fisso a terra. "Quando ero bloccato in quella stupida stazione, continuavo a pensare a te. A come devi sentirti ora... Sai, dovevo essere ricordato anche io. E mi dispiace tanto per questo. Mi dispiace davvero."
Diceva sempre che era dispiaciuto. A volte iniziava con questa frase, a volte terminava. Ma ogni volta che Stiles veniva a farmi visita, si scusava per la mia morte.
Ogni volta. E penso che fosse questa la ragione per cui veniva qui così spesso. Ora, da morta, trascorrevo tanto tempo sola con Stiles, più di quanto avessi fatto quando ero in vita.
Non ti biasimo, Stiles.
Si asciugò il viso con la manica della camicia. "Lydia dice che non è colpa mia e che ho bisogno di perdonare me stesso, ma se solo fossi stato più forte, avrei potuto fermare il Nogitsune prima che succedesse tutto questo. E tu saresti ancora qui con noi. Lydia sostiene che con il passare del tempo sarà più semplice. All'inizio mi sembrava che funzionasse, mi sembrava di sentirmi meglio ma... in realtà non ci riesco proprio. E ora che c'è la consegna del diploma, tu dovresti essere qui. Dovresti essere qui con noi. Tu meritavi di ritornare, più di me."
Il suo telefono vibrò. "È Lydia. Ha detto di aver trovato un vestito. E lei... uh! Ha messo tutti questi cuoricini dopo... "
Stiles rivolse il cellulare verso la mia lapide, per mostrarmi il messaggio.
Quel sorriso comparve nuovamente sul suo volto. "Lei mi ama. Lydia Martin mi ama." Scosse la testa. "Non importa per quante volte lo ripeterò o lo sentirò dire da lei, non sembra reale."
Mi misi a ridere. Sapevo da tempo quello che Lydia provava per Stiles. Era ora che lei si dichiarasse.
Potevo vedere la gioia sul suo volto, non appena parlava di lei. Farfalle. Mi erano mancate.
"Devo andare a prenderla ora." disse "Ci manchi, Allison. Mi manchi."
Stiles si alzò e gettò via il filo d'erba che teneva in mano. "Devo andare a prendere la mia ragazza, Lydia Martin. Sì, Lydia Martin ora è la mia ragazza."
Ecco di nuovo quel sorriso.
Iniziò a camminare verso la sua jeep, ma si fermò e si voltò verso di me ancora una volta.
"E porterò qui anche lui. Te lo prometto." Stiles tirò fuori le chiavi. "Lo farò per voi due."
Ti credo.
"Ciao Allison..." Ciao Stiles.
E se ne andò. Ero di nuovo sola con il silenzio.
STAI LEGGENDO
GRAVE CONFESSIONS [Traduzione italiana]
FanfictionAttenzione : Ci tengo a precisare che questa è la traduzione italiana della fanfiction scritta da Meg Bonney . Pertanto gli avvenimenti che implicano i personaggi della serie tv "Teen Wolf" sono inventati e puramente frutto dell'immaginazione della...