Una portiera d'auto sbattuta nel parcheggio ruppe il silenzio del cimitero in quella mattina ventosa.
Gli uccelli, da terra, si alzarono in volo raggiungendo le cime degli alberi, non appena udirono il rumore che i suoi tacchi producevano a contatto con l'asfalto.
Lydia.
Si fermò ai piedi della mia tomba e premette insieme le labbra di un rosso brillante. Lei non fissava la mia lapide, come era solito fare Stiles, ma si guardava intorno con occhi spalancati.
Si schiarì la gola e scosse la testa.
"Calmati, per favore."
Cose da Banshee.
Lydia sollevò il mento ed emise un lungo sospiro attraverso una piccola apertura tra le labbra. Non sembrava a proprio agio come Stiles e non mi faceva visita spesso quanto lui, ma sapevo che sarebbe venuta oggi. Infine si concentrò sulla mia lapide per pochi istanti. Aveva gli occhi lucidi.
Non piangere, Lydia.
"Ciao Allison." Una lacrima le scese lungo la guancia. Piangeva sempre quando veniva qui. Soprattutto la prima volta.
Si asciugò la guancia con il dorso della mano. Guardai i suoi occhi tracciare le lettere sulla mia lapide, ma quel velo di tristezza scomparve per lasciar posto al disappunto, non appena si focalizzò sui fiori, ormai secchi, che aveva lasciato Stiles.
Inarcò un sopracciglio.
"Stiles." disse scuotendo la testa. "Lo so... è il pensiero che conta, ma qualcosa mi dice che questi fiori non gli sono stati offerti di buon grado."
Lydia alzò gli occhi al cielo, ma un sorrisetto comparve sul suo volto. Si morse leggermente il labbro inferiore, come se cercasse di nascondere un sorriso ancora più grande.
Stiles riusciva sempre a farla sorridere. Alcune cose non cambiano mai.
Tirò su col naso e incrociò le braccia prima di osservare, a sinistra e poi a destra, le lapidi ai lati della mia.
"Bei fiori." Ognuno aveva dei fiori piantati alla base della tomba ed erano in piena fioritura durante questo periodo dell'anno.
Lydia si lasciò sfuggire uno sbuffo e, inclinando la testa, si chinò e prese i fiori che Stiles aveva portato. "Oh, Stiles. Meriti una A per l'impegno." Li depositò in cima alla mia lapide.
Poi i suoi occhi verdi sfrecciarono avanti e indietro. Portò una mano all'altezza della fronte per ripararsi dalla luce del sole e controllò il cellulare. Vidi le ruote dell'auto sterzare e in un istante se n'era andata.
Non sapevo dire per quanto tempo fosse stata via ma, prima che me ne rendessi conto, stava già tornando.
I riccioli biondo fragola le rimbalzavano sulle spalle mentre si dirigeva con risolutezza verso la mia lapide. Stringeva tra le mani una vaschetta nera piena di sgargianti fiori gialli. Una borsa di tela oscillava sulla curva del braccio, la sua borsetta era infilata nell'altro. Li posò sull'erba.
Che stai facendo?
"Hai bisogno di fiori. Dunque, non ho mai fatto giardinaggio prima d'ora, né ho alcuna esperienza in botanica, ma alla fine è biologia. Ho preso una A in biologia." disse velocemente con voce roca. "Non voglio che la tomba della mia migliore amica sia l'unica senza fiori decenti. Non che quelli economici, strappati dai giardini altrui dal mio ben intenzionato fidanzato non siano decenti,ovviamente."
Le sue guance si arrossarono. Sorrise. Finalmente.
Aprì la borsa di tela. Ogni oggetto che tirò fuori aveva ancora il cartellino del prezzo attaccato. Non si era nemmeno presa la briga di togliere l'etichetta dagli indumenti per il giardinaggio prima di indossarli.
"Okay, sulla base della quantità di sole che riceveranno stando qui e del vigore delle specie, sono andata sul sicuro con le tagetes patula." spiegò Lydia. "Calendule, se non si ha familiarità con il nome latino".
Lydia prese in mano la piccola pala e cominciò a scavare nella parte anteriore della mia lapide, facendo un mucchietto di terra su un lato. "Questi fiori si mantengono bene e tuo padre non dovrà fare troppo. Basterà solo un po' d'acqua e tagliare via i gambi secchi. Non appena tornerò a casa, gli manderò le istruzioni di cura via e-mail. O magari le invierò alla mamma di Scott".
Tolse da un vasetto il primo mazzo di fiori e sistemò le radici che pendevano da esso nel terreno. "Questo colore è perfetto. E sono calendule francesi, quindi mi è sembrato opportuno."
Continuò a scavare e piantare. Scavare e piantare.
C'era una dolce calma in lei che non avevo notato l'ultima volta. Era sempre forte e sicura di sé, ma ora aveva una tranquillità che, conoscendola, sembrava fin troppa.
Una gocciolina di sudore le si formava in rilievo sulla fronte ad ogni fiore che sistemava meticolosamente nel terreno.
"Ecco fatto!" esclamò non appena la vaschetta fu vuota.
Si appoggiò sui tacchi e, sfilati i guanti verdi da giardinaggio, li buttò a terra. Il suo sorriso scomparve. Si sedette con le gambe piegate sotto al sedere e fissò la mia lapide. Il vento le scompigliava i capelli.
"Mi manchi, Allison." Lydia strinse le labbra.
Mi manchi anche tu.
"Non sembra nemmeno reale. Non che nelle nostre vite ci sia qualcosa davvero basato sulla realtà." puntò il dito verso di me. "Ma questo sì. Sembra ancora un brutto sogno."
Occorre tempo.
Lydia sospirò e tirò fuori una bottiglia d'acqua. Ne bevve un sorso, quando sentì un ronzio provenire dalla sua borsetta. Prese il telefono e sorrise non appena premette il tasto dell'altoparlante.
"Ciao Miechy!" Esclamò appoggiando il cellulare al suolo.
"Lydia, sai che io odio quel soprannome..."
"Sì, ma è adorabile quando lo pronuncio, vero?" replicò lei, sorridendo maliziosamente.
"Tutto ciò che proviene da quelle labbra è adorabile. Dove sei? Sento il rumore del vento. "
"Oh, ho impostato l'altoparlante perché il mio viso è tutto sudato." si guardò le mani. "Ew! E questi guanti sono stati un investimento terribile... ho tutta la terra sotto alle unghie."
"Che cosa? Stai bene?" Il suo tono cambiò. Sembrava preoccupato. "Dove sei?"
"Sto bene. Sto solo facendo visita ad Allison."
"Oh okay, vuoi che venga lì con te?"
"No, no, ho appena finito. Possiamo incontrarci a casa mia, se vuoi." rispose Lydia.
"Sono già qui."
Lydia si avvicinò di più al telefono. "Ottimo. Ci vediamo nella doccia."
Stiles borbottò qualcosa incoerentemente. "Sì, ehm...okay, sì!"
"Ti amo. A tra poco." Chiuse la telefonata.
"Farlo imbarazzare è sempre divertente." Disse Lydia gettando il cellulare nella borsetta.
Versò dell'acqua dalla sua bottiglietta sui fiori dorati e conservò l'ultimo sorso per sé . Raccolse l'attrezzatura da giardinaggio e agganciò la borsetta e la borsa di tela sul braccio per poi fermarsi. Aspettò fino a quando il vento sembrò far frusciare i rami degli alberi ancora una volta.
Dì a mio padre che gli voglio bene. E a Scott. Dillo anche a lui.
"Lo farò." rispose dolcemente Lydia.
Ciao Lydia.
Lei fissò gli alberi, immobili. Il vento si era placato nuovamente e tutto ciò che potevo sentire era il cinguettio degli uccelli.
E a giudicare dall'espressione sul suo viso, sapevo che era tutto ciò che poteva sentire anche lei.
"Ciao Allison..." E se ne andò.
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GRAVE CONFESSIONS [Traduzione italiana]
FanfictionAttenzione : Ci tengo a precisare che questa è la traduzione italiana della fanfiction scritta da Meg Bonney . Pertanto gli avvenimenti che implicano i personaggi della serie tv "Teen Wolf" sono inventati e puramente frutto dell'immaginazione della...