Si portò una mano al volto facendo schermo agli occhi socchiusi per il troppo sole del mattino. Quella davanti a lui era una città edificata interamente in roccia granitica color grigio. Da lontano si ergevano le quattro torri piazzate agli angoli delle mura di cinta e gli alti cancelli in legno massiccio e rinforzati in ferro.
Mentre si avvicinava alle mura a passo morbido, seguendo la carovana di gente che si appropinquava all'imponente porta Nord, notò delle guardie in armatura pesante a controllare il passaggio. Erano una decina di soldati tutti armati di picche, indossavano un mantello azzurro con il simbolo del casato di Irigond: Un lupo grigio.
Portò le mani alle cinghie dello zaino e le strinse leggermente in modo che aderissero meglio alle spalle e alla schiena.
«Cosa ti porta a Leywen straniero?» Gli domandò una guardia.
«Sono qui per commerciare», rispose in tono pacato.
«Fammi vedere cosa contiene il tuo zaino e mostrami tutte le armi che porti.» Esclamò in tono fermo ed autoritario, dunque aggiunse «Sei solo un ragazzo, devi aver viaggiato molto.»Il ragazzo aveva delle scarpe di cuoio logore ed impolverate, il mantello una volta nero ormai era scolorito anch'esso ricoperto da uno strato di polvere arancione. Portava un abito marroncino che gli andava stretto.
«Ho attraversato il deserto a sud di qui, non possiedo armi.» Affermò il giovane.
Intanto la guardia aveva tirato fuori dallo zaino una corda, un acciarino, una coperta, un otre...«E questo?» disse la sentinella tenendo in mano un rubino grande quasi quanto un pugno. «Dove l'hai trovato? L'hai rubato?»
Il ragazzo agguantò il rubino e mentre lo metteva in tasca esclamò «È roba mia, l'ho trovato nelle miniere a sud di qui. Se lo mostrassi così tanto in giro sarei io quello ad essere rapinato appena girato l'angolo.»
La guardia ricompose lo zaino, lo perquisì rapidamente non trovando nulla e gli sussurrò «Se scopro che l'hai rubato, ti scaravento nella cella più buia di Leywen, hai capito?»
Il giovane lo guardò con disappunto. Aveva detto che era lì per commerciare, non aveva nulla da nascondere.
«Me lo ricorderò», concluse raccattando le sue cose. Si congedò in silenzio ed attraversò le mura.
Dov'è il mercato? Si guardò attorno e vide un ometto tarchiato con un medaglione tempestato di pietre preziose, con un abito appariscente che con passo svelto entrò in un edificio con un'insegna in legno:"Emporium".
Il ragazzo, senza indugio entrò. Quando aprì la porta d'ingresso suonò un campanaccio, sembrava uno di quelli che si ponevano al collo delle vacche. L'emporio era lungo una ventina di metri, aveva la forma di un corridoio con delle scaffalature alte fino al soffitto che misurava quasi tre metri, vi erano oggetti tutti ordinati di qualsiasi tipo: pozioni, libri, corde, rampini, pietre preziose. Sono nel posto giusto pensò subito il giovane. Pochi metri più avanti c'era l'ometto panzuto, brontolava verso un altro omuncolo esile con le orecchie a punta, sembrava uno gnomo.
Il giovane si avvicinò ai due e verso l'uomo con il medaglione disse in tono cordiale «Voi siete il proprietario dell'emporio? Vorrei parlare d'affari con voi.» L'ometto colto alla sprovvista ed imbarazzato esclamò «È lui il proprietario, io sono...». Il piccolo gnomo lo interruppe bruscamente« Ti ho detto che devi andare via Burur! Vai via! Fuori dai piedi!» Cacciò in malo modo l'uomo il quale corse via senza fiatare.
«Dimmi ragazzo, in cosa posso esserti utile?» esordì lo gnomo in tono pacato, come se nulla fosse accaduto. Il giovane tirò fuori dalla tasca il rubino, lo lustró con l'interno del mantello e lo mostrò al mercante «Vorrei vendere questo, quanto me lo valutereste?». Lo gnomo sgranò gli occhi quando vide una pietra tanto grande, si ricompose immediatamente, prese delle lenti ed esaminò la gemma meticolosamente con un occhio serrato.
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Il Guardiano del Deserto
FantasyIl guardiano è un essere con potenti poteri soprannaturali per mettere fine alla piaga dei mostri si ritrova a far parte di un gruppo di avventurieri con cui condivide gioie e sofferenze. La loro avventura si districherá tra le profondità del sott...