Capitolo III - La città della magia

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Marthammer si svegliò dal suo sonno, portò una mano al petto e notò che la ferita era sparita. Forse stava albeggiando oppure erano passate soltanto poche ore ma decise di alzarsi ugualmente, i due nuovi compagni dormivano beatamente, non voleva svegliarli.

Cercò di sistemare i lunghi capelli raccogliendoli come meglio poteva dietro la nuca fissandoli con un cordino, erano castano scuri e mossi. Legò la barba in un'unica grande treccia che gli arrivava quasi all'ombelico. Con una mano si stropicciò il volto spigoloso e con un dito si scaccolò il grosso naso a forma di patata. Il nano iniziò ad indossare l'armatura quando Myron ed Agata si svegliarono per il rumore di ferraglia. «È ora di partire?» Domandò Myron. «E che ne so io, siamo sotto terra!» rispose Marthammer burbero.

La donna era già vestita ed irritata disse« Vado a controllare!» Uscì rapidamente dalla stanza. Il guardiano sorrise «È sempre stata una tipa risoluta. Cos'è quell'espressione?» il nano aveva aggrottato le sopracciglia e guardava in modo curioso Myron, dunque iniziò «Ieri non mi hai detto tutto! Da chi sono state costruite queste stanze?» Il ragazzo si stava preparando alla partenza quindi cercò di essere rapido nella spiegazione« Questi luoghi erano adibiti a rifugi, ce ne sono tre su questo livello. Per lo più erano dormitori, cucine, depositi, utilizzati e costruiti da chi lavorava qui. Mi sono permesso di modificarli nel corso del tempo», poggiò lo zaino sul letto e lo chiuse. Marthammer annuì, in quel momento tornò Agata che li mise in riga«Forza pigroni! È quasi l'alba, i mostri non resteranno nelle profondità ancora a lungo dobbiamo andare.» Erano pronti a partire.

Iniziarono le prime luci del giorno quando I tre scavallarono la prima duna in direzione nord. I cavalli andarono a passo sostenuto finché le temperature non diventarono più elevate. Myron e Agata condividevano la sella mentre Marthammer seguiva sul pony. Si fermarono per un pranzo frugale, Myron continuava a guardarsi intorno di tanto in tanto, il nano gli domandò«Qualcosa che non va?» il guardiano scosse il capo, rispose«No, nulla... ma questo è il territorio dei Tokorocks.» il compagno barbuto inarcò un sopracciglio«Un altro affare mostruoso? Conosci Spasworth piuttosto?»

Il giovane sospirò« Un mostro della sabbia gigantesco... non conosco la città ma Agata c'è stata di recente, vero?»
La donna stava masticando, annuì, mandando giù il boccone e raccontò «Spasworth è una città fiorente con alte mura, gli abitanti sono sereni grazie all'accademia dei maghi, è la più importante dell'Urungàr. Hanno lasciato spazio alla natura, i mercati si trovano in delle zone verdi simili a giardini. C'è un'atmosfera rilassante ed in questi periodi nevica!» Agata portò le braccia in alto in segno d'esultanza, adorava la neve e non lo nascondeva. Myron e Marthammer si scambiarono un'occhiata accennando un sorriso.

Montarono a cavallo, non ebbero il tempo di ripartire. La terra iniziò a tremare, i quadrupedi si imbizzarrirono disarcionando i cavalieri. I tre atterrarono il malo modo battendo la schiena sulla sabbia. Il nano ringhiò «Un terremoto nel bel mezzo del deserto!» Myron e Agata si fecero scuri in volto ed all'unisono esclamarono «Arrivano i Tokorocks!» Marthammer tirò fuori l'ascia scintillante. Una duna si sollevò di qualche metro come se una talpa stesse scavando al di sotto di essa, un onda di sabbia colpì i tre compagni che rotolarono all'indietro. 5 esseri emersero dal deserto sembravano dei vermi giganti dotati di un carapace sul dorso con miriadi di zampe acuminate, non avevano occhi e bocca ma il cranio era rossiccio e si distingueva dal resto del corpo giallastro.

L'unico suono sordo era quello della sabbia che si muoveva al passaggio delle ributtanti creature. Tre mostri assaltarono il nano cirondandolo e formando un muro di sabbia che lo isolarono dal resto del gruppo. Agata e Myron tirarono fuori le armi, combatterono ognuno contro una creatura del male. La donna abbattè la sua mazza chiodata sul Tokorock fracassandogli la testa, un liquido giallastro fuoriuscì dal cranio del mostro ormai immobile. Myron rapidamente tagliò in più punti il verme del deserto squarciando le parti molli vicino alle zampe. La bestia si accasciò su quella uccisa da Agata.

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