Kiss me, Then

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"A tutti coloro che hanno l'amore sotto pelle
e ancora non lo sanno;
a tutti quelli che si sono già trovati
eppure non hanno ancora smesso di cercarsi."

1998, Lawrence, Kansas.

Era l'ora dell'intervallo, fuori pioveva e tutti i bambini giocavano nellapalestrina dell'asilo, c'era chi costruiva fortini con i tappetini digomma, chi si inseguiva gridando "ce l'hai", chi stava con il muso attaccato alle finestre scommettendo su quale goccia avrebbe tagliato per prima il traguardo.

E poi c'erano Castiel eDean.

Il primo se ne stava per i fatti suoi a giocare con i lego, l'altro invece si nascondeva nel suo piccolo fortino, uno che aveva costruito da solo e che usava per osservare gli altri da lontano.

Non si conoscevano ancora, ma durante l'intervallo tutte le classi si riunivano per dare ai bambini l'opportunità di fare amicizia fra di loro.

Dean aveva solo quattro anni, Castiel invece cinque, per lui era il suo ultimo anno prima di passare nella scuola dei grandi, dove avrebbe imparato a leggere e ascrivere e a fare quelle cose difficili con i numeri.

Con i sui capelli perennemente spettinati e gli occhioni blu, Castiel aveva fin da subito attirato l'attenzione di Dean, che lo osservava di nascosto attraverso una fessura del suo fortino: aveva la lingua incastrata fra i denti mentre tentava di incastrare i pezzettini di lego tra di loro. Dean rise quando, nel tentativo di incastrarne un gruppo tutti in una volta, gli esplosero davanti al viso.
Senza farsi notare, si avvicinò quatto quatto al bimbo di un anno più grande; una volta raggiunto si sedette di fianco a lui e gli sorrise, prese un po' di lego fra le mani e pazientemente li unì per formare una piccola casa– cosa che l'altro stava cercando di fare poco prima.

"Ecco fatto" disse, porgendogliela.

"Grazie" rispose il bambino, con il broncio per non essere riuscito a costruirla lui stesso.

"Mi chiamo Dean" si presentò lui porgendogli la mano, come gli aveva insegnato il suo papà.

"Io sono Castiel" disse soltanto, guardandogli la mano in modo confuso. Cosa avrebbedovuto farci con quella?

Dean rise ancora e ritiròla mano. "Sei buffo, voglio essere tuo amico."

Castiel sorrise ed annuì, passandogli un po' di lego. "Aiutami a costruire la macchinina perJeff, allora".

2002, Lawrence, Kansas. (Dean8 anni, Castiel 9)

Castiel era al quarto anno di elementari e Dean al terzo e, proprio come all'asilo, passavano sempre l'intervallo insieme.

Dean, oltre a Castiel, aveva anche altri amici ma nessuno di loro poteva essere paragonato a Cas. Lui era... il suo migliore amico, e avrebbe fatto di tutto per lui.

Anche se Castiel era di un anno più grande, era sempre stato Dean a prendersi cura di lui. Lo difendeva quando i bambini più grandi gli davano fastidio e gli dava sempre una parte della sua merenda quando gliela rubavano.

Proprio in quel momento Dean gli stava porgendo un pezzo della sua crostata di mele. Cas sorrise e l'accettò come al solito.

"Grazie Dee"

"Di niente Cas, ma potresti mangiare direttamente la tua se mi dicessi chi è quello che te la ruba"

"Non te lo dirò, finiresti solo nei casini... di nuovo. Per difendere me."

Dean alzò gli occhi verdi verso il cielo, con uno sbuffo. Quattro anni e Castiel non aveva ancora capito che non importavano le conseguenze, lui l'avrebbe difeso sempre.

Kiss me, then || DestielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora