Capitolo 7.

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"Blue" Disse Harry alla guardia del The Faultline, ottenne libero accesso ed entrò.

Il locale pullulava di gente, pieno di corpi sudati e ballerini dai corpi sinuosi, esattamente come la sera precedente, forse un po' più tranquillo, d'altronde era più presto rispetto a al giorno prima.

Iniziò ad esplorare meglio la zona dove il liscio lo aveva portato la sera prima, vicino alle porte di quelle stanze. Un paio di esse stavano socchiuse, altre erano ben serrate e ovattavano suoni sgradevolmente acuti in lievi sussurri.

Harry era piuttosto teso: la sera prima non era riuscito a fermare Tomlinson, era così attraente vestito in quel modo, sembrava così bravo, esperto. Le sue labbra erano riuscite ad inebriargli i sensi in pochi secondi, con poche carezze. E pensare che ora poteva decidere lui, poteva controllarlo, la cosa lo allettava terribilmente.

"Ti piace la vodka?" Una voce alquanto familiare sussurrò sul suo collo, all'attaccatura dei suoi capelli. Harry indossava una camicia blu scuro a tinta unita, abbottonata per metà e con le maniche ripiegate sugli avambracci, degli skinny jeans neri a fasciargli le gambe. Era un po' fuori luogo, lì in mezzo, ma non si sarebbe dovuto confondere con gli altri, quella sera, era semplicemente un cliente, un cliente speciale.

"La adoro" Mormorò il riccio girandosi appena, riconoscendo subito un ciuffo di capelli castani sotto le luci rosse del locale; il ragazzo ormai di fronte a lui gli fece cenno di seguirlo e arrivarono fino al bancone.

"Eddie, dammi due vodka-lemon, intensi" disse il più basso appoggiandosi al bancone, senza degnare Harry di uno sguardo.

Come biasimarlo?

In quel momento il riccio ebbe l'occasione di osservarlo bene, leccandosi le labbra. Louis indossava gli stessi pantaloncini rossi della sera precedente, così attillati e lucidi da sottolineare maggiormente la curva perfetta del suo sedere, sopra, invece, portava una semplice canotta bianca, larga e leggera.

"Tieni Blue, con chi sei stase-" Il ragazzo dietro il bancone si bloccò non appena vide Harry, riconoscendolo dalla sera prima, pochi passi dietro il suo amico, subito dopo aver appoggiato i due drink sul marmo scuro. Harry fece un cenno con la testa, sorridendo gagliardo. Louis non rispose, fulminando quell'Eddie con lo sguardo, prese i due bicchieri e sgattaiolò via senza dire niente ad entrambi.

Harry lo seguì.

Il liscio arrivò davanti alle porte del solito corridoio, esitò sulla scelta e, da quanto Harry ricordasse, stava aprendo la stessa stanza della sera precedente.

Prima di entrare, però, porse il drink al riccio, quest'ultimo lo afferrò buttandolo giù in due semplici sorsi e poi lo seguì dentro. La stanza era esattamente come la sera precedente: la luce soffusa e un'inebriante profumo ad ipnotizzarti non appena tu metta piede lì dentro, il letto grande, spazioso e con le lenzuola scure, sul rosso, con un enorme baldacchino a rendere tutto decisamente più invitante.

In quel momento sentì il bruciore dell'alcol sullo stomaco: lo adorava, adorava sentirsi così leggero a causa degli alcolici, era così tremendamente bello almeno fin quando arrivava l'effetto inverso, di dolore e nausea. Guardò la sagoma del liscio bere il proprio drink, pulirsi le labbra con il dorso della mano e, senza aprir bocca o emettere alcun suono, si avvicinò al riccio sulle punte, per poi baciargli il collo.

Harry non fece una piega, curioso, l'avrebbe lasciato fare per tutta la serata, era il suo lavoro.

O in questo caso non valeva?

Louis non disse nulla, continuava a succhiargli la pelle piano piano sempre più avidamente, con il solo e unico scopo di provocargli piacere.

Fece qualche passo verso il letto, obbligandolo ad indietreggiare, lo fece sedere e gli sbottonò la camicia senza neanche pensarci.

Harry guardava la scena sogghignando appena, sentendosi soddisfatto di quell'idea che, al momento, sembrava davvero brillante.

Il liscio lo spinse sulle lenzuola con poca grazia, mentre continuava a baciarlo ovunque, ma non sulle labbra, mai.

Lo spogliò quasi completamente, senza esitazioni, mentre il riccio iniziava a provare una piacevole eccitazione sul basso ventre. Louis si chinò sulla sua erezione, senza degnarlo di uno sguardo, gli abbassò i boxer e srotolò le sue labbra su di lui in un colpo solo.

Harry venne dopo poco e Louis non si scompose di una virgola, come se avesse appena fatto la cosa più normale di sempre.

Il riccio, nel frattempo, annebbiato dall'eccitazione, non riusciva a pensare a niente che non fossero quelle due labbra rosee a provocargli piacere.

Senza dire altro, poi, il liscio si infilò un profilattico ed entrò in lui, spinse ripetute volte facendo gemere entrambi.

Non appena il riccio si lasciò andare, uscì da lui ripulendosi, si infilò i pantaloncini rossi che poco prima si era sfilato e si alzò in piedi, immobile.

Harry se ne stava sul letto, riprendendo fiato dal rapporto appena terminato, gli occhi socchiusi e la pelle bollente imperlata di sudore. Non appena alzò lo sguardo di fronte a lui, però, con la testa ancora pesante a causa dell'alcol, trovò la stanza vuota: Louis non c'era più.

spazio autrice
ALLOOOORAA, com'era? secondo voi come andrà avanti tutto ciò?

stellina e commento?

xx

WHY DON'T YOU KISS ME? - LARRY STYLINSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora