La luna nel deserto

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"Amare è come darsi una mano nel deserto,
guardarsi negli occhi quando è buio,
parlarsi quando tutto è silenzio,
volare insieme nel nulla."

"Devi essere molto soddisfatto" disse impacciato Jago quando rientrarono, all'alba. Era stata una serata talmente bella che non avevano avuto nessuna difficoltà a parlare tra loro ma, una volta rimasti soli, la conversazione si era spenta in un silenzio che lo metteva a disagio.
"Lo sono." Diego si lasciò cadere su una poltrona e fece un lungo sospiro soddisfatto. "Quel contratto significa tutto per l'azienda. Stavamo alle costole di Said da talmente tanto tempo che ormai avevo quasi perso le speranze." Guardò Jago che, seduto sul bordo del divano, si stava chiedendo se non fosse il caso di mettersi comodo per fare due chiacchiere con lui. "Sono sicuro che abbia deciso dopo aver conosciuto te. Edoardo mi ha suggerito di offrirti un posto fisso nel nostro gruppo di negoziazione!"
Jago sorrise per dimostrargli che aveva capito che si trattava di uno scherzo, anche se l'idea di un qualunque posto vicino a lui gli riempiva inspiegabilmente il cuore di gioia. "Tornerai a Roma, ora che il contratto è firmato?" gli chiese, evitando di guardarlo.
"No. Ora che abbiamo avuto il via libera dobbiamo cominciare i lavori. Mi toccherà restare qui almeno altri dieci giorni... forse di più."
"Non puoi concederti una pausa?" gli domandò Jago senza pensare. "Sembri molto stanco!"
Diego Appoggiò la testa alla spalliera della poltrona e si mise a fissare il soffitto con una strana espressione. Si sentiva sopraffatto dalla stanchezza e per la prima volta in vita sua si rese conto di essere solo.
"Come prima cosa voglio prendermi una vacanza da tutte queste riunioni mondane." Abbassò la testa di scatto e fissò Jago che a sua volta lo stava guardando. "Per dire la verità, pensavo di fare un giro domani e godermi una notte di pace e silenzio nel deserto. Puoi venire con me, o ti scoccia?" aggiunse in fretta.
Jago fu colto di sorpresa. "Non vuoi stare solo?" chiese, anche se il suo istinto gli suggeriva di accettare prima che Diego cambiasse idea.
"Non voglio trasformare tutto in un'altra festa." È che Diego moriva dalla voglia di passare una serata con Jago... era più forte di lui... almeno per una volta non voleva reprimere ció che lo faceva stare davvero bene. " E poi, qualche giorno fa non avevi detto che eri curioso di vedere questo fantomatico deserto? Potrebbe essere la tua ultima occasione... prima di andartene.
PRIMA DI ANDARTENE! Jago si bloccò. Era una pazzia farsi coinvolgere ancora di più. Non sarebbe stato più saggio restare con Beatriz e accettare il fatto che innamorarsi di un altro ragazzo era stata la cosa più sbagliata che avesse mai potuto fare nella sua vita?
Diego si sentì ferito dalla sua esitazione ma cercò di mostrarsi gentile. Forse lui aveva altri programmi per il giorno dopo e non lo voleva tra i piedi! "Che stupido! Immagino che vorrai passare un po' di tempo con Raksha" si scusò con voce incolore.
"No!" era spaventato di perdere forse l'unica occasione di poter stare solo con lui almeno per una volta, prima di dover lasciare andare questa situazione cosí complicata "Voglio dire... sembrerebbe un po' strano se tu andassi via senza di me."
"Sì, penso che sembrerebbe strano" concordò Diego, faticando a nascondere il suo sollievo. "Be'! Allora... se non ti dispiace..."
"No, tranquillo, non mi dispiace affatto." Ringraziò il cielo. "Anzi, se devo essere sincero, sono contento di vedere qualcosa, qui intorno."
Quando la mattina dopo Jago si svegliò, si sentì eccitato e contento come un ragazzino al suo primo appuntamento.
Lui e Diego avevano pensato a tutto. Due materassi arrotolati, due sacchi a pelo e due panini preparati al volo. Non gli restavano altro da fare che saltare in macchina.
Diego guidó sotto la luce abbagliante del pomeriggio e, quando fermò la jeep, tutto intorno calava il chiarore dorato della sera.
Il Gran Deserto Indiano non è completamente fatto di sabbia, ma è caratterizzato anche da bassa sterpaglia a perdita d'occhio. Una caratteristica che rende questo luogo del mondo davvero molto particolare, unico nel suo genere.
Jago ebbe l'impressione di essere seduto sull'orlo del mondo. Era sereno. Il vuoto intorno gli permetteva di perdere lo sguardo nell'orizzonte. Diego lo aveva portato in un punto sconosciuto dal turismo di massa. Niente macchine, niente gente... niente. Solo lui e Diego. Gli ultimi bagliori del sole che tramontava l'avvolsero in una luce magica. Ad un tratto tutto ciò che sembrava confuso e disperato divenne chiaro e molto semplice. "Penso che valesse la pena venire in India solo per questo" bisbigliò.
Diego stava sistemando i due materassi a prudente distanza l'uno dall'altro. "E Raksha? Non valeva la pena venire in India, soprattutto per lei?"
Jago si voltò a guardarlo in faccia. "A me non interessa Raksha, Diego. Non mi è mai interessata."
"Cosa mi dici della famosa predizione?" si insospettì Diego "Non eri venuto qui per questo?"
"Sono venuto qui perché la mia vita era diventata un totale casino e avevo bisogno di un posto dove andare" Jago finalmente lo ammise. Tornò a guardare il tramonto. "Non ho mai creduto a quella stupida premonizione. Nemmeno a quattordici anni credevo che qualcuno con un insulso costume potesse vedere il futuro in una boccia di vetro."
"Allora perché mi hai quasi fatto capire il contrario?"
Jago si strinse nelle spalle, vergognandosi un po'. "Se devo essere sincero, non lo so nemmeno io. E poi, Per dirtela tutta, avevo deciso di scocciarti. E' infantile, lo so, ma sembrava che tu disapprovassi tutto di me. E questo in qualche modo mi infastidiva. Non potevo spiegarti la vera ragione per cui volevo arrivare da Beatriz in tempo per il mio compleanno."
"Beatriz mi ha detto che eri fidanzato" gli confidò Diego in tono pacato.
"Con Helena" Jago sollevò un pugno pieno di sabbia e lo lasciò scorrere piano tra le dita. "Credevo che fosse lei la mia vita, il mio tutto, il mio destino" gli rivelò con un sorriso triste. "Ma evidentemente Helena non la pensava così. Un giorno è arrivata e mi ha detto che si era innamorata di un altro. Secondo lei io ero un ragazzo troppo indipendente e non mi serviva qualcuno che si prendesse cura di me, mentre l'altro... lui ne aveva un gran bisogno." Fece una risata amara e continuò, raccogliendo altra sabbia. "Eppure Io non mi sentivo così. Possibile che la persona che amavo non avesse capito niente di me fino a quel momento?" Fece un lungo sospiro "Sai... ogni tanto, voltandomi indietro, ripenso alla mia vita come un lungo discorso che ho ascoltato. Questo discorso a volte è originale, a volte piacevole, a volte inconsistente, a volte maniacale, e molto spesso é come l'improvvisa puntura di un ago... e io l'ascolto da tempo immemorabile.  Ogni giorno é uno sforzo. Cosa pensare? Cosa non pensare? Come comportarmi? Come non comportarmi? Chi detestare? Chi ammirare? Cosa e chi abbracciare? E quando scappare? Cos'é entusiasmante? Cos'è massacrante? Cos'è lodevole? Cos'è superficiale? Cos'è schifoso? Si direbbe che parlare con me non sia un ostacolo per nessuno. Stavo per compiere trent'anni e tutto il mio mondo si stava disintegrando. Poi Bea mi ha telefonato e mi ha convinto a venire qui. Sono venuto con la convinzione che svegliandomi l'undici di agosto, avrei scoperto che metà della mia vita se n'era andata."
Jago abbassò lo sguardo e fissò il mucchietto di sabbia vicino a lui, poi alzò la testa per guardare Diego. "Invece quel giorno mi sono svegliato con te" disse piano. Ci fu un lungo silenzio mentre il ricordo dei baci che si erano scambiati sembrò materializzarsi intorno a loro.
Diego distolse lo sguardo per primo. "Penso di non essere stato molto simpatico" ammise.
"Invece Eri quello di cui avevo bisogno. Mi hai fatto arrabbiare e non mi interessava quello che pensavi di me, volevo solo che tu non mi commiserassi."
Diego sorrise.
"Nelle ultime due settimane ho provato un sacco di cose per te, Jago" gli confessò con sincerità "ma posso assicurarti che non ti ho mai commiserato."
"Io mi sono autocommiserato quando si è rotto il motore dell'aereo" gli confidò Jago, ricambiando il sorriso. "Ho pensato che la vita volesse dirmi qualcosa. Avrei voluto non essermi mai imbarcato in quell'avventura, avrei voluto essere rimasto a casa seduto sul mio culo, incazzato e lamentoso, ma al sicuro... invece ora..." Si appoggiò sulle mani e alzò lo sguardo al cielo, lasciandosi avvolgere dalla magia di quella luce e dal silenzio.
"Ora?" lo incitò a proseguire Diego.
"Ora sono contento di averlo fatto... E non mi importa quali conseguenze ha comportato... sono contento e basta."
"E cosa ti fa tanto felice?"
"Sono felice di essere qui e di vivere questo momento. Sono contento di aver condiviso con te queste giornate terribili e splendide. Per la prima volta nella mia vita, sono contento di essere vivo e di sentirmi vivo. Sono felice che... che tu esista"
Jago non aveva potuto fare a meno di essere sincero. La notte era talmente bella. L'aria cosí dolce e la luna era cosí abbagliante nel nero della notte. Non c'era spazio per i sotterfugi, non c'erano nascondigli per il cuore. Era il momento della sincerità. Non poteva che essere cosí.
Diego raggiunse la mano di Jago e la sfioró "Anch'io sono contento che tu
l'abbia fatto." Poi avvicinó il viso al suo fissandolo "Sono felice per le stesse cose"
L'aria evaporò di colpo dai polmoni di Jago "Eh?"
"Si" confermó Diego. Chinó il capo per schermare l'emozione che rischiava di sopraffarlo "Ancora non riesco a spiegarmi come sia successo ma... per quanto ci abbia riflettuto, ormai so che non posso più tornare indietro... o con te, o con nessun altro. L'ho capito dalla prima volta che ti ho visto. Ne ho avuto conferma la notte scorsa quando ti ho dormito accanto. Tu non lo sai ma io ho fatto una scoperta incredibile su noi due."
"Cosa?!"
Diego alzó il viso e gratificó Jago con un sorriso dolcissimo. Era insolitamente sereno di perdersi in quella profonditá dei suoi occhi. Anche lui aveva amato un'altra donna, ma solo in quel momento si accorse che gli era sembrato di amarla. Ecco perché non era mai riuscito ad avere pace. "Noi due siamo sincroni!"
"Sincroni?!"
"Questa notte quando ti sei addormentato ho ascoltato il tuo cuore. E sai... non riuscivo a distinguerlo dal mio. I nostri cuori hanno lo stesso ritmo e la stessa fase. Mentre dormivi ho cercato di distinguere i due battiti ponendo una mano sul tuo petto e l'altra sul mio. È stato impossibile diversificarli, vi era un unico battito. C'é stato un momento in cui mi sono sentito fuso con te."
"Po... posso provare?"
Jago appoggió un dito sulla carotide di Diego e sentí le sue pulsazioni forti e regolari. Era vero, pulsava come lui. Stessa frequenza, stessa fase. Diego tratteneva la mano di Jago appoggiata sul suo collo candido e forte. Quel contatto rischiava di scatenare un incendio. Quelle mani tremavano l'una nell'altra. Quel contatto era come un balsamo per i loro cuori assetati di amore.
"Jago... davvero Raksha non ti interessa?"
"Ho cercato in tutti i modi di farmela piacere ma... niente... é solo una cara ragazza... nient'altro" un sorriso tremó sulle labbra di Jago.
Diego gli baciò il palmo della mano e Jago sentì un brivido di delizia lungo il braccio.
"Davvero?" scherzò Diego dolcemente, baciandogli il polso.
"Assolutamente si!"
Per un lungo momento restarono a fissarsi immobili, parlandosi in silenzio, poi, nel medesimo istante, sorrisero. Non c'era niente da dire o spiegare.
Jago si sentiva leggero. Gli sembrò di vivere un sogno al rallentatore. Senza sapere se fosse stato Diego ad attirarlo a sé o lui stesso ad abbandonarsi contro di lui, alla fine si trovarono l'uno tra le braccia dell'altro.
Quando le loro labbra si incontrarono, non provarono la passione repressa che li aveva trascinati le altre volte, ma solo un meraviglioso senso di intimità. A Jago sembrò di fluttuare nell'aria. Fu una sensazione così forte che si aggrappò al collo di Diego e continuò a baciarlo, mentre lui lo faceva stendere sul materasso. Lo baciava con bramosia, passando e ripassando le mani sul suo corpo. Jago gli sfilò la camicia dai pantaloni e gli accarezzò la schiena. Il desiderio che avevano soffocato così a lungo esplose in un vortice di sensazioni che nessuno dei due riuscì a controllare. I loro baci divennero più profondi e le loro mani sempre più esigenti.
"Jago..." disse Diego con voce roca, fissandolo intensamente negli occhi "Avrei voluto baciarti così ogni notte" Pensò a tutte quelle notti che avevano passato stesi l'uno vicino all'altro, divisi da un abisso. "L'ho desiderato fin dal primo momento che ti ho visto in quell'aereoporto"
Jago sorrise "Ma come? Non sono la persona più esasperante che tu abbia mai conosciuto?"
"Lo sei, ma sei anche il ragazzo piú brillante, impulsivo e desiderabile che sia riuscito a far cadere tutte le mie difese più recondite"
Jago lo attirò sopra di sé offrendogli la bocca da esplorare. Diego continuò a baciarlo mentre si liberavano dei vestiti. Le sue labbra rapirono il suo collo, le sue spalle, i suoi pettorali, accarezzandolo lentamente con la lingua. Seguí con le mani ogni piccolo pezzo del suo corpo sino ad impadronirsi del suo sesso. Jago gemette al tocco sempre più intimo delle sue dita. "Voltati" sospirò Diego sopra le sue labbra. Jago sorrise e si giró trovandosi a pancia in sotto... "Rilassati...chiudi gli occhi"... Sentí le sue labbra sulle spalle che lentamente scendevano giù fino al bordo dei suoi boxer... li tolse delicatamente con la bocca fino a posare la sua lingua su quei glutei sodi. Le sue dita percorrevano tutta la spina dorsale... le sue labbra cominciavano a risalire finchè non arrivarono alla sua nuca... i suoi denti rapirono il collo mordendolo piano piano. Jago Provò un desiderio così forte che gli parve di sprofondare nelle sabbie mobili. Non aveva scampo. Quando Diego lo penetró, Jago chiuse gli occhi e lasciò che il suo corpo rispondesse, abbandonandosi all'ondata di piacere che l'avvolse. Gemettero insieme in preda ad un senso di appagamento totale e i loro corpi si aderirono l'uno all'altro tremanti e sudati. La luna brillava alta nel cielo. Quella notte Centinaia di stelle ricoprivano il loro cielo formando costellazioni circolari. Sembravano immersi in un bel sogno e non avevano intenzione di svegliarsi.

Karma: La legge del destino!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora