A volte

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A volte non facciamo attenzione a ciò che diciamo. Ci ritroviamo spesso a prensare, ore dopo aver parlato, alle cazzate che sono uscite dalla nosttlra bocca. Allora iniziamo a riflettere e a pensare. Ci diciamo che ormai è troppo tardi, che quel che è fatto non si può aggiustare in nessun modo, ma non è vero. C'è sempre tempo. Abbiamo una vita davanti, perché sprecarla?
   A volte non facciamo attenzione alle nostre azioni. È davvero così difficile darci un contegno? Non credo. Spesso i gesti involontari prendono il sopravvento. Spesso facciamo cose che non ci immagineremmo mai di fare. Spesso e volentieri è come se un'altra persona fosse in possesso del nostro corpo. Ma in realtà siamo molto più che consapevoli, perché sappiamo cosa fare per ferire una persona. Sappiamo cosa fare per rendere qualcuno vulnerabile, specialmente se ci è caro. Ognuno ha i suoi punti deboli, chi più chi meno, ma state certi che tutti li hanno.
   A volte crediamo di essere superiori a qualcuno. Non ci poniamo però delle domande fondamentali. Non ci chiediamo se quella persona ha avuto un brutto passato, se è stata maltrattata, se mai nessuno ha osato toccarla, se non ha mai pensato al suicidio. Non ci siamo mai posti nei panni di questa persona. Non ci rendiamo conto di nulla, finché non ne paghiamo il prezzo.
   A volte ci perdiamo in un bicchier d'acqua. Ingigantiamo le cose, le rendiamo talmente improbabili che, ad un certo punto ce ne rendiamo conto e ci chiediamo che cosa ne stiamo facendo di quel problema. Siate sinceri. Avete mai pensato che una persona “debole” potesse ingigantire la problematica? Avete mai pensato alle conseguenze di questo ingigantire continuo di quel per voi insulso problema che in realtà significa molto? È un peso, per molti. Ma noi non ci facciamo mai caso.
   A volte vogliamo solo mettere in pausa la vita. Ma perché? Troppi compiti? Avete un prpfessore che “ce l'ha con voi”? I vostri genitori non vi hanno dato la paghetta? Perché, fidatevi che ci sono problemi maggiori. Pensate mai di mettervi nei panni di una persona che soffre di abusi dal genitore? Come credete ci si senta? Non bene, ve lo assicuro. Il soggetto tende a mostrarsi sempre più vulnerabile. Poi tutto diventa una catena: casa, scuola, amici, città.  Tutto porta il soggetto ad impazzire. E poi, secondo voi, cosa accade? Non lo sapete? Semplice, la morte.
   A volte ne sentiamo parlare in televisione. La morte è diventato quasi un fatto di cronaca all'ordine del giorno. Ma vogliamo pensare ai genitori e ai familiari di quella povera persona che per puro caso si trovava in quel luogo? Il dolore è immenso. Si sentono tutte le mille spade, una ad una, trafiggere il cuore lentamente. Si sente sin da subito la mancanza del proprio caro e, sfortunatamente, devo ammettere che non se ne va mai. Rimane dentro e non vuole andarsene.
   A volte, sentendo di un amico che perde il proprio genitore, ci domandiamo come avremmo reagito nel caso il genitore fosse stato proprio il nostro. Allora iniziamo ad immaginare come tutto andrebbe in rovina. Tutto il nostro mondo pianificato con i propri genitori, pensando fossero eterni e che nulla avrebbe mai potuto portarceli via. Poi, però, sentiamo quel dolore penetrarci fin dentro le ossa. È una sensazione orribile.
   A volte pensiamo a quanto sono fortunate quelle persone che hanno molti soldi. Ma se i soldi fossero l'unica cosa che hanno? Se la loro famiglia non li ama per come dovrebbe e non hanno mai ricevuto amore da nessuno? Lì tutto cambia. Possono farne quel che vogliono di quei soldi, ma non comprarci l'amore di una madre e di un padre. Quello è un qualcosa di inestimabile, che non ha un valore. Pertanto è impossibile comprarlo.
   A volte non ci rendiamo conto degli sbagli che facciamo. E non sto parlando di un qualsivoglia test scolastico, no, ma degli errori che commettiamo nel corso della nostra vita. Quelle brutte parole urlate contro una persona a cui realmente teniamo, dette perché ci andava. Poi, però, ce la prendiamo se non accettano le nostre scuse senza veri sentimenti.
   A volte ci domandiamo se siamo i soli a provare terrore. Non semplice paura, ma vero e proprio terrore per qualcosa. Anche adesso non sto parlando di qualcosa di banale. Parlo di quei bambini inermi che vengono abusati dagli zii o persino dai nonni. Credete che si sappiano difendere? La risposta è no. Sono piccoli. Non capiscono il valore di quel gesto, ma sanno che è un qualcosa di brutto che gli vieme fatto. Allora il terrore prende il sopravvento. Ma non sono solo i bambini a provarlo. Anche tu, caro lettore, puoi provare terrore. Infondo sei un umano.
   A volte pretendiamo troppo. Avete presente quando chiediamo a mamma dei soldi per comprare dei vestiti nuovi, ma lei ci dice che non ne ha? Poi sussegue la curiosità e vediamo che in realtà li ha. Ma avete mai pensato a quanto sudore ci butta su quei soldi? Quanto sia dura per lei riscattare quel denaro?
   A volte leggiamo qualcosa e subito pretendiamo di sapere e capire, a modo nostro, cosa c'è dietro. Ma se quel racconto tratta una vicenda realmente accaduta a chi l'ha scritto? Ci avete mai pensato? Ovviamente non parlo di fantascienza, fantasy o roba del genere, ma parlo di certi libri che, se letti con la giusta attenzione che meritano, possono avere un messaggio sotto. Possono anche parlare della loro intera vita in terza persona, cambiando il nome dei personaggi ma mantenendo il tempo e i luoghi. Ci cedete? Ci sono dei fatti surreali che sono accaduti realmente. Ad esempio la storia che parlano di un  ragazzo che ama avventurarsi nella natura ma giusto quel giorno rimane bloccato per cinque giorno con il braccio schiacciato da un masso, o di uno dei migliori militari che rimane bloccato per due giorni senza chiudere occhio a causa di una mina. Storie che a sentirle sono quasi impossibili, ma che se ci riflettiamo possono accadere realmente. E sono accaduti. Ed ha fatto male.
   A volte non ci facciamo caso, ma c’è chi soffre. Ve lo assicuro.

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