||Green Light||

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Daniel's POV

Era seduta ad una delle sedie della mia scrivania. Era spaventata.
Le spalle erano protese in avanti, le mani congiunte tra le ginocchia con lo sguardo fisso sulla scrivania e lo sguardo misto tra la confusione e la paura.

Mi bastò sentire il suo tono di voce in corridoio per capire che aveva bisogno di una speranza.

La stavo guardando dall'esterno della porta del mio ufficio, l'avevo fatta accomodare prima di parlarci. Poteva avere all'incirca sui ventidue o ventitré anni. E tra di noi, se le mie supposizioni erano esatte, c'erano circa sei o cinque anni a separarci. Non erano molti, ma a sentirla e vederla cosi impaurita, sentivo il dovere di essere più grande, per poter dare conforto di un adulto così da non avere paura di dire qualcosa di sbagliato.

"Allora? Qual'è la denuncia?"dissi non appena entrai

"Questa mattina, mia sorella, Alyn Knight, non era a casa. Non ha dormito nella sua stanza. Ho... paura che possa essere fuggita da casa. Ha anche preso l'auto di mia madre in garage. E sono sicura che sia stata lei perché in casa ci siamo solo noi tre, e stamattina sia io che mia madre eravamo in casa lei invece no. Ha da poco preso la patente, quindi..."

"Non è la prima volta che succede. E' già scappata di casa altre volte" aggiunse

Nella sua voce la preoccupazione e la rabbia si confondevano alla perfezione. Non mi guardava molto negli occhi, mentre parlava slittava i suoi dai fogli sparsi alla rinfusa sulla mia scrivania e me. Erano evidenti le ore di sonno mancate sul suo volto pallido che faceva da cornice agli occhi verdi, senza un filo di trucco. I capelli biondo scuro erano sciolti sulle spalle

"Ha una foto?"chiesi tentando di sviare i miei pensieri dalla sua immagine al caso che mi stava proponendo.

Annuì ed estrasse dalla borsa nera che aveva con se una foto piegata della sorella. Nel prenderla le sfiorai le mani e non potetti fare a meno di guardala. Lei non si accorse di niente. Cercai di ricompormi. Aprì la foto e l'immagine che mi si presentò mi incupì. Subito lo sfondo delle auto accartocciate e l'immagine dei due lenzuoli dentro queste mi si presentò davanti. Era Coe se fosse tornato nella scena del delitto della mattinata.

Non c'erano dubbi o incertezze. Era la ragazza dell'incidente. L'identità che fino a quel momento ci era rimasta ignota si era rivelata.

Il vero problema era dirle che sua sorella era stata vittima di un incidente stradale che le aveva strappato troppo presto la vita. Odiavo farlo, mi faceva sentire la persona più cattiva dl pianeta. Ci ero passato anch'io, quando erano morti mio padre e mio fratello. Come si può immaginare non era stato per niente facile.

Anna's POV

Mi sentivo imbarazzata sotto il suo sguardo curioso e attento. Ma quell'imbarazzo svanì nel momento stesso in cui presi coscienza che mia sorella non c'era più. La voce era spezzata dalle lacrime e dal panico che stava prendendo possesso di me. Sentivo caldo e la gola intasata dalla saliva. Lui mi guardava dispiaciuto e amareggiato. Ed era una cosa che odiavo, piangere davanti a qualcuno, che conoscessi o meno. Mi faceva sentire vulnerabile, e debole. E dopo mio padre era l'ultima cosa volevo.

Alyn era insopportabile, la maggior parte del tempo, ma mai avrei voluto o tanto meno desiderato di non volerla più vedere, di non vederla più fare tardi la mattina a scuola o di vederla mentre parlava con i suoi amici.

Mi sentivo mancare l'aria. Avevo cominciato ad ansimare. Volevo morire. Tutto comincio ad andare a rallentatore. La vista si era offuscata per via della lacrime e il respiro veniva sempre meno. Quel ragazzo mi portò vicino la finestra del suo ufficio dove trovai di nuovo aria. Ma le lacrime calde e viscide no. Bagnarono le mie guance che erano diventate rosse, ma erano la mia ultima preoccupazione: volevo fosse solo un sogno, uno di quelli che ti fanno paura ma poi quando ti svegli ti accorgi che era tutto finito. Ma non era cosi.

Letters #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora