25.

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Una sera, quando ormai ero già sdraiato sotto al grosso albero in attesa di una sua favola, Wendy restò in piedi, gli occhi bassi e spenti.
<<Peter>> iniziò a dire con voce bassa e piena di tristezza
<<Io non posso più seguirti. Io...>>
Sì fermò un attimo guardandomi di sfuggita negli occhi.
<<Io devo crescere. Io voglio crescere.>>
Sorrisi pensando stesse scherzando, ma i suoi occhi non ridevano.
<<Peter, hai mai provato odio per qualcosa o qualcuno? >>
Mi misi seduto e appoggiai la schiena contro il tronco del grosso albero.
<<Per molte cose e persone Wendy, ma tu questo già lo sai>>
<<E hai mai amato qualcuno?>>
Mi guardò negli occhi, alla ricerca di qualcosa di cui nemmeno io sapevo l'esistenza.
<<Amare? Non so nemmeno cosa sia questa parola>>
<<Io credo di sì Peter>>
Mi alzai lentamente e, con ancora più lentezza, mi avvicinai a lei.
Potevo sentire il suo respiro e il battito del suo cuore accelerare ad ogni mio passo.
<<Io non provo amore per niente e nessuno.
L'amore è per adulti, ti fa crescere, ti cambia stravolgendo la tua vita. L'amore è quella cosa che prima ti distrugge e poi ti fa cadere anche se sei in perfetto equilibrio. Per me è solo una parola e niente di più >>
<<No Peter, non è solo questo.
L'amore è quella cosa che ti fa sorridere anche se vorresti piangere. È quando ti senti così leggera da poter quasi volare. L'amore è quando il tuo cuore trova un motivo per cui battere>>
La odiavo. Come poteva dire certe cose. Mi stava rompendo lentamente.Ma poi, il mio odio venne rimpiazzato dalla tristezza. La stavo perdendo. Stavo perdendo Wendy.
<<Crescere ti ha fatto diventare la persona che hai sempre promesso di non voler diventare>>
Quello fu l'ultimo giorno che la vidi. Scappò via con le lacrime agli occhi, la voce quasi un sussurro mentre mi diceva:<< Sei solo un bambino>>.
Ma, se devo essere sincero, preferisco vivere in un mondo di stramba felicità che in un mondo di crudele realtà.

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