Amiamoci...

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Dopo mesi e mesi di chat finalmente i protagonisti del racconto si vedranno per la prima volta.

Sono appena scesa dal treno, ho l'ansia a mille, il mio cuore batte velocissimo, ho ancora le cuffie addosso, con una canzone che non riesco ad ascoltare, stringo in mano il telefono e ti invio un messaggio:

"Sono qui"

Visualizzi e non rispondi.

Ansia.

Tengo il mio eastpak rosso su una spalla, mi guardo intorno cercandoti ma continuo a non vederti.

All'improvviso qualcuno mi abbraccia da dietro, sobbalzo per lo spavento.

"Ciao"

Non ho bisogno di girarmi per sapere che sei tu, riconosco la tua voce dannatamente sensuale, profonda e coinvolgente.

Mi giro e ti abbraccio strettissimo lasciando cadere lo zaino.

Mi stacco e ho le guance rosse che risaltano troppo sulla mia carnagione chiara.

"Ei... come stai?"

Sfodero un sorriso vero che ti contagia, ti fisso negli occhi, di quel colore castano scuro che ti ci puoi perdere.

"Sto meglio ora che sei qui."

E questo basta a farmi sciogliere.

Mi prendi per mano e io ti fisso stupita, tu sorridi divertito mentre ti incammini verso l'uscita della stazione.

Io ti seguo in silenzio guardandomi le scarpe, che ho sempre comprato un numero più grande del mio.

Mi accorgo solo ora che siamo vestiti simili, io in leggins ovviamente neri, quelli che metto in risalto il mio fondoschiena, canottiera e giacca in pelle, tu con i jeans strappati, sempre neri, e una maglietta a maniche corte, anche quella nera.

Continuiamo a camminare, io sto in silenzio ascoltando la musica che a malapena si sente dalle mie cuffie appese al collo.

Mi chiedi se sia tutto okay e annuisco.

Ti fermi, con una mano mi fai alzare il mento

"Cosa c'è?"

Ti sorrido

"Non so cosa dire, tutto qui."

Ci siamo fermati in una stradina chiusa, non passa molta gente e tu con quel dannato sorriso mi dici:

"Credo che le parole non servano."

Mi prendi il viso fra le mani, mi trovo con la schiena al muro e mi baci, all'inizio sono sorpresa ma poi quelle labbra, quelle dannatissime labbra, così morbide e sensuali mi coinvolgono.

Tu ti allontani di pochi centimetri, il tuo respiro sul mio viso, sono circondata dal tuo profumo e io fremo a metà fra nervoso e eccitazione.

"Dai vieni, casa mia è quella"

Indichi una casetta modesta a qualche passo, mi riprendi per mano e solo ora noto che sono decisamente più grandi delle mie.

Scuoto la testa per scacciare un pensiero e tu lo noti

"A cosa pensi?"

Mi affretto a rispondere che non penso a niente, mentre stiamo entrando in casa, sbuffi e mi ripeti la domanda

"A cosa pensi?"

Mi schiocco le dita

"Ecco.. pensavo alle tue mani.."

Mi guardi perplesso

"Alle mie mani?"

Annuisco arrossendo

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