Quelle notti di poesia

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E poi ci sono quei momenti in cui hai voglia di scrivere.
Scrivere tutte le parole che hai in testa, tutti i pensieri.
Nulla di strano finché non ti capita alle 2:00 di notte, svegliandoti di colpo.
Ti viene voglia di scrivere quello che avresti voluto dire a quel bastardo del tuo ex che ti ha illusa fin dall'inizio, quello che potevi rispondere alla professoressa di biologia quando ti mise un due anche se stavi male.
Ti viene voglia di rendere parole le tue emozioni, e provi a scrivere metafore e similitudini riuscendo così ad impiastricciare parole formando un discorso apparentemente insensato.
Le ore passano e resti a scrivere parole, ascoltando il rumore della penna mentre striscia sul foglio lasciando inchiostro nel solco provocato.
Mentre scrivi ti tornano in mente quei momenti passati con quel ragazzo lì. Dai ammettilo, anche se non ho scritto nessun nome, hai pensato alla persona che in qualche modo ha un ruolo importante nella tua vita, che sia il tuo ragazzo, che sia tuo marito, che sia il ragazzo per cui hai una cotta ma non riesci a dirglielo.
Momenti belli, comici, romantici, tristi.
E torni a scrivere, scrivi velocemente perché sai cosa scrivere, la tua mente già ha formulato le frasi mentre ti perdevi nel ricordo del suo sorriso.
Rileggi e ti accorgi di non aver scritto tanto, e rimani delusa perché in testa "le frasi correvano in direzioni casuali dando l'impressione di infinite parole volanti in una grande stanza".
Ti fermi, pensi a ciò che hai detto e ti accorgi che non ha un senso logicamente normale, ma poi realizzi di essere una persona strana e quindi chi se ne frega continui a scrivere.
Realizzi di esserti scordata il motivo della tua improvvisa voglia di scrivere e una luce illumina il foglio...
È mattina.

Quando tramonta il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora