I Pierce

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I Pierce erano una delle famiglie fondatrici d'America, immigrati dalla Bulgaria si erano insidiati a New York. Precisamente ottant'anni prima. Quando suo nonno Philip Pierce decise di sbarcare sul nuovo continente per trovare fortuna.
E così fu, Philip appena venticinquenne, divenne amministratore delegato di una nota azienda che costruiva pannelli fotovoltaici chiamata Fast Light.
Era un uomo alto, carnagione mulatta; capellli scuri e occhi color ghiaccio.

Philip oltre a trovare fortuna in campo lavorativo, riuscì a trovare anche la donna della sua vita.
Esmer Calonder era alta,bionda con occhi neri come la pece, con una carnagione chiara. Era una donna in carriera. Lavorava presso il Times come giornalista, era molto bella, tutti le facevano la corte. Era una donna a modi, non altezzosa, ferma e rigida nel suo lavoro. Esmer e Philiph si conobbero per caso in un caffè.

Pian piano iniziarono a frequentarsi, da cosa nacque cosa e dopo tre anni decisero di sposarsi.
Si sposarono nella Cattedrale di San Patrizio, con un rito privato a cui parteciparono poche persone.
Dopo il matrimonio con Esmer; Philip si dedicò insieme ai Valach e Van Housting della situazione di New York. Cercarono di far diventare New York una città promotrice delle innovazioni, della cultura, della tecnologia. In un'epoca in cui la tecnologia era ancora un utopia. Tanto è vero che New York gli dedicò alcune strade. Che ancora oggi portano i loro nomi.

Esmer e Philiph dopo tre anni di matrimonio ebbero un figlio che chiamarono Joseph.
Egli amava molto la scuola e lo sport. Dedicava molto tempo allo studio quanto allo sport.
Era alto, robusto, ma con un fisico da mozziate il fiato, aveva degli occhi color verde smeraldo. E un sorriso sempre stampato sulle labbra, perché il suo motto era Carpe diem, vivere la vita assaporando tutto ciò che c'è da assaporare in questa.
Si laureò in Giurisprudenza e qui che incontrò il suo amore.
Morgouse Pillow era una giovane apprendista dello studio in cui Joseph lavorava. Tra i due nacque un certo feeling che li lego sin da subito.
I due si presentarono, si conobbero, e dopo poco decisero di sposarsi.

Intanto decisero di aprirsi uno studio legale a conduzione familiare. Nello stesso anno nacque Simon, il loro primogenito. Divenne da subito l'impiego di mamma e papà.

Ogni anno Joseph intagliava una giornata per dedicarla interamente a suo figlio. Per trascorrere una perfetta giornata padre-figlio presso le cascate del Niagara. Queste  giornate nascevano con il proposito di conoscere e sapere tutto su suo figlio.

Quando era piccolo utilizzava questa giornata per giocare con Simon e forse una volta che avesse raggiunto un età maggiore avrebbe utilizzato quel tempo per fare il solito discorsetto padre-figlio. Avrebbe chiesto allo stesso figlio di raccontargli tutto senza requie.

Il suo primo amore, la sua prima volta, la sua prima cotte, la sua prima delusione. Tutte quelle cose che un figlio ha il desiderio di confidare a suo padre.

Ma il destino aveva scelto per lui qualcosa di diverso.

Tutto ciò non si sarebbe mai avverato perché  quel maledetto 12 Luglio Joseph perse la vita.
Infrangendo così quel legame padre-figlio che si era instaurato.

Siamo artefici del nostro destino o siamo in balìa di forze oscure?

••••••••Spazio autore••••••••
Ringrazio i miei lettori, vi invito a commentare e a mettere stelline.
In questo quarto capitolo ho voluto raccontarvi della famiglia di Simon, così da parlare anche di suo padre. Di cui ho parlato molte volte nei capitoli precedenti .
Spero che vi piaccia. Alla prossima.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2017 ⏰

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