Capitolo 1.

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Non ne posso più, di queste urla. Ogni mattina sempre la stessa storia; le mie due coinquiline stanno di nuovo litigando e come sempre mi hanno svegliato. Basta, ora mi alzo e vado a vedere che cazzo succede.
Ale:Hai rotto il cazzo. Basta a prendere le mie maglie. Solo per uscire con quel "Matteo"
Martina: E allora tu quando prendi la mia piastra per uscire con quel "Michele"?
Io: Che cazzo succede qui? Oggi per cosa litigate?
Ale: Quella stronzetta mi ha fottuto la mia maglia preferita.
Martina: Quella puttanella mi ruba sempre la piastra, però se io gli prendo una maglia si incazza.
Io: Siete delle bambine cazzo, litigate per le solite cazzate, non vi sopporto più.
Le guardo male e mi chiudo in camera e mi butto sul letto. Dopo cinque minuti guardo l'ora sul cellulare, e mi accorgo che fra meno di mezz'ora devo andare al lavoro. Quindi decido di prepararmi, prendo i miei soliti skinny neri strappati e la mia felpa della Honiro granate, mi metto la matita e il mascara e sono pronta.
Saluto Ale e Martina che finalmente avevano smesso di litigare e si stavano preparando per uscire ed esco di casa per dirigermi verso il mio piccolo posto di lavoro. Mentre cammino distratta, una macchina mi stava per investire così un ragazzo a cui non ho fatto in tempo a vederlo in faccia mi insulta dicendomi che sono una cogliona mentre io gli mostro il dito medio e torno a camminare per la mia strada. Appena arrivata Fabio, il mio capo mi chiama e mi dice che devo fare un set fotografico a delle modelle che sfilano per la Calvin Klein così mi metto subito al lavoro e nel giro di una/due ore ad insultare quelle oche che hanno più tette rifatte che cervello, ho finito. Così stampo le fotografie venute meglio e gliele porto al capo.
Fabio: hai fatto un ottimo lavoro ragazza, ora puoi andare; ah mi sono dimenticato di dirti che ho dato il numero di telefono ad un mio caro amico che ha visto le tue foto e vuole farti fare un set fotografico per dei nuovi indumenti per la sua ditta del quale non ricordo il nome.
Lo ringrazio e mene vado.
Guardo l'orologio e sono le 13.00 bene, sinceramente ho una fame
pazzesca così chiamo a Martina e gli chiedo se mi puó preparare la sua buonissima carbonara della quale ne vado matta. Mentre torno a casa sento un rumore strano come un miagolio così intravedo una piccola figura nera dietro un cespuglio, così con cautela mi avvicino ad esso e scopro che è un piccolo gatto nero che fa le fusa, lo prendo in braccio e lo accarezzo piano piano. Basta questo gatto ora è mio, e per mia fortuna é pure maschio, dato che ho già due femmine in casa da sopportare; e dato che è maschio ed è nero lo chiamo Giorgio dato che mi ricorda la sua canzone "gatto nero" che trovo magnifica. Così mi in cammino verso casa con Giorgio tra le braccia.Appena apro la porta vedo Martina e Alessia correre verso di me.
Martina: Oddio che carino ma
dove l'hai trovatooo?
Ale: Lo teniamo vero? Maschio o femmina? E come si chiama?
Io: Ue ragazze calme, allora mentre tornavo ho trovato lui miagolare così l'ho preso da dietro un cespuglio e portato qui; É maschio e si chiama Giorgio e da ora in poi abiterá qui con noi.
Martina/Ale: che carinoooo
Io: Si, ma adesso fatemi mangiare la mia carbonara.
Così ridendo e scherzando ci mettiamo a mangiare mentre Giorgio beve il latte da una ciotolina.
Il pomeriggio andiamo al centro commerciale dove compro i soliti skinny neri e qualche felpa nera, mentre Martina compra un vestito per andare ad una festa e Alessia un paio di scarpe nere con il tacco.
Andiamo a mangiare al Mac dove ci abbuffiamo e ritorniamo a casa dove mi arriva una telefonata da un numero sconosciuto...



*Spazio Autrice*
Ciao ragazze/i vi sta piacendo finora questa storia? E scusate se probabilmente ci sono degli errori grammaticali ma non ho avuto tempo per rileggerla. Ditemi il vostro parere nei commenti e a presto🔥

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