Seventh Act

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“I want you
I'll colour me blue
Anything it takes to make you stay.”

 
Yoongi decise di agire con calma.
Non era ancora completamente sicuro di volersi confessare a Jimin e privarlo così della sua vera anima gemella. Ma al tempo stesso sentiva sempre di più la necessità di stare vicino al ragazzo in tutti i modi possibili e per una volta tanto voleva essere egoista e pensare a sé stesso.
Nei giorni successivi Yoongi rimase ancora a casa a causa della febbre ma si rifiutò di mandare Jimin a lavorare al posto suo, mettendosi semplicemente in malattia. Jimin però aveva preso a cuore la sua causa penosa e ogni sera andava a trovarlo a casa sua con del brodo bollente e volendosi assicurare che Yoongi prendesse le sue medicine.
Se si fosse trattato di qualcun altro Yoongi lo avrebbe probabilmente mandato al diavolo da un bel po’; non gli piaceva molto essere aiutato soprattutto in qualcosa che poteva fare benissimo da solo. Ma con Jimin era diverso. Jimin lo faceva perché non voleva lasciarlo solo e Yoongi segretamente amava tutte quelle attenzioni che gli riscaldavano il petto in un modo così bello e mai provato prima. Quindi anche se fintamente si dimostrava infastidito dall’insistenza di Jimin non lo mandava mai via ed anzi, se le godeva appieno, beandosi delle attenzione che il ragazzo di cui era innamorato gli riservava.
Spesso così si ritrovavano a cenare insieme e poi a vedere un film sul divano di casa Min, abbracciati senza che neppure se ne rendessero conto.
Il comportamento di Jimin poi lo stava facendo letteralmente impazzire.
Era sempre stato amichevole ed affettuoso ma in quelle sere passate insieme stava notando cose che prima di capire di esserne innamorato gli erano sempre sfuggite.
Aveva notato come il ragazzo cercasse sempre il contatto con lui e indugiasse un po’ troppo quando la mano di Jimin sfiorava la sua guancia o il suo ginocchio o qualsiasi altra parte del suo corpo.
Aveva anche notato come lo sguardo di Jimin a volte si posasse sulle sue sottili labbra, lasciando il ragazzo con un’espressione da beota.
Yoongi stava quindi cominciando a pensare che forse Jimin potesse ricambiare i suoi sentimenti e ciò lo fece convincere definitivamente a volergli rivelare tutto, sperando di non essersi immaginato tutto.
Quella sera quindi si era reso un attimo più presentabile e attendeva l’arrivo di Jimin per poter finalmente parlargli sinceramente. Continuava a camminare per casa sua avanti ed indietro, tentando di prendere dei grossi respiri per calmarsi.
Mai Yoongi era stato così in ansia in vita sua. Era sempre stata una persona calma e dal sangue freddo ma Jimin a quanto sembrava aveva anche il potere di renderlo così schifosamente insicuro.
Insicurezza che prese a salire ancora di più quando si rese conto che Jimin era in ritardo.
Jimin non era mai stato in ritardo in quei giorni.
E se gli fosse successo qualcosa? E se si fosse stancato di lui o avesse capito le sue intenzioni?
Yoongi aspettò un’ora prima di permettersi di farsi prendere completamente dal panico.
Aprì la porta d’ingresso per controllare che magari non si trovasse fuori o bloccato all’interno dell’ascensore come si vedeva spesso succedere nei film.
Ma di Jimin non vi era traccia.
Rientrò come una furia in casa dimenticandosi addirittura di richiudere la porta di casa sua e afferrò il suo telefono tra le mani tremanti. Digitò un numero che conosceva ormai a memoria e attese che qualcuno dall’altra parte rispondesse.
“Pronto, Yoongi?”
“Oggi non è venuto.”
Dall’altra parte si sentirono delle voci ovattate e Yoongi potette distintamente sentire Hoseok dire a qualcuno – probabilmente Taehyung – di fare silenzio.
“Intendi Jimin?” gli chiese poi.
“E chi se no?!”
“Yoongi calmati, magari ha avuto un impegno improvviso. Perché sei così agitato, non è da te.” Hoseok glielo disse non potendo evitare di ridacchiare per il modo esagerato in cui il suo migliore amico si stava comportando. Era un evento più unico che raro vedere Yoongi in quello stato e Hoseok avrebbe pagato qualsiasi cosa per poter essere lì in quel momento e vedere la sua faccia.
“Perché avevo deciso di dichiararmi oggi a lui! Avevo deciso che oggi avrei rivelato a Jimin di essere innamorato di lui e invece è andata a finire così!”
“Yoongi?”
Il ragazzo spalancò gli occhi nel momento in cui sentì quell’indistinguibile voce. Abbassò il telefono e lentamente si girò ritrovandosi davanti un Jimin leggermente ansante.
Nel mentre dal telefono si sentiva Hoseok chiamare Yoongi non avendo ricevuto più alcuna risposta ma il ragazzo non riusciva a sentirlo. Sentiva solo rimbombare il battito del suo cuore e riusciva solo a pensare al viso stupito che Jimin aveva in quel momento.
“Hai sentito?” gli chiese ma Jimin non gli rispose.
Camminò verso di lui, continuando a guardarlo fisso negli occhi con un’espressione mortalmente seria. E quando si ritrovò vicino a Yoongi prese il suo viso tra le mani e semplicemente lo baciò.
Posò le labbra su quelle del maggiore dando il via ad un contatto che rimase dolce per pochissimo tempo perché dopo un primo momento di stupore Yoongi prese a rispondere al bacio e a muovere le labbra insieme a quelle di Jimin che non lasciò mai il suo viso. Yoongi aveva invece stretto i fianchi di Jimin avvicinandolo sempre più a lui, bisognoso di sentire il calore che emanava il suo corpo. Il bacio si fece più passionale e bagnato e le loro lingue si toccavano tra loro facendo gemere gentilmente i due ragazzi.
Yoongi non aveva mai provato qualcosa di simile baciando una persona.
Mai si era sentito così completo, così giusto e mai un semplice bacio era stato capace di fargli provare così tante emozioni amplificate in un modo neanche lontanamente descrivibile.
Era così quindi che ci si sentiva nel momento in cui si baciava la persona di cui si era innamorati?
Per un attimo la mente di Yoongi si chiese come fosse baciare la propria anima gemella ma subito il pensiero venne scacciato per far posto alle sensazioni che stava provando dopo aver baciato Park Jimin.
“Finalmente.” Disse lui, passandogli le braccia intorno al collo non volendo allontanarsi da lui.
“Ho fatto di tutto per farti capire quello che provavo e stavo iniziando a spazientirmi visto che sembravi non notare assolutamente nulla.” Continuò il ragazzo facendo sorridere Yoongi che strinse a sé Jimin e affondò la testa nell’incavo del suo collo, inspirando il buon profumo di Jimin e lasciandogli poi un bacio sulla clavicola.
“Scusa, avevo paura.” Ammise.
“Non devi. Non ti ferirò mai e poi mai.”
“Ho paura di ferire io te, Jimin-ah. Siamo completamente diversi. Io sono il nero e tu sei il bianco e ho paura di contaminarti.”
Jimin gli sorrise rassicurante e poi gli carezzò la guancia con tutta la delicatezza di cui era capace.
“Essere contaminati, come dici tu, non è sempre un male. Quando due colori si uniscono creano un nuovo colore, un colore che riesce a comprendere entrambi. Un’unica tonalità non è che un colore, due tonalità invece sono un accordo, sono vita. Un accordo è qualcosa di tanto vitale e delicato da somigliare alle armonie delle composizioni musicali che scrivi tu.
“Voglio essere la tonalità che si unisce alla tua per formare questo accordo. Voglio unirmi a te, venire contaminato e perdermi nel tuo colore, Yoongi hyung. Non desidero altro.”
E Yoongi non ce la fece più. Lo afferrò e lo baciò con così tanta irruenza che quasi finirono entrambi a terra.
Si sorrisero durante il bacio, si morsero le labbra e gemettero nelle loro bocche, sfiorandosi delicatamente come se avessero paura di spezzarsi a vicenda.
Fu naturale quello che accadde dopo, all’interno della camera da letto di Yoongi.
Sullo spazioso letto matrimoniale, nudi sia dei loro vestiti che delle loro paure si lasciarono andare completamente l’uno all’altro, abbandonandosi all’immenso piacere che provarono e desiderando che tutto ciò non avesse un termine.
Si toccarono bramosi di avere sempre di più, tastarono con le loro mani il corpo l’uno dell’altro dandosi piacere e ricevendone a loro volta. I loro occhi non si abbandonarono mai e le loro bocche appena potevano entravano in contatto, come se ne dipendesse la loro esistenza, come se non potessero farne a meno, come se fosse una droga.
Si unirono in quella notte silenziosa animata unicamente dai sospiri di piacere, i gemiti e il rumore della pelle che entrava a contatto con altra pelle.
E quando alla fine si lasciarono andare e crollarono l’uno sull’altro sfiniti e sudati Yoongi pensò di non aver mai sperimentato qualcosa di così soddisfacente e giusto e meraviglioso in vita sua. Ed era sicuro che solo Jimin sarebbe stato capace di donargli simili sensazioni nelle quali Yoongi ci si sarebbe volentieri perso.
Capì quindi quello che voleva dire prima Jimin, perché in quell’esatto momento Yoongi desiderò essere travolto dalla purezza del bianco che emanava Jimin e perdersi in tutto quel bagliore, e farsi cullare tra le sue braccia per il resto dei suoi giorni.
Abbracciò Jimin e gli lasciò un pigro bacio all’angolo della bocca e lo osservò addormentarsi tra le sue braccia con un lieve sorriso sulle labbra.
Solo in quel momento Yoongi si incupì, pensando a ciò che stava facendo. Pensando alla sua anima gemella che probabilmente lo stava cercando per tutta Seoul e all’anima gemella di Jimin che lo attendeva impaziente.
Si addormentò sentendo il suo cuore più pesante.




*I Questa cosa è stata detta in modo lievemente diverso da Matisse

I know you're seeing Black & White so I'll paint you a clear Blue sky / yg + jmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora