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Passò qualche giorno prima che la Signora Denniston annunciò la sua partenza alla figlia.
Era la prima settimana del mese di aprile, un lunedì, giorno in cui Alexandra tornava a casa da scuola verso le cinque del pomeriggio, a causa del rientro pomeridiano.
Lei si trovava su un autobus diretto verso il suo paesino, stava ascoltando tranquillamente la musica, guardando fuori dal vetro lucido dei finestrini del mezzo.
Stava ascoltando la canzone "All These Things I Hate" dei "Bullet For My Valentine", e ne stava leggendo il testo, quando improvvisamente le vibrò il cellulare e notò che le era arrivato un messaggio da parte di sua madre in cui scriveva che le doveva parlare urgentemente, e quindi di tornare a casa più in fretta possibile.

Giunta in stazione, si incamminò verso casa accellerando sempre di più il passo per arrivare prima, era molto curiosa di ciò che aveva da dirle sua madre, voleva sapere se la sua vita sarebbe cambiata, e se così fosse stato, lo avrebbe fatto in bene o in male?
"Peggio di com'era già, non poteva essere; al massimo rimarrà tutto così, e nella migliore delle ipotesi, potrei finalmente avere una vita normale" pensò.

Appena arrivò davanti al cancello della sua grande casa, non dovette nemmeno perdere tempo a cercare le chiavi per aprirlo, dato che sua madre si trovava davanti l'ingresso che la aspettava.

«Eccoti Alexandra, vieni dentro, come avrai sicuramente letto dal messaggio, devo parlarti di una scelta molto importante per me...»

Entrarono a casa, si sedettero sul grande divano bianco in pelle che si trovava in soggiorno.
«Dimmi tutto, mamma»
«Allora Ale, ti ricordi quando qualche giorno fa ti dissi che, una volta verificata l'autenticità di ciò che mi avevi raccontato, avrei valutato la situazione per pensare alla decisione migliore?»
«Si, ricordo che avevi accennato qualcosa riguardo ad una possibile partenza per il Canada, se non sbaglio»
«Esattamente, è proprio così, non starò a farti prediche, sei grande e devi sapere come comportarti, perciò ti dico solo che ho comprato un biglietto per un viaggio in aereo fino al Canada, ho già affittato una stanza d'albergo per un mese, se ci dovessero essere cambiamenti, ti avviserò per telefono...»
«Perfetto mamma, e quando partirai?»
«Domani sera, verso le diciannove c'è l'imbarco, ma, dato che l'areoporto è abbastanza lontano dalla nostra città e le operazioni da fare prima di poter salire sull'aereo sono lunghe, partirò da casa alle quindici»
«D-domani? Veramente domani?»
«Si Alexandra, c'è qualche problema?»
La ragazza non sapeva cosa rispondere, non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito, la sua mente era continuamente tempestata da pensieri su come la sua situazione si sarebbe potuta evolvere, non riusciva più a continuare il discorso con sua madre, la sua testa ormai era altrove, era rivolta verso il suo futuro, perciò si limitò a rispondere:
«No mamma, non c'è nessun problema» E andò in camera sua con un sorriso trattenuto in volto.

Spalancò la porta della sua stanza, entrò e si diresse verso lo stereo, sul quale trovò Angel addormentata.
«Che ci fai qua micetta? Vuoi ascoltare anche tu i nostri amati Linkin Park?» Disse con tono scherzoso.
Selezionò il brano "Papercut", amava il modo in cui Mike rappava su quel brano, e nonostante si allenasse molto a cantare, le parti che meglio le riuscivano erano quelle di Chester.

" Why does it feel like night today?
Something in here's not right today. 
[...]
It's like I can't stop what I'm hearing within
It's like the face inside is right beneath my skin"

Mentre ascoltava la musica, cantava con una voce angelica, nessuno la sentiva perchè aumentava sempre di più il volume dello stereo, nessuno sapeva cosa era in grado di fare con la voce e non voleva farsi sentire da nessuno perchè era lei la prima a non apprezzare il suo canto; se solo avesse avuto un po' di coraggio, un po' di autostima in più, avrebbe avuto sicuramente un enorme successo.

Ascoltò qualche altro brano prima di accendere il portatile nero marchiato HP e navigare sulle varie piattaforme che la rete offre, tra cui YouTube e VampireFreaks. Tra un sito e l'altro, ne trovò uno "pro-ana", nel quale molte ragazze si davano consigli su come dimagrire al punto di diventare anoressiche, ma Alexandra, pur avendo già provato a diventare uno scheletro ricoperto di un sottile strato di pelle, diede una letta solo per curiosità, il suo umore era molto neutrale, non si sentiva triste, non stava bene, era indifferente: la notizia della madre era riuscita a portarle via la malinconia, ma non era stata forte abbastanza da renderla felice, era solo molto curiosa, una curiosità che si sarebbe potuta placare solamente dopo aver vissuto sulla propria pelle gli effetti del cambiamento.

Tra le varie foto dei corpi senza vitalità, ce n'erano alcune di braccia e gambe ricoperti da molte ferite, alcune più profonde, altre meno, raffiguranti scritte, piccoli disegni o semplici righe apparentemente messe a caso. Lei era sempre stata attratta da queste cose, le vedeva come forme d'arte, un po' come i tatuaggi, ma in modo molto più naturale, in cui non si utilizzavano colori che avrebbero potuto portare infezioni, ma si usufruiva di una semplice lama che poteva essere strisciata sulla pelle con leggerezza, o fatta entrare più in profondità, in base al dolore psicologico da voler placare.
Perchè proprio arte? L'arte non si può creare senza una motivazione, la quale la maggior parte delle volte è data dai sentimenti, dal dover sfogare le emozioni o comunicarle, e l'autolesionismo è, per qualcuno, un ottimo modo per giungere a questi fini.
Sulla pelle con la lama si può scrivere, disegnare, avendo il beneficio di provare sollievo, e più l'oggetto affilato si sbizzarrisce strofinando contro la pelle, più sollievo si ha, in più si aggiunge anche la fierezza per ciò che si ha fatto, per l'arte che si ha creato, una cosa per cui Alexandra andava matta.

Si fece sera e, come al solito, si dimenticò di cenare, era molto concentrata a guardare per la terza volta il suo anime preferito, Death Note.
La storia narrava di un ragazzo, Light, che, successivamente al ritrovamento di un quaderno della morte, crede di poter cambiare il mondo facendo fuori tutti i criminali. Ad indagare verrà incaricato il miglior detective del mondo, soprannominato "L".
Le piaceva molto quell'anime perchè il detective era un ragazzo molto attento, furbo e intelligente, con un quoziente intellettivo al di sopra della norma e dall'aria depressa. Ammirava il modo in cui, con molta calma, giungeva alle conclusioni date dai vari indizi, senza venire condizionato dalle emozioni e pronto a ricorrere a qualsiasi metodo pur di risolvere i casi.
Anche Alexandra avrebbe voluto imparare ad affrontare le situazioni senza dover gestire le emozioni, sarebbe stato tutto più semplice se solo non avesse dato importanza a ciò che provava invece di dipendere sempre in continuazione dai sentimenti.

Era molto tardi, era ora di andare a dormire, il giorno dopo sarebbe stato molto impegnativo, sarebbe potuto essere l'inizio di una nuova vita, così la ragazza spense tutto, augurò la buona notte ad Angel e Tiger, indossò gli auricolari e dopo aver ascoltato "Hospital For Souls" si addormentò nella speranza che la sua vita potesse migliorare, con in viso un piccolo sorriso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2017 ⏰

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