4.

43 2 0
                                    

Già sono passati due giorni, mi manca lui, sono circondata da persone, ma mi sento vuota nessuno riesce a farmi sorridere e nessun sguardo riesce a catturare la mia attenzione.
Non voglio innamorarmi, ma ci sto ricascando, so cosa significa innamorarsi, so cosa significa passare un periodo del genere, ma boh, non voglio crollare un'altra volta.
Ho il presentimento che lui se ne vada per sempre, come d'altronde hanno fatto tutti, lo farà pure lui, nessuno è diverso, sono tutti uguali.
Avrei dovuto baciarlo o forse no, non lo so, sono così insicura, non so cosa fare, non so se chiamarlo e dirgli che mi manca... E se non manco a lui?
Prendo il telefono, mi faccio coraggio e scrivo.
Io: Mi manchi Riccardo.
Lo invio, ho l'ansia, non so se ho fatto bene o no, voglio riabbracciarlo, voglio risentire le sue labbra sul mio collo, voglio rivedere i suoi occhi blu tendenti a diventare azzurri o grigi.
Mi arriva un messaggio. Oddio l'ansia...
Mamma: a che ora torni a casa?
Cazzo, era solo mia mamma, lui è online, non risponde, cosa cazzo sta succedendo, mi ha solo illuso?
Riccardo Abbruzzesi: anche a me manchi, piccola!
Cazzo, mi aveva già risposto da tempo, ma non prendeva bene internet e non caricava il messaggio.
Come cazzo sono felice, manco pure a lui, voglio rivederlo.
Lo invito a casa mia, visto che i miei genitori partono per una settimana.
*messaggi*
Io: mamma, io sto arrivando a casa, così vi saluto e partite.
Mamma: sbrigati amore, allora perdiamo l'aereo.
*fine*
Corro subito verso casa, vedo mia mamma fuori con le valigie, cazzo, quanto mi mancherà.
Abbraccio mia mamma e mio papà.
-fai la brava, mi raccomando, divertiti ma stai attenta ai pericoli, ti voglio bene, sei la nostra piccola- dice mio papà e mi da un bacio in fronte.
Li saluto e entrano nel taxi.
Vado sopra il tetto di casa mia, metto due piumoni, circa otto cuscini e le coperte per coprirsi. Chiamo Riccardo.
*chiamata*
Riccardo: dimmi tesoro.
Io: vuoi venire a casa mia?
Riccardo: si, certo, due minuti e sono da te.
*chiudo la chiamata*

Passano cinque minuti, vedo i suoi occhi bellissimi, apro il cancello della mia villetta e entra.
-ciao tesoro- mi prende per i fianchi e mi bacia sfiorando le mie labbra.
-ciao Richy- sorrido e prendo la sua mano. -Questa volta ti porto io in un posto, vieni saliamo- afferro la sua mano e lo porto sul tetto di casa mia.
-Oddio, sei sicura di non cadere qui su? Che bel posto, lo hai pure sistemato così, hai avuto un'idea fantastica- mi sorride e continua a guardare meravigliato.
-In realtà salgo qui sopra ogni volta che mi sento sola, è un posto tranquillissimo, dove posso rilassarmi senza che nessuno mi disturbi- dico abbassando lo sguardo.
- Ora non salirai ogni volta che ti senti sola, ora ci saliremo insieme, per non sentirci soli.- mi prende la mano e mi invita a sedermi.
-Sai, non sono mai stata così bene- dico guadando i suoi occhi.
-Nemmeno io, cioè nessuna è riuscita a farmi perdere la testa in pochi giorni come me l'hai  fatta perdere tu- sorride e si avvicina sempre di più, fino a far sfiorare le nostre labbra.
Forse è troppo presto per baciarlo, ma cazzo, non posso perdere tempo a farmi queste paranoie.
Mi avvicino alle sue labbra, e le bacio, lui continua a baciare le mie e piano piano apre la bocca e esce la lingua, apro pure io la bocca e esco la lingua, le nostre lingue si intrecciavano , ero così felice.
Appoggia la sua bocca sul mio collo e inizia a farmi succhiotti, scende sempre più sotto fino ad arrivare al seno, inizia a farmene uno sul seno, volevo non si fermasse mai, c'avevo già perso la testa per lui, mi ero già persa nei suoi occhi.

Il ragazzo dagli occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora