capitolo 38

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MADISON'S POV

Sono andata a casa di will. Sono qui da due ore ormai è non ho voglia di fare nulla.
Will ha provato a parlarmi, ma io semplicemente non rispondevo..
E...come parli del diavolo...

Will: ehi mad. Lo so che non mi vuoi parlare, non sono stupido, ma ti hanno lasciato una lettera.
Io: a quest'ora?
Will: l'ha portata...una persona. Per te. Credo che sia molto importante che tu la legga.
Io: okay. Dammi qua.

Will mi passa la lettera e poi fa per andarsene, ma lo fermo immediatamente.

Io: ehi will, potresti restare qui con me?

Avevo già capito di chi era la scrittura, sulla busta che contiene la lettera c'era scritto
Per madison
Con quella calligrafia che avrei riconosciuto ovunque, e sapevo che qualunque cosa ci fosse scritta, non sarebbe stato facile leggerla.

Will: oh..okay.

Will si siede dietro a me e mi fa mettere seduta tra le sue gambe e con la schiena appoggiata al suo petto.
Lo facciamo da quando ero piccola. Lui è sempre stato il mio piccolo papà, prima che arrivasse johnnie.

Apro la busta e già leggendo le prime righe non posso fare a meno di non sorridere un po'

Cara madison, e caro piccolo (so che stai anche tu. Non dire di no)

Ora vi voglio raccontare una storia. È la storia di un uomo, un uomo che commette la più grande cazzata della sua vita.

Per te, piccolino, spiegherò che é proprio quel coglione di tuo papà il protagonista, è la prima volta che realizzo realmente che fra poco avrò una piccola creatura, spero tanto che un giorno tu possa essere bello ed intelligente come la tua mamma, perché se riprendessi dal papà-soprattutto a livello di intelligenza- saremmo fregati. Parlo al maschile perché se fossi femmina, e bella come la mamma, non voglio immaginare che lotta sarebbe tenere i ragazzi lontani da te. Ma questo te lo spiegherò più avanti. Ora devo parlare un po' da solo con la mamma.

Madison...avevo preparato un discorso da oscar per spiegarti tutto quello che ci ha portato fino a qui, ma come spesso mi capitava quando eravamo insieme, mi bastava anche solo pensarti, e dimenticavo tutti i discorsi che avevo preparato, e così, per non fare la figura dello scemo, ti baciavo perché sapevo che avresti capito... o almeno ci speravo.
Ora invece mi tocca spiegarti tutto, perché ho fatto un casino e non posso più baciarti.

La storia di bella già la sai. Te l'ho raccontata quella sera, quando siamo tornati insieme... quello che non sai te lo racconto ora.

Ci tengo a precisare che tutto questo che sto per raccontarti, il "piano" che sentirai nominare in seguito... è stata una mia idea, non degli altri. Quindi... non arrabbiarti troppo con loro. Preferisco che tu sia arrabbiata con me per tutta la vita, che con loro.

Il giorno del tuo incidente, non me ne sono andato. Ho urlato, ho urlato il tuo nome per farti spostare dalla strada fino a quando non ti ho vista crollare a terra, avrei voluto fare qualcosa di più, ma ero paralizzato.
Quando ti ho visto per terra... sono corso da te, avevo paura che, quel giorno che per noi doveva essere bellissimo, si fosse trasformato in un giorno orribile. Avevo paura che mi avessero portato via me stesso, perché tu sei una parte di me, anzi, sei quella più importante, e non avrei sopportato di perdervi, e... anche se ancora non ne sapevamo nulla, avrei perso entrambi, la mia ragazza e il mio bambino.

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